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Nordio, i casi che imbarazzano Pd e M5s: perché non possono attaccarlo

di Caterina Spinelli mercoledì 25 gennaio 2023

3' di lettura

"Le intercettazioni per i fenomeni di terrorismo e mafia non saranno minimamente toccate". Stesso discorso per "i reati 'satellite' o 'spia'". '’unica novità? Punire chi non rispetta il segreto istruttorio e passa le informazioni ai giornali. Le parole di Carlo Nordio, così come la sua idea di riforma, sono chiare. Eppure l’opposizione non vuole sentire ragioni. Da giorni Movimento 5 Stelle e Partito democratico si sono risvegliati dal torpore ed ecco che gridano alla deriva "preoccupante". Almeno in termini di giustizia. Prima Giuseppe Conte con l'"improvvida crociata": la riforma "può compromettere la capacità investigativa di contrastare mafia e corruzione, limitando le intercettazioni, e ci preoccupa il disegno di volere asservire il potere giudiziario a quello politico. Questo disegno lo contrasteremo fortemente con tutta la nostra determinazione". Poi Alessandra Moretti con le "parole inopportune": "Un conto è disciplinare l’uso e la diffusione delle intercettazioni per evitare gli abusi e la gogna mediatica, altro è limitarne l’uso che resta fondamentale per la lotta all’illegalità e alla corruzione. Il governo va in cortocircuito sulle intercettazioni: per loro andava bene inserirle nel decreto Rave contro i giovani e vanno invece riformate per altri reati".

Insomma, grillini e dem sembrano fuorviare le reali intenzioni del ministro della Giustizia. Peccato però che la storia non menta. Anzi, per 5 Stelle e Pd è un boomerang. Tornando al dicembre 2020, si ricorda lo "svuota carceri" del ministro Alfonso Bonafede. L’allora Guardasigilli, parte della forza politica più manettara di sempre, permise ai detenuti con una pena residua massima di 18 mesi di godere del permesso premio. Tradotto: in 5mila lasciarono il carcere nel nome del Covid. Il tutto in piena sintonia con Conte, all’epoca premier. Lo stesso che oggi teme "la prospettiva delineata da questa maggioranza, che mette a rischio il 41 bis". E così Giovanni Donzelli, responsabile nazionale organizzazione di Fratelli d’Italia, non rimane a guardare: "Il governo Meloni non prende lezioni da chi, quando era premier, ha scarcerato i mafiosi con la scusa del Covid. Il Governo, fin dal primo atto sul carcere ostativo, ha reso la vita più dura ai mafiosi. Conte invece continua a raccontare falsità e a mettere in dubbio il mantenimento del 41 bis; mentre nessuno nella maggioranza ha mai ipotizzato di toccarlo".

Non meno incoerente il Pd. Sì, perché la volontà di Nordio è che quella di evitare di diffamare "l'onore delle persone" con intercettazioni irrilevanti. Le stesse da loro denunciate per difendere Mimmo Lucano. Guarda caso, un uomo di sinistra. Era il 2021 quando Stefano Ceccanti, capogruppo in Commissione Affari Costituzionali del Partito democratico, presentò un’interrogazione per chiedere alla ministra Cartabia accertamenti nell’inchiesta della procura di Locri, in cui vennero intercettati anche giornalisti e avvocati. Per i dem si trattò di conversazioni irrilevanti per la polizia giudiziaria, avvenute con il solo intento di rivelare indirizzi, rapporti confidenziali e dettagli di vita privata. Dunque, viene da domandarsi cosa cambia con la proposta di Nordio? Forse l’appartenenza politica.

Ma non è tutto, visto che sul tema il Pd dimostrò di essere più simile alla Lega che ai pentastellati. Il caso è quello di Armando Siri. Questa volta non serve spostare le lancette dell’orologio tanto indietro. Nel 2022 dem, Fratelli d’Italia, Forza Italia hanno bloccato l’uso delle intercettazioni sul responsabile economico leghista. Il processo lo vedeva accusato di aver ottenuto la promessa di denaro per far passare degli emendamenti nel settore delle energie rinnovabili, e di essersi attivato per il progetto del completamento dell’aeroporto di Viterbo di interesse della Leonardo S.p.a. per future commesse. Tutto dimenticato?

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