Capodanno dietro le sbarre. Ci hanno già passato il Natale. Il rischio, per loro, è di rimanerci anche a carnevale, e poi inizia la Quaresima. A tutti e quattro i principali accusati del Qatargate - mazzette in cambio di voti e interventi pro Qatar e Marocco - sono state negate la scarcerazione e la libertà vigilata: prima a Eva Kaili e al compagno Francesco Giorgi, e ieri a Niccolò Figà-Talamanca, presidente della Ong di Emma Bonino "No Peace Without Justice", e all'ex europarlamentare Dem e Articolo 1 Antonio Panzeri, ritenuto il dominus dello scandalo, i cui avvocati a sorpresa hanno chiesto il rinvio dell'udienza al 17 gennaio.
LA STRATEGIA
Ha preso tempo, il presidente dell'Ong a cui tutto o quasi sembra legato, la "Fight Impunity", e stando a fonti vicine agli inquirenti dietro la decisione ci sarebbe la collaborazione che Panzeri starebbe fornendo ai magistrati facendo nomi di primo piano come quelli dell'eurodeputato del Pd Andrea Cozzolino e del collega socialdemocratico Marc Tarabella, al momento non indagati. Per i due, così come per la compagna di gruppo in Ue, Maria Arena - riporta il sito greco Ehtnos che rilancia la notizia di Mega Channel (dove lavorava la Kaili come giornalista) - a breve potrebbe esserci la revoca dell'immunità parlamentare, il che significherebbe che finirebbero ufficialmente sotto indagine. Sulla richiesta di estradizione in Belgio della figlia di Panzeri, Silvia, oggi ai domiciliari nel Bergamasco con la madre, Maria Colleoni, il tribunale deciderà il 3 gennaio, dopo la richiesta dei legali di verificare le condizioni delle carceri belghe. Per la Colleoni, per la quale i giudici hanno già disposto l'estradizione, si attende l'esito del ricorso. Torniamo a ieri.
Il tribunale di Bruxelles ha negato a Figà-Talamanca la richiesta di libertà vigilata con l'applicazione del braccialetto elettronico: il 14 dicembre gli era stato concesso, ma la prcoura si era opposta. A pesare sulla decisione del giudice titolare dell'inchiesta per corruzione, riciclaggio e associazione a delinquere, potrebbero essere state anche le ultime foto che mostrano un passaggio sospetto di valigette in un hotel di lusso di Bruxelles tra Panzeri, lo storico collaboratore Giorgi (poi passato al servizio di Cozzolino) e il ministro del lavoro qatariota, oltre alle nuove intercettazioni tra i protagonisti dell'inchiesta. Intanto è arrivata la notizia che il 17 gennaio, lo stesso giorno della nuova udienza di Panzeri, verrà votato il sostituto della destituita vicepresidente greca dell'Ue, la Kaili. Altro capitolo.
Dal Qatar all'Italia, perla costruzione di centri islamici, negli ultimi anni sono arrivati 30 milioni, l'ha detto il capo dell'Unione delle Comunità Islamiche d'Italia, Yassine Lafram, «e sono serviti a finanziare 50 progetti». La Lega vuole chiarezza. «Il Qatargate», ha tuonato Massimiliano Romeo, capogruppo al Senato, «ha sollevato inquietanti interrogativi sulle ingerenze di Doha nelle scelte politiche europee». Romeo ha presentato un'interrogazione parlamentare: «Lo scopo delle donazioni, rafforzare la presenza della cultura islamica in occidente, è preoccupante, dal momento che il Qatar è uno dei principali sostenitori dell'organizzazione politica radicale Fratelli Musulmani. Bisogna fare luce sulle moschee e su chi le finanzia per evitare che si celi un sistema volto a promuovere l'estremismo islamico».
SINISTRA PRO DOHA
Spinge anche Susanna Ceccardi, che della Lega è europarlamentare: «Nel 2020», dice a Libero, «ho presentato un'interrogazione a Josep Borrell, Alto rappresentante per gli Affari esteri Ue, sui rapporti tra Qatar e alcuni gruppi terroristici, in particolare sul finanziamento di centri islamici in Italia. Gli avevo chiesto se non fosse il caso di imporre misure restrittive al Qatar per limitarne l'intervento finanziario in Europa: mi aveva risposto che l'Ue non stava valutando alcuna limitazione. Sono 800, complessivamente, i milioni che Doha ha inviato in Europa dal 2004: non sono forse ingerenze? Il Pd ha sempre difeso politicamente queste attività».
Il bilancio delle devastanti inondazioni causate dalla tempesta che ha colpito il Texas centrale sale ad almeno 51 morti. Ventisette i dispersi.Il dato ufficiale fornito dalle autorità parla ancora di 43 vittime ed è probabile aumenti nella zona più colpita della contea di Kerr. Sempre le autorità sabato in una conferenza stampa hanno dichiarato che 15 delle vittime erano bambini. Il governatore Greg Abbott ha promesso che le squadre avrebbero lavorato 24 ore su 24 per soccorrere e recuperare le vittime. Ancora da ufficializzare il numero delle persone disperse, a parte 27 bambine che si trovavano in un campo estivo femminile.