Non era sufficiente affossare l’industria europea dell’auto, prevedendo la messa al bando a partire dal 2035 dei veicoli a benzina e diesel. L’ambientalismo dogmatico degli euro-burocrati ha partorito infatti un’altra misura le cui conseguenze rischiano di essere pesantissime per i cittadini europei: la direttiva sull’efficientamento energetico degli edifici privati. E l’Italia, in questo quadro, sarà il Paese a pagare il conto più salato: il 60% degli immobili non rientra infatti negli standard stabiliti da Bruxelles entro il 2030 e andrà perciò ammodernato.
IL BONUS - Stime ancora non ce ne sono, ma facendo un confronto con il Superbonus 110,che ha lo stesso obiettivo di migliorare il consumo di energia di condomini e immobili, si arriva alla cifra monstre di circa 1.500 miliardi di euro. Denaro da sborsare nel giro di pochi anni, dal momento che la direttiva prevede entro il 2030 il passaggio di tutti gli immobili residenziali alla classe energetica E ed entro il 2033 a quella D, ancora più stringente. L’obiettivo dell’Ue è chiaro: abbattere completamente entro il 2040-2050 le emissioni da parte di case ed appartamenti, considerati responsabili di oltre un terzo (36%) dei gas serra prodotti in Europa. Ma andiamo con ordine. Come il divieto di vendita delle auto con motore a scoppio, il provvedimento fa parte del pacchetto «Fit for 55», un insieme di norme dirette a ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 e di conseguire la “neutralità climatica” entro il 2050. Al momento, come detto, la maggior parte degli edifici si colloca nelle classi energetiche inferiori: stando ai dati Enea, il 24,6% nella fascia Feil 35,3%in quella G. Il patrimonio immobiliare italiano è infatti piuttosto vecchio e risale, in larga parte, all’epoca del boom economico (anni ’60 e ’70). Soltanto il 15,5% delle abitazioni, invece, ha ottenuto una certificazione energetica pari a E. Anche queste case, in genere costruite tra gli anni ’90 e 2000, dovranno venire ristrutturate entro il 2033 per accedere al gradino successivo. Un salto che non è per nulla scontato. Per passare alla classe D è infatti necessario tagliare i consumi di energia del 25% con interventi mirati: realizzare un cappotto termico interno o esterno, cambiare gli infissi, sostituire la vecchia caldaia con una nuova a condensazione. Insomma, da quial 2033,il 75% delle abitazioni italiane dovrà subire importanti interventi di ristrutturazione.
IL CENSIMENTO - Secondo l’ultimo censimento Istat, in Italia ci sono 12milionie 188milaedifici residenziali. Di questi, oltre 9 milioni, il 75% appunto, avrà bisogno di qualche ritocco per rispettare le norme Ue. Considerando che gli interventi finanziati conil Superbonus 110 sono costati in media 171mila euro, ecco che il conto totale risulta pari a 1.556 miliardi di euro. Certo, si tratta di un calcolo a spanne, ma che non è troppo lontano dalla realtà. I lavori per migliorare l’efficienza energetica, infatti, costano parecchio. Per avere una pietra di paragone, basta considerare che, a fine novembre, nell’ambito del Superbonus erano stati realizzati 338.950 interventi, per un valore totale di oltre 58 miliardi di euro. Certo, è vero che rispetto al testo originario della direttiva, quello del 2021, alcuni punti sono stati ammorbiditi. Ad esempio, sono state eliminatele sanzioni inizialmente previste e le limitazioni alla possibilità di affittare gli immobili privi del bollino verde europeo sui consumi energetici. Ma ciò non toglie che in assenza di generosi sussidi (come nel caso del Superbonus) gli oneri per i cittadini saranno enormi. Senza contare il deprezzamento degli immobili che si trovano nelle classi energetiche più basse. Secondo una stima di Immobiliare.it, negli ultimi cinque anni le abitazioni che si trovano nella fasce dalla E in giù hanno perso l’8% del loro valore. Un trend che, in seguito alle nuove norme Ue, non potrà che peggiorare.
Il bilancio delle devastanti inondazioni causate dalla tempesta che ha colpito il Texas centrale sale ad almeno 51 morti. Ventisette i dispersi.Il dato ufficiale fornito dalle autorità parla ancora di 43 vittime ed è probabile aumenti nella zona più colpita della contea di Kerr. Sempre le autorità sabato in una conferenza stampa hanno dichiarato che 15 delle vittime erano bambini. Il governatore Greg Abbott ha promesso che le squadre avrebbero lavorato 24 ore su 24 per soccorrere e recuperare le vittime. Ancora da ufficializzare il numero delle persone disperse, a parte 27 bambine che si trovavano in un campo estivo femminile.