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Luciano Canfora contro Zerocalcare e compagni: "Ridicoli, in cerca di fama"

di Brunella Bolloli venerdì 5 dicembre 2025

3' di lettura

Alla fine della fiera, è il caso di dirlo, la notizia è che la sinistra si divide ancora, perfino sui libri. La querelle imbastita da un gruppo di intellettuali progressisti sulla presenza dello stand di “Passaggio al bosco”, casa editrice specializzata in testi di destra, a “Più libri più liberi”, ha come risultato la spaccatura del fronte dei compagni oscillante tra censura e voglia di democrazia. La stessa curatrice della rassegna, Chiara Valerio, scrittrice di fede murgiana che farebbe volentieri a meno di esprimersi a favore di un editore tanto distante dalle sue idee, taglia corto al Tgr: «Io non condivido niente di Passaggio al Bosco, il fatto che io debba ripeterlo è molto noioso, ma io non ho paura dei libri». E se per la scrittrice di Scauri non bisogna temere alcuna pubblicazione, Zerocalcare ritiene intollerabile essere presente in uno spazio nel quale espongono anche editori «nazisti». Il fumettista si è sfilato ancora una volta, come già aveva fatto a Lucca Comics & Games mettendo in atto la sua personale forma di boicottaggio contro Israele.

Nel dibattito scoppiato alla vigilia dell’inaugurazione s’inserisce Luciano Canfora, il quale interpellato dall’Ansa gela i firmatari dell’appello per escludere Passaggio al bosco dalla Nuvola di Fuksas. «L’antifascismo da salotto fa ridere», dichiara il filologo già militante nel partito comunista. «L’avere lasciato quella casa editrice» alla rassegna di Roma «è stato giusto, mi pare ovvio, non siamo tornati alla controriforma che aveva l’elenco dei libri proibiti». E poi ha aggiunto: «Di solito chi firma gli appelli lo fa per esibire se stesso, è una specie di malattia mentale delle primedonne. Non si combatte contro i rigurgiti o i ritorni del fascismo con i divieti, si fa facendo cultura, discutendo, vincendo politicamente, non con la censura che è molto comoda». Assumere queste posizioni invece «serve anche ad entrare finalmente nella prima pagina di qualche giornale, che è l’obiettivo supremo degli intellettuali di solito». E in merito alla scelta del fumettista di non partecipare alla kermesse di Roma, lo studioso ha risposto: «Fatti suoi, avrà avuto da fare altrove, io non so chi lui sia veramente, però va benissimo. Non credo che soffriremo per questa mancanza. Oltretutto», ha aggiunto, «anche la casa editrice Passaggio al bosco, «non mi era nota prima, però lo spirito spira dovunque, dice il Vangelo di Giovanni, o il Faust di Goethe, quindi calmatevi, è il caso di dire, anche perché quando Adelphi stampa Celine, feroce antisemita invece va bene?».

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Canfora quest’anno non è venuto a Più Libri più liberi, ma se fosse stato in programma non avrebbe declinato per protesta contro lo stand di destra. «Non ho mai praticato in vita mia la censura verso chicchessia, ho sempre preferito la parola alla polizia». Il giorno prima, intervenuto a Otto e mezzo, anche Massimo Cacciari, ha stigmatizzato l’atteggiamento di Zerocalcare e compagni: «Non è con i sistemi di censura che si combattono le idee per quanto pericolose siano. Cultura, scuola, educazione possono servire, non certo la censura e poi questi testi si trovano in tutta Europa». In risposta a Massimiliano Smeriglio, assessore capitolino alla Cultura, che non ha presenziato all’inaugurazione, il ministro Alessandro Giuli ha detto: «Si può giudicare nel peggiore dei modi o inaccettabile il punto di vista di un editore, quale esso sia, però la risposta più giusta è non censurare e non assentarsi dal dibattito pubblico, per non rinunciare alla battaglia». Poi, siparietto all’uscita incrociando all’uscita il drammaturgo Stefano Massini. «Nessuno ha chiesto il tuo scalpo», ha assicurato Giuli.
«Come no, forse tu no, ma qualcun altro sì...». Abbracci e saluti. «Nessuno scalpo, solo libertà», ha detto Giuli.

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luciano canfora

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