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Acerbi, la lezione della moglie a Gramellini, fuoriclasse dei benpensanti

Dall'attacco su Juan Jesus alla celebrazione dopo Inter-Barcellona: insulti ed elogi a favor di vento
di Pietro Senaldi martedì 13 maggio 2025

3' di lettura

La vendetta è uno di quei piatti che danno gusto anche se consumati Acerbi. Lo ha imparato a sue spese Massimo Gramellini. Il giornabuonista a corrente alternata l’altra sera nella trasmissione che conduce in tv si è sperticato in un elogio dell’arcigno difensore dell’Inter.

Sembrava convinto e genuino nel cantare le gesta dell’eroe che all’ultimo minuto ha fatto il gol che ha poi permesso alla squadra di andare in finale di Champions League. Ne parlava rapito, con un abbandono e un sentimento d’approvazione incondizionata che non aveva raggiunto neppure la settimana precedente, trovandosi al cospetto di Elly Schlein.

Siccome lo sventurato si chiama Francesco, è arrivato a paragonarlo al Papa, sostenendo che Bergoglio se n’è andato ma qui sulla Terra è rimasto qualcuno che continua a fare i miracoli con il suo nome. Salvo poi riprendersi, forse per timore di scomunica o per non irritare Leone XIV, e limitarsi a confrontarlo con Boninsegna e Lautaro. E poi ancora fiumi di parole, Gramellini è bravissimo a spenderle, sul calvario del giocatore, naturalmente coronato dalla resurrezione: dagli screzi con il padre all’alcolismo, dalla morte prematura del genitore alla depressione, dalla diffidenza del mondo del calcio ai due tumori sconfitti. Un santino perfetto, un servizio da professionista, con tanto di immaginifica riconciliazione post mortem tra figlio e genitore, che dal cielo ringrazia per il regalo.

Ma ecco l’imprevisto, il tunnel della moglie di Acerbi al Lamine Yamal del conformismo a mezzo stampa, il fuoriclasse della cause vinte. «Belle parole, ma in antitesi con quelle scritte sulla vicenda tra mio marito e Juan Jesus; eppure si tratta dello stesso uomo, con la stessa storia, solo che allora il carro su cui salire era diverso. Perciò, caro signore, lei non ha né il titolo né le conoscenze della vita di Francesco per pronunciarle». Gioco, partita, incontro: alla signora, a differenza del marito, non sono serviti neppure i tempi supplementari.

Per i non addetti ai lavori, si ricorda che il calciatore era stato processato un anno fa perché accusato di aver dato del n...gro (lo scrivo come farebbe Gramellini) durante una fase di gioco al collega Juan Jesus. Acerbi fu linciato pubblicamente, allontanato dal ritiro della Nazionale tra gli applausi soddisfatti di tanti suoi tardivi estimatori d’oggi, e poi assolto dai magistrati perché non c’erano prove del misfatto.

«La giustizia è costretta a conoscere ragioni che la ragione, intesa come il buon senso, non conosce. Perciò, mentre la ragione dà ragione a Juan Jesus, la giustizia deve darla ad Acerbi». Perché, signora, infierire su Yamal Gramellini, un uomo chiaramente andato in Barca, nel senso di caduto in stato confusionale? Forse lei ha avvertito qualcosa di untuoso e insincero nel suo encomio? In altre parole, pensa che sia stato un po’ paraculo? Non è così, altrimenti il collega avrebbe tentato un dribbling, sarebbe forse bastato un accenno alle critiche di un anno fa per schivare ogni tackle. È che lei lo prende più sul serio di quanto non si prenda lui. Per andare al Massimo, cosa che gli riesce benissimo, l’uomo veleggia sempre a favore di vento e, quando il vento gira, sterza con lui senza bisogno di strambare, magicamente portato dalla corrente. La coerenza l’ha verso se stesso, non rispetto a quel che lascia nero su bianco, mostrando in questo una grande umiltà e consapevolezza.

Parlo per invidia, sia chiaro. Certo, a voler essere pesanti si potrebbe azzardare che talvolta la classe nella professione non si rivela solo con il bello scrivere, ma anche con la lungimiranza e la forza di cantare fuori dal coro, pagarne il prezzo e riuscire a fare in modo che il tempo ti dia ragione senza che tu ti riduca sempre a dar ragione a lui.

Ma torna più comodo scordarsi Alessandro Manzoni e i Promessi Sposi e far coincidere il buon senso con il senso comune, per poi avere ragione anche quando si ha torto. Pensiamo all’ideologia woke, abbracciata dal nostro con trasporto quando era la nuova religione progressista e oggi che va meno di moda timidamente criticata. Come dire, meglio acerbi che bolliti. 

Gramellini e Acerbi, guarda qui il video di In altre parole su La7

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