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Hannoun, Francesca Albanese rompe il silenzio: "Con buona pace dei difensori del genocidio"

lunedì 29 dicembre 2025

2' di lettura

Dopo un paio di giorni di silenzio, immaginiamo imbarazzato, Francesca Albanese ritrova la favella sui social e dice la sua sull'inchiesta che ha portato sabato all'arresto di Mohamad Hannoun, il presidente dell'Associazione Palestinesi in Italia. Lui e ad altre 8 persone finite in manette sono sospettate dagli inquirenti di Genova di aver gestito un giro di finanziamenti occulti ad Hamas. La tesi è che dietro l'estesa rete di associazioni umanitarie e di solidarietà con Gaza e i palestinesi gli arrestati abbiano raccolto fondi da smistare, nel 70% dei casi, direttamente nelle tasche dei terroristi islamici per alimentare la loro macchina bellica e non quella degli aiuti alle popolazioni in guerra.

"Utilizzare un'inchiesta ancora da accertare per screditare milioni di cittadini mobilitati contro un genocidio è molto grave. Confido nella magistratura italiana - scrive la relatrice speciale all'Onu sui territori palestinesi occupati -. Nel frattempo la battaglia per i diritti umani in Palestina continua. Con buona pace dei difensori del genocidio". Quindi Albanese, che da mesi ha condiviso con Hannoun battaglie, piazze e appelli infuocati contro Israele, condivide un commento di Francesco Cancellato, direttore di Fanpage, secondo cui "l'indagine sui fondi per i civili a Gaza usati per finanziare Hamas ha fatto ripartire la grancassa negazionista. Ecco perché hanno fatto bene Melillo e Piacente a ricordare che il loro lavoro non cancella le responsabilità di Israele". Il riferimento è al passaggio nelle carte dell'inchiesta, assai discusso e discutibile, in cui i magistrati sembrano quasi difendersi dalle possibili accuse di "collaborazionismo con il nemico" (israeliano, ovviamente) per aver osato indagare sulla galassia pro-Pal.

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Non paga, la Albanese ri-cita un altro commento, stavolta del sodale Tomaso Montanari, definendolo "impeccabile". "Anche se esistesse davvero una rete italiana di finanziamento ad Hamas, circostanza che dovrà essere dimostrata in tribunale, e non certo sulla base dei 'dati' forniti dai servizi segreti dello Stato genocida di Israele - è la premessa del rettore per l'Università per stranieri di Siena, già di per sé lunare -, davvero nessuno di coloro che hanno manifestato contro il genocidio di Gaza dovrebbe 'chiedere scusa', come invece ciancia il solito funesto ciarlatano iracondo Matteo Salvini". Per Montanari, insomma, è peregrino chiedere agli esponenti delle opposizioni di fare mea culpa non per un appoggio sia pure indiretto ad Hamas, che ovviamente nessuna sogna di attribuire loro, ma per un grave eccesso di leggerezza nell'aver legato le loro legittime battaglie a personalità come quelle di Hannoun, già da tempo assai chiacchierate. 

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"Anche io sono stato presentato a Mohammad Hannoun, in un evento pubblico con migliaia di persone presenti, e allora?", fa spallucce Montanari. "Gli attacchi a Laura Boldrini, a Francesca Albanese e ad altre personalità pubbliche che compaiono in fotografie con lui sono spregevoli e fondati sul nulla. Spesso provengono da persone che si vantano dei propri ritratti in compagnia di Netanyahu, e magari anche di Bolsonaro, Putin o Trump, i cui crimini, a differenza di quelli solo presunti di Hannoun, sono certi e noti a tutti". 

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