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Giuseppe Cruciani contro la sinistra: "E se qualcuno dicesse di menare le zecche rosse?"

Giuseppe Cruciani

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"Pensate se un intellettuale di destra se ne fosse uscito dicendo ‘bisogna menare le zecche rosse’, cosa gli sarebbe accaduto?": Giuseppe Cruciani, ospite di Nicola Porro a Quarta Repubblica su Rete 4, lo ha detto a proposito della recente uscita del professore Christian Raimo. Quest'ultimo, riferendosi al caso di Ilaria Salis, ha detto infatti che secondo lui i neonazisti vanno picchiati, scatenando non poche polemiche. Nulla, però, secondo Cruciani, rispetto a quello che sarebbe successo se fosse stato un esponente di destra a parlare in questi termini. Il conduttore radiofonico, insomma, ha messo l'accento sul solito "doppiopesismo" della sinistra. 

Se un insegnante vicino alla destra avesse detto qualcosa di simile a quanto detto da Raimo, "probabilmente - ha proseguito Cruciani - oltre a essere definito fascista, sarebbe stato lapidato, avrebbero chiamato i carabinieri e si sarebbe chiesta l’estromissione dalla scuola". Altro esempio di questa tendenza al "due pesi due misure" arriva dal caso di Luciano Canfora, il professore che due anni fa definì la premier Giorgia Meloni "neonazista nell'anima" per via del suo appoggio all'Ucraina. Parole che gli sono valse una querela da parte della presidente del Consiglio. 

 

 

 

La querela, secondo Cruciani, si poteva evitare dal momento che "ormai c’è una mania italiana di ricorrere al Tribunale". La Meloni, a suo dire, avrebbe potuto rispondere per le rime a Canfora, "dicendo che uno che afferma una cosa del genere è un cretino". Di qui l'affondo contro la sinistra: "La richiesta di essere clemente e di rinunciare alla querela viene dagli stessi che appena dici una parola fuori posto invocano i tribunali. C’è questa ipocrisia che mi fa girare vorticosamente". 

 

 

 

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