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Prevost, l'agostiniano Usa e quelle ombre sui preti pedofili

Sarebbe stato un papabile, ma contro di lui pesa l’accusa di aver coperto due sacerdoti denunciati per abusi sessuali
di Andrea Morigi lunedì 5 maggio 2025

3' di lettura

«Il meno americano tra gli americani» è il cardinale Robert Francis Prevost, vescovo di Chiclayo in Perù. Pur essendo nato a Chicago nel 1955 proviene da una famiglia di origini italiane, spagnole e francesi e perciò non è considerato uno yankee dai porporati sudamericani che lo sponsorizzano, sensibilizzati dalla berretta rossa honduregna Óscar Rodríguez Maradiaga, 82enne e quindi troppo anziano per essere eletto al Soglio Pontificio. Di Prevost, nel Sacro Collegio è apprezzata soprattutto l’esperienza missionaria e pastorale maturata fra il 2001 e il 2013, gli anni in cui era priore generale degli Agostiniani. Avendo studiato in Europa e viaggiato in lungo e in largo per i 50 Paesi dove è presente il suo ordine religioso, padroneggia numerose lingue e soprattutto non è percepito come uno dei candidati preferiti dell’attuale amministrazione Trump. Altrimenti, non sosterrebbero uno statunitense.

Da quando, nel gennaio 2023, Papa Francesco lo ha messo a capo del Dicastero per i Vescovi e della Pontificia Commissione per l’America Latina, il Prefetto si è distinto per la sua riservatezza. Di fronte alle spinte per il sacerdozio femminile, tuttavia, non ha nascosto che, a suo parere, «la clericalizzazione della donna non necessariamente risolve il problema, anzi potrebbe crearne uno nuovo». In questo, come nel resto della sua attività in Curia, ha obbedito al Santo Padre, consigliandolo sulle nomine, senza schierarsi. Meglio non esporsi troppo, quando si punta in alto. Così si riescono a schivare gli schizzi di fango che provengono dalle fazioni opposte e non hanno risparmiato nemmeno il cardinale Prevost. Gli organi di informazione cattolica più conservatori, come Infovaticana, hanno tirato fuori un dossier che lo accusa di aver coperto, grazie anche alla nomina di un vescovo amico, due preti accusati di pedofilia. La vicenda risale al 2019 ed è stata illustrata in una lettera al Pontefice da un gruppo di persone che si dichiarano vittime di abusi da parte di un sacerdote della loro diocesi, Eleuterio Vásquez Gonzales, che avrebbe aggredito sessualmente tre minori.

La questione torna a galla l’8 settembre scorso su America Television, durante il programma “Quarto Potere”. Quattro giorni dopo, la diocesi di Chiclayo diffonde un lungo comunicato, nel quale chiede all’emittente di smentire le falsità presenti nel servizio e specifica che «il caso è stato inviato alla Santa Sede, è stato archiviato per mancanza di prove e, di fronte al ricorso pubblico di uno dei querelanti, la causa è stata riaperta, è stata nuovamente oggetto di indagine ed è attualmente all’esame del Dicastero per la Dottrina della Fede».

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In ogni caso, «dal momento della ricezione della denuncia, e fermo restando il diritto alla presunzione di innocenza, si è proceduto secondo gli orientamenti della Chiesa sia nell’indagine preventiva che nell’applicazione delle misure cautelari: l’allontanamento dalla parrocchia e il divieto di esercizio pubblico del ministero sacerdotale» del sacerdote accusato, il quale peraltro si è sempre dichiarato estraneo alle accuse che gli vengono rivolte. Inoltre, «l’affermazione secondo la quale la Chiesa ha voltato le spalle alle presunte vittime non corrisponde alla verità. Al contrario, è stata data loro la libertà di sporgere denuncia presso il tribunale civile ed è stato loro offerto aiuto psicologico». Ma ormai il siluro è partito e, anche se Sua Eminenza il cardinale Prevost non è stato colpito, dovrà occuparsi di risolvere la faccenda una volta per tutte prima di pensare alla Cattedra di Pietro.

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