Provate soltanto a immaginare: se rispettassi le regole, in sella alla mia Vespa rossa su un qualsiasi viale di Milano, centro o periferia che sia, potrei vedere Marcell Jacobs superarmi sulla sinistra, senza freccia e senza nemmeno un motore a spingerlo. E tanto basta per dare la cifra dell'ultima follia - bene ribadirlo: follia - del verdissimo sindaco Beppe Sala. Dal primo gennaio 2024, Milano sarà una città "trenta all'ora". Trenta chilometri orari il limite di velocità, ovunque e per tutti. Forse non per Jacobs e per chi riesce a correre così come si corre sulle piste di atletica.
Quando qualche giorno fa avevo letto i primi titoli sulla vicenda pensavo fosse una boutade, l'ultima sparata del sindaco radical-green che a suon di piste ciclabili insensate (e inutilizzate) ha ricreato il traffico degli insostenibili anni '90, quando le prime Fiat Punto e le tamarrissime Subaru Impreza sputacchiavano smog con irritazione e insolenza, irrimediabilmente ferme così come erano irrimediabilmente ferme tutte le altre auto. Credevamo di aver archiviato l'epoca in cui per fare tutto corso Buenos Aires servivano un paio d'ore. E invece no: a riproporci quell'inferno ci ha pensato il sindaco più amato dai ciclisti con freno a bacchetta, il freno più radical e ovviamente più chic che ci sia.
Ma per Beppe Sala evidentemente non è abbastanza. Se non pedali e vai a motore devi essere ulteriormente punito. Dunque trenta all'ora, anche nelle poche vie in cui al netto delle ciclabili i trenta all'ora ancora si possono raggiungere. E così sia anche per le moto, che non scegli per la comodità - andateci voi su due ruote sotto la pioggia, masticando smog e ben attenti a evitare automobilisti isterici. Io la mia Vespa la scelgo certo perché è bella, ma soprattutto per lasciarmi alle spalle le colonne di auto. E credetemi, parola di uno che teme la velocità, anche nel traffico è impresa impossibile non superare i 30 all'ora. Per evitare le multe farei prima a spingerla, la mia Vespa rossa.
Ma, ancor peggio: immaginate che non ci siano né code né traffico. E immaginate che io vespista, come qualsiasi motociclista, decida di rispettare il limite dei trenta chilometri orari. Avete idea del pericolo? Poiché quel limite lo rispetteranno in pochi (è impossibile, rispettarlo), quei pochi diventeranno un bersaglio (im)mobile al centro della carreggiata, buoni per essere abbattuti da quelli che viaggeranno non dico a 100, ma a 50 all'ora. Mica Leclerc, mica dei pazzi o dei piloti mancati, epperò persone che fileranno quasi al doppio della velocità di chi rispetta le regole. Caro Beppe Sala, ripensaci: questi 30 all'ora sono utopica e insidiosa follia.