"Gli amici mi chiedono come faccio a dormire con due figli così, e io mica lo so. Mi fanno divertire da quando avevano 16 anni, e io oggi ne ho 77. Sono stato proprio un papà fortunato". Commenta così a La Repubblica Giancarlo Inzaghi, il papà di Simone e Filippo, parlando del risultato ottenuto dal primo con l’Inter, ottenendo la finale di Champions dopo la vittoria sul Barcellona: "Come faccio a dormire? Con una pastiglietta di Xanax da 0,50: l’ho presa dopo Inter-Barça, ma poi ho dovuto aggiungere nove gocce di Minias".
E per la notte della finale "prenderò uno Xanax, ma da un grammo". I meriti dell’Inter di suo figlio sono tanti: "I ragazzi hanno dato l’anima per Simone, che se lo merita. Tre volte aveva chiesto a Lautaro: 'Toro, te la senti?'. E lui: 'Ma certo, mister'. Ha giocato con una gamba sola, e Frattesi si era allenato solo la mattina. Formidabili, e non sono neanche giovanissimi. Al completo non hanno paura di nessuno, se ne mancano un paio possono perdere con chiunque".
Simone ha detto a suo papà "che è la rivincita dell’esperienza. L’Inter gli aveva proposto: ti prendiamo due ventenni e tu li fai crescere. Lui ha risposto: bravi, così se non vinco il primo anno mi mandate via". Dopo la partita, si sono sentiti "con una video-chiamata dallo spogliatoio dopo sette minuti, Simone con la camicia aperta, tutto fradicio e senza voce, poi dalla macchina tornando a casa. E poi la mattina, con i due bimbi nel lettone perché non sono mica andati a scuola. Alle 9 aveva 411 messaggi da leggere sul telefono".
Simone è speciale, per suo papà, "perché è empatico, e i suoi giocatori lo adorano anche quando gli grida dietro. Era così anche con gli Allievi della Lazio. E i suoi centravanti spaccano: Immobile vinse la Scarpa d’oro". A Monaco, per la finale, non andrà:"Mai! Non posso abbandonare il mio divano portafortuna a San Nicolò: tapparelle abbassate, whiskino, una sigaretta, poter dire dei nomi a tutti perché tanto non mi sente nessuno. Le partite le vedo da solo, anche se a San Siro ho l’abbonamento in tribuna d’onore accanto a La Russa e al sindaco. Ci sarò andato tre volte".