Insultati e anche aggrediti perché di fede ebrea. È successo all'area di sosta "Villoresi" lungo la A8 Milano-Laghi. Le vittime? Un turista francese e suo figlio. Sulla vicenda si è soffermato anche Michele Serra, che sulle colonne di Repubblica ricostruisce la storia e fornisce una sua "soluzione": "Pestare un francese ebreo incontrato in autogrill - senza sapere chi è, cosa pensa, come vive, e senza tenere conto che con lui c'è un bambino di sei anni - solo perché indossa una kippah e reagisce agli insulti; e pensare che pestarlo significhi essere 'dalla parte di Gaza', richiede una buona dose di stupidità".
"Ma la stupidità - prosegue - non basta. Bisogna lasciarsi possedere da quella specie di shining negativo, inconfondibile, che è il fanatismo, una specie di ossificazione del pensiero che devasta una minoranza di persone; però una minoranza così attiva, così rumorosa, così prevaricante, da guastare anche la vita degli altri. Sarebbe interessante sapere chi sono gli autori del gestaccio".
Il motivo? "Non per punirli o biasimarli (non serve a niente: il fanatico gode dei propri torti, li considera prove sul campo della sua eccellenza morale, si sente vittima anche quando è prevaricatore), ma per capire meglio. Cosa leggono, se leggono? A quali siti si abbeverano e in quali chat si autobenedicono? In quali stanze refrattarie al mondo rinforzano i loro precetti (in questo caso: ebreo uguale Netanyahu".
Insomma, per Serra questi delinquenti che hanno aggredito un turista senza ragione non devono essere puniti. E chissà se lo stesso discorso l'avrebbe fatto anche di fronte a un'aggressione di estremisti di destra.