"E allora perché non il 10 per cento? Sembra di giocare al Lotto”. Il generale Roberto Vannacci punta il dito contro l'Unione europea sull'aumento delle spese militari. Proprio mentre Ursula von der Leyen si trova a Roma con Giorgia Meloni. Ma ne ha anche per l'Alleanza atlantica: "La Nato non impone nulla, sono i singoli paesi a decidere”. Il nuovo vicesegretario della Lega, appena nominato da Matteo Salvini, ha parlato in un'intervista rilasciata al Foglio dei nuovi target richiesti dalla Nato per gli investimenti in Difesa: "Vedremo cosa verrà fuori a L’Aia. Ma l’ho già detto a Kaja Kallas e a von der Leyen. Questa del riarmo, così come cercare di portare la spesa militare al 3,5 o al 5 per cento, è una cosa folle".
"E’ assurdo incrementare la spesa se non si fa diminuire prima il costo di energia e materie prime. L’Europa non è assolutamente competitiva, e non solo nel settore bellico, ma in tanti ambiti”. Secondo il generale, tutto è iniziato dalle "scellerate politiche dell’Ue, che dal 2006-2007 è a trazione socialdemocratica. Ha imposto il Green deal, desertificando il continente dal punto di vista siderurgico e metallurgico, l’industria pesante è stata delocalizzata. In questa situazione paghiamo le materie prime, l’energia e i metalli, molto di più di quanto non le paghino i nostri presunti avversari”.
Così il vicesegretario della Lega propone una nuova ricetta per l'Europa: "Facciamo scendere il prezzo dell’energia, in questo modo avremmo una capacità maggiore di spesa, senza aumentare gli investimenti”. La via è quella indicata da Mario Draghi: "L’ha detto anche l’ex premier, non io. Bisogna fare la pace tra Russia e Ucraina, cosa che l’Europa non vuole fare. L’unico che ne parla è Trump. E poi occorre ricominciare a importare materie prime e una buona parte dell’energia da Mosca, che ha prezzi a buon mercato”.
"Ma c’è un’altra questione che spesso viene dimenticata - prosegue Vannacci -. La Nato non impone nulla. Il target del 2 per cento è stato proposto nel 2008 e confermato nel 2014. Le nazioni hanno deciso di aderirvi. Ma ancora ci sono svariati stati che non lo hanno raggiunto. Addirittura la Spagna ha detto chiaramente che avrà un’agenda diversa. Quindi, a prescindere da quello che verrà indicato all’Aia poi l’Italia dovrà fare i conti con la propria situazione. E vorrei ricordare che le forze armate servono a difendere gli interessi nazionali, non quelli della Nato o dell’Ue”.
Da qui l'ipotesi di ripensare completamente l'Alleanza atlantica: "Funziona benissimo, l’unica alleanza politico-militare efficace negli ultimi 80 anni, e le cose che vanno bene bisogna continuare a farle andare. Quello che dovremmo fare, come italiani e come europei, è assumere dei ruoli di maggiore responsabilità nell’ambito della Nato”.