Papa Francesco
Chi pensava che il libro del segretario di Benedetto XVI, monsignor Gänswein, fosse un missile lanciato contro le robuste fondamenta di Santa Marta, residenza di Papa Francesco, era all’oscuro del volumequesto sì una “bomba” - del cardinale Gerhard Müller, discepolo prediletto di Papa Ratzinger e suo successore come Prefetto della congregazione per la Dottrina della Fede. Un libro-intervista in uscita in questi giorni (edito da Solferino e curato dalla brava collega de Il Messaggero Franca Giansoldati) in cui c’è praticamente di tutto. Una lettura precisa e puntuale del pontificato di Jorge Bergoglio nella quale le critiche, quasi sempre rivolte in punta di diritto, non celano un’acredine personale del porporato ma un programma per il futuro della Chiesa e del papato stesso. Una visione precisa e dettagliata dello smarrimento causato da molte decisioni avventate prese da Francesco «troppo spesso mal consigliato o tendente ad accontentare i cortigiani e gli amici», degli errori commessi in campo liturgico, teologico e politico e al contempo un invito alla riflessione per il pontificato che verrà.
NOMINE
Nel rispondere alle incalzanti domande di Giansoldati, il cardinale affronta tutti i temi più scottanti nella Chiesa: dall’ipotesi del sacerdozio femminile al caso Becciu, dalle politiche migratorie alla riforma della Curia attuata da Francesco, dai rapporti altalenanti con le ultime amministrazioni Usa allo spinoso tema della rinuncia di Ratzinger, dal “cerchio magico” di Bergoglio alle nomine da questi attuate dando spazio a personalità prive di preparazione dottrinale privilegiando invece gli amici, dagli scandali della pedofilia ad una certa magnanimità, proprio su questo tema, nei confronti di prelati allineati rispetto alla mannaia caduta contro quelli che invece non lo sono, dall’omosessualità dentro la Chiesa alle accuse infamanti nei confronti di Ratzinger quando questi era ormai al suo tramonto terreno.
Andiamo con ordine. Gerhard Müller, allievo di Benedetto XVI, se ne stava tranquillamente a Ratisbona, dov’era vescovo, insegnando teologia e lavorando all’Opera Omnia degli scritti di Joseph Ratzinger quando il “suo” Papa decise di chiamarlo a Roma prima come membro (2007) e poi come Prefetto (2012) della Congregazione per la Dottrina della Fede, ruolo che il Pontefice aveva ricoperto per trent’anni fino all’elezione al Soglio. Poi nel 2017, con il nuovo Papa, accade un fatto inatteso: «È stato un fulmine a ciel sereno», ammette il cardinale, «un giorno Francesco mi abbracciò alla fine della messa dicendomi di avere fiducia in me e il giorno dopo, recatomi in udienza, mi disse sinteticamente “hai terminato il tuo mandato, grazie per il tuo lavoro” senza fornirmi alcuna motivazione». Bisogna infatti ricordare che i ruoli apicali di Curia solitamente sono rinnovati per un secondo mandato o anche oltre, fino almeno al compimento del 75mo anno di età di chili ricopre. Per Müller non fu così: «Purtroppo», prosegue il porporato, «questo modus operandi ha causato parecchia inquietudine all’interno del Vaticano in questi anni».
Sul motivo del suo precoce licenziamento Müller ha una spiegazione: «Alcuni latinoamericani che si sono erti a consiglieri di Francesco soffrono di un complesso d’inferiorità verso i teologi tedeschi, ritenendoci delle vecchie carcasse démodé» e aggiunge: «Per la cerchia papale io restavo sempre troppo pericolosamente vicino alla linea di Ratzinger».
In merito al cosiddetto “cerchio magico” bergogliano, il cardinale tedesco ha le idee chiare: «Esiste un gruppo ristretto di persone che gravita attorno a Santa Marta che non hanno alcuna preparazione né politica né teologica», afferma Müller aggiungendo un retroscena fino ad oggi sconosciuto: «A maggio del 2022, durante una riunione di vescovi, Francesco descrisse l’ex ministro dell’Interno, Marco Minniti, alla stregua di un criminale di guerra per aver firmato l’accordo diplomatico con la Libia, all’origine, secondo lui, dei lager in cui sono stati torturati migliaia di migranti». L’odio di Bergoglio verso Minniti e le politiche migratorie italiane, stando a quanto riporta il porporato, sfociò quasi in un incidente diplomatico: «Agli inizi del 2022 Minniti era stato invitato a Firenze ad un convegno promosso dalla Cei ed era atteso anche Papa Francesco, venuto a conoscenza della presenza dell’ex ministro da lui ritenuto responsabile dell’avviamento della disastrosa politica migratoria italiana, ha dato forfait all’ultimo minuto e non ha voluto nemmeno mandare i saluti al convegno, nonostante fosse presente anche il Presidente della Repubblica».
SALVINI, MELONI, ORBAN
Sull’immigrazione il cardinale torna nuovamente più avanti, quando la giornalista gli chiede se i motivi per cui alcuni politici come Salvini, Meloni, Orbán o Trump non abbiano riscosso simpatie in Vaticano siano legati alla loro netta opposizione agli sbarchi dei migranti. E qui il cardinale stupisce: «Questo problema non è affatto semplice per chi governa, è chiaro che politici come Salvini, ma anche gli altri da lei citati, ritengono che la catastrofe demografica non la si possa risolvere in Europa aprendo le porte indiscriminatamente e senza regole, tra l’altro la storia insegna che una soluzione del genere è destinata a non funzionare».
Tutto il libro offre al lettore una visione chiara e netta di molti eventi accaduti sotto il pontificato di Bergoglio e spesso il cardinale dà una sua lettura, come per il caso Becciu: «Punire qualcuno prima della sentenza denota il potere cieco di una monarchia assoluta, quasi un residuato storico del Papa-Re». Un libro interessantissimo destinato a terremotare nuovamente il Vaticano e certamente indebolire ancor di più un pontificato ormai al tramonto, ma il lettore dovrà però cogliere i segnali lanciati dal cardinale Müller: il suo intento infatti non è quello di affondare la “barca”, ma quello di riflettere sul futuro della Chiesa e, dando il proprio contributo, cercare proprio di evitare che essa s’inabissi.
Il bilancio delle devastanti inondazioni causate dalla tempesta che ha colpito il Texas centrale sale ad almeno 51 morti. Ventisette i dispersi.Il dato ufficiale fornito dalle autorità parla ancora di 43 vittime ed è probabile aumenti nella zona più colpita della contea di Kerr. Sempre le autorità sabato in una conferenza stampa hanno dichiarato che 15 delle vittime erano bambini. Il governatore Greg Abbott ha promesso che le squadre avrebbero lavorato 24 ore su 24 per soccorrere e recuperare le vittime. Ancora da ufficializzare il numero delle persone disperse, a parte 27 bambine che si trovavano in un campo estivo femminile.