A Otto e Mezzo non si può non parlare dell'incontro tra Donald Trump e Netanyahu e il piano di pace per Gaza. Ospite di Lilli Gruber, Lucio Caracciolo. Per il direttore della rivista italiana di geopolitica Limes, "sembra che ci stiamo avvicinando a un periodo di pacificazione. Questa per Trump è la fine di anni di guerre, non manca l'enfasi ma manca la sostanza. È un semi-lavorato, c'è l'accordo con Netanyahu ma non con Hamas. Ci sarà dunque la necessità di una nuova trattativa".
Eppure, è il suo sospetto, "alcuni ministri di Israele non apprezzeranno molti aspetti di questa proposta. È stato interessante ascoltare le parole di Netanyahu che ha ringraziato Trump e presentato il piano non come un compromesso, bensì come una vittoria". Poi la parola passa a Massimo Giannini. "Per ora siamo alla retorica - esordisce -. È tutto nebuloso, soprattutto per quanto riguarda la parte di Hamas". Da qui la tesi sul 7 ottobre: "Il 7 ottobre avviene in risposta agli accordi di Abramo".
"Chapeau a Trump", è invece il pensiero di Italo Bocchino. Per il giornalista "bisogna vedere cosa accadrà nelle prossime 72 ore". Chiusa la parentesi Gaza, la conduttrice torna all'Italia e alle regionali nelle Marche. "Questa è una vittoria di Meloni, al di là di Bocchino che lo ha aiutato chiamato da FdI - commenta Giannini -. Meloni stravince in una regione considerata contendibile a fronte di un campo largo che si è dimostrato un campo santo". "In questi mesi siamo riusciti a comunicare bene che Acquaroli ha fatto un bel lavoro", interviene Bocchino ricordando che "ha vinto Meloni, era veramente difficile stare al governo e vincere le elezioni di midterm ma ce l'ha fatta".