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L'armonia nel mondo fra giubileo e anno sabbatico

Due eventi che diventano indispensabili per riportare l’armonia nel mondo mediante il ricorso alla pace tra i popoli, all’annullamento delle differenze sociali, al rispetto reciproco dei rapporti uomo/donna
di Sergio De Benedetti martedì 29 luglio 2025

2' di lettura

Cola di Rienzo (Nicola, figlio di Lorenzo del Rione VII “Regola”) nel 1344 fu a capo di una seconda ambasceria romana per tentare di convincere Clemente VI (Pierre Roger di Rosières), quarto dei sette Papi ufficiali di Avignone, a far tornare nella Città Eterna la sede del Papato. Il Pontefice, come aveva già detto due anni prima, declinò l’invito ma confermò alla delegazione che nel 1350 si sarebbe tenuto a Roma un Giubileo, modificando quindi la decisione di Bonifacio VIII (Benedetto Caetani) che stabiliva ogni cento anni. Nato a Limoges, monaco benedettino, cardinale dal 1338 con il Titolo dei Santi Nereo e Achilleo, Clemente VI era un uomo di grande cultura e la sua decisione fu certamente dettata dalla conoscenza dei testi sacri mentre diversa è l’imposizione del 1470 con la Bolla “Ineffabilis Providentia” da parte di Paolo II (Pietro Barbo), poi risultata definitiva, che decretava come il Giubileo si dovesse tenere ogni 25 anni solo perché, dissero i soliti maligni dell’epoca, avrebbe volu to essere protagonista di quello del 1475 ma, ahilui, morì il 26 luglio 1471. Veneziano, cardinale a 23 anni con il Titolo di San Marco, avrebbe voluto chiamarsi Formoso ma lo costrinsero a rinunciare.

Tornando invece a Clemente VI, egli si inseriva perfettamente in simbiosi con la Bibbia che stabilisce: «Conterai sette settimane di anni, cioè sette volte sette anni con un periodo di quarantanove e il cinquantesimo sarà un anno giubileo» (Lv 25,8.11). Dall’ebraico “jobel” (ariete), il suono del suo corno annunciava la celebrazione ed il periodo prevedeva il riposo della terra, il condono dei debiti e la liberazione degli schiavi. Ed anche se ai giorni nostri per “anno sabbatico” (shabàt, riposare) si intende un periodo lontano dalla abituale attività lavorativa, il significato biblico rimane a regolare la nostra vita: «Per sei anni seminerai il tuo campo e poterai la tua vigna e ne raccoglierai i frutti, ma il settimo anno sarà come sabato, un riposo assoluto per la terra» (Lv 25, 1-3).

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Adeguando i tempi di oggi ad oltre 3.500 anni fa, ecco come l’anno sabbatico e il giubileo diventino indispensabili per riportare l’armonia nel mondo mediante il ricorso alla pace tra i popoli, all’annullamento delle differenze sociali, al rispetto reciproco dei rapporti uomo/donna, ad eliminare sopraffazioni di qualunque tipo ed entità, a professare la propria vocazione religiosa in assoluta libertà di pensiero, constatando però che di questi tempi siamo ben lontani dal raggiungere tali fondamentali princìpi.

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nicola di rienzo

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