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Vaticano, monologo anti-semita della yemenita: "Indignati e sconvolti", l'ira di Israele

lunedì 13 maggio 2024

2' di lettura

"L'Ambasciata d'Israele presso la Santa Sede è indignata e sconvolta dopo aver appreso che l'11 maggio, a conclusione dell'Incontro mondiale sulla fraternità umana svoltosi nell'atrio della Basilica di San Pietro, il luogo è stato contaminato da un flagrante discorso anti-semita. In un contesto in cui lo scopo era, presumibilmente, quello di parlare di pace per creare un mondo più umano, è stato consentito che si tenesse un discorso di propaganda pieno di menzogne".

Lo afferma una nota dell'Ambasciata d'Israele in Vaticano, commentando il World Meeting on Human Fraternity. "Parlare di pulizia etnica a Gaza mentre Israele permette quotidianamente che grandi quantità di aiuti umani entrino a Gaza è orwelliano. Ci si rammarica, inoltre, che un simile discorso sia stato pronunciato senza che nessuno sentisse il dovere morale di intervenire per fermare questa vergogna. Questo episodio è l’ennesimo segno di quanto l’antisemitismo e il pregiudizio nei confronti degli ebrei siano ancora molto vivi", aggiunge l'ambasciata israeliana. 

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Il riferimento è al monologo della yemenita Karman Tawakkol, premio Nobel per la Pace 2011, che ha espressamente accusato Israele di "pulizia etnica e genocidio" a Gaza. "Bisogna fare in modo di portare l'America dalla parte giusta della storia e impedire che venda armi ai regimi o alle occupazioni che uccidono donne e bambini. Non dovrebbero stabilire alleanze con dittatori o coloro che sono colpevoli di occupazioni, ha spiegato la giornalista e attivista politica in quello che doveva essere un "semplice" concerto, organizzato dalla Fondazione Fratelli Tutti diretta dal cardinale Gambetti. In prima fila c'era il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.

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"Esattamente quello che sta accadendo in Palestina - ha proseguito la Tawakkol in inglese -, dove le donne pagano un prezzo altissimo, enorme e di fronte a tutto il mondo. Anche se il mondo ora tace di fronte al genocidio e alla pulizia etnica e a quello che sta accadendo al popolo palestinese a Gaza. Perché si uccidono le donne a Gaza ogni giorno, vengono uccise ogni giorno". L'attivista yemenita si è anche detta commossa per aver ascoltato dalla sua stanza d'hotel nella Capitale una manifestazione di studenti che cantavano Free Palestine. "Questa a mio parere è una vittoria per tutti, non solo per il popolo palestinese. Dovete battervi contro i vostri governi e dire di porre fine alla guerra, di non vendere le armi che uccidono le donne nel mio paese e nella mia regione. Gli studenti che stanno manifestando in America si battono non solo contro il genocidio a Gaza ma si sacrificano per cercare di far in modo che l'America venga portata sul lato giusto della storia". 

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