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M5s, viaggi gratis in treno anche per gli ex grillini

di Hoara Borselli sabato 28 gennaio 2023

3' di lettura

82.520 euro, di cui 50.740,4 solo nel mese di ottobre, è stata la spesa per i biglietti dei treni a bilancio della Camera. Una corsa al carnet a sbafo, da parte dei deputati orfani di scranno, per arraffare gli ultimi benefit a disposizione. Un aumento di spesa esponenziale che ha insospettito gli uffici della Camera che, insediatosi al nuovo Parlamento, hanno invalidato i biglietti per gli ex deputati. Una doccia fredda per tutti i trombati che ne avevano fatto incetta, convinti che i titoli di viaggio avessero una validità di un anno. Cosa abbia insospettito Montecitorio, è stata l’escalation di conti da saldare all’agenzia di viaggi Carlos Wagonlit, convenzionata con la Camera. Raramente venivano acquistati carnet da dieci corse ma ad un certo punto c’è stato un cambio di rotta difficile da non notare. A marzo di biglietti ne erano stati venduti per un valore di 3.756 euro (7 per cento della spesa totale per i treni).
A luglio, Draghi si dimetterà il 20, la spesa sale a 11.979,5.
 

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Ad agosto 10.168 e ad ottobre 50.740, 5 euro. Una vera e propria corsa all’ultimo scrocco. Le cose ahimè, non sono però andate come previsto. Ma chi sono i furbetti dei carnet? Ricordate quelli dello “stop ai privilegi della casta”, quelli che si gonfiavano le gote e gridavano “ basta privilegi a chi non servono”? Gli adepti di Grillo, quelli che dovevano abolire la povertà riuscendo ad abolire solo la loro? Come ha scoperto Il Foglio, su 38 ex parlamentari che sul finire della loro legislatura, tra luglio ed ottobre, hanno fatto la corsa per accaparrarsi i biglietti omaggio per l’Alta velocità , 30 sono M5S.


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Non è stato fornito il nome degli scrocconi,è stato detto il peccato ma non il peccatore. Conosciamo però la loro appartenenza politica. Nello specifico, dei trentotto ex eletti , dieci sono del M5S, arrivati al secondo mandato e quindi non più candidabili. Altri dieci provengono da “Insieme per il futuro”, la pattuglia di grillini scissionisti che seguirono Luigi Di Maio fino alla debacle elettorale. Altri dieci provenienti dal Gruppo Misto: si tratta sempre di ex M5S usciti o cacciati dal partito. Si contano anche quattro renziani di Iv, due leghisti, un esponente di Fratelli D’Italia e uno del Pd. Il Foglio riporta il caso di un onorevole ligure che ha chiesto di emettere a suo nome, nel mese di Ottobre, carnet per 3.888 euro. Di uno romano che, sul finire del suo mandato, si è fatto staccare ticket andata e ritorno per un totale di 1.345 euro. Ma il più paradossale dei casi riguarda un parlamentare piemontese, noto per le sue battaglie No Tav. Sì, avete capito bene, quelli che si incatenano per dire no all’alta velocità sono poi i primi ad usufruirne, e se possibile, senza sborsare un centesimo. L’amico ambientalista è costato alla Camera ben 11.226 euro totali di carnet, 7.267,5 emessi a luglio, 2.047,5 ad agosto, 1.365 euro a settembre e il resto ad ottobre. Il convinto amico ambientalista, predica bene e razzola male.

O meglio, predica male e razzola ancora peggio. Ecco tutta l’ipocrisia di questo soggetto che, per raccattare qualche consenso, si è fatto paladino di battaglie cui non solo non credeva, ma che riteneva – in cuor suo - , essere delle gran boiate visto che l’alta velocità gli piace e pure parecchio. Già me lo vedo scendere alla stazione di Torino, dopo aver scroccato l’alta velocità da Roma, con annesso snack a bordo, riservato ai privilegiati della business , dirigersi in Val di Susa e gridare “No alla Torino-Lione”. È uno spreco di denaro pubblico e dannosa per l’ambiente, diceva. Certo che ci vuole proprio una bella faccia tosta! Da che pulpito parlava di spreco pubblico chi, non contento del lauto stipendio, ha scroccato migliaia di euro per viaggiare veloce e comodo quando non gli spettava più. Se non fosse vero ci sarebbe da ridere. Riferiscono che alcuni sono stati solerti a restituire il denaro dei carnet e chi ancora invece ne sta usufruendo. Chissà se fra questi c’è l’ex finto-green che, fino all’ultimo, vuole godere a scrocco di quella velocità, contro cui fintamente ha protestato.

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