Ieri, venerdì 8 agosto, la sceneggiata di Rita De Crescenzo, alias la tiktoker di Roccaraso, nella sede della regione Campania. Sceneggiata costata l'espulsione al capogruppo locale di Azione, che la aveva accolta in pompa magna, prestandosi ad apparire nei suoi video.
Certo, scene ben poco edificanti. La De Crescenzo, una sostanziale militante grillina, appare tutto tranne che appropriata a un contesto istituzionale. Questo è pacifico. E però, quanto scrive su lady Roccaraso Michele Serra su Repubblica, nella sua Amaca quotidiana, colpisce. Scrive cose forti. Molto forti. E non stupisce, essendo Serra un'emblema della sinistra radical-chic, una sorta di incarnazione del complesso di superiorità. Eppure sfogarlo così sulla De Crescenzo appare... fin troppo.
"Lascio ai lettori, del tutto liberamente, il diritto di stabilire se è il delirio di un vecchio reazionario o il grido di dolore di un irriducibile democratico", premette Michele Serra.
Dunque aggiunge: "Io la tiktoker che entra nel Consiglio comunale di Napoli per il suo siparietto sgrammaticato, la vorrei allontanata dai gendarmi. La vorrei scacciata dagli dèi, mentre la folgore la sfiora". E quando di folgore, Serra si riferisce a un fulmine. Ergo, le augura di essere (quasi) fulminata. "Vieni, copriti, esita, che la nudità della tua ignoranza non è una colpa, ma sicuramente neppure un merito", riprende picchiando durissimo.
E ancora, in un crescendo: "Aprire bocca solo per aprirla, fotografarsi solo perché si esiste, credersi all'altezza di qualunque governo, autorevolezza, potere, solo perché ci si alza al mattino. Non chiedersi mai, mai, mai: sarò capace? Sarò in grado? Sarà all'altezza?". Infine, i complimenti a Carlo Calenda "che sospeso il suo consigliere fellone che ha aperto le porte della polis a questa sciagurata", conclude Michele Serra. Già, la tiktoker proprio non può vederla, tollerarla, concepirla. Meglio che un fulmine la sfiori...