Stop immediato alla cessione dei crediti di imposta e allo sconto in fattura per i nuovi lavori. Divieto per regioni ed enti locali di acquistare le agevolazioni. Resta, insomma, solo la possibilità di usare la detrazione in dichiarazione dei redditi. Sono queste le novità più rilevanti contenute nel decreto con cui il governo ha voluto mettere la parola fine al tormentato dossier del Superbonus 110.
Un intervento necessario, ha spiegato il ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, a «mettere in sicurezza i conti pubblici», gravati da una mole di crediti di imposta che è lievitata a 120 miliardi di euro. Il provvedimento, poi, prova a facilitare la vendita dei crediti per i lavori già avviati escludendo (a certe condizioni) la responsabilità del compratore verso detrazioni inesistenti o viziate.
1. Cosa succede adesso alle cessioni dei crediti?
Il decreto blocca le cessioni e gli sconti in fattura per tutte le tipologie di agevolazioni edilizie: Superbonus, ecobonus, bonus ristrutturazioni, facciate, sismabonus, barriere architettoniche. Saranno invece salvi dallo stop, in ambito Superbonus, le abitazioni unifamiliari per le quali sia stata presentata la Comunicazione di inizio lavori asseverata (Cila) prima dell’entrata in vigore del provvedimento.
4. I paletti per le unità unifamigliari sono più stringenti?
Sì, da quest’anno i paletti per le villette sono diventati molto più stringenti. Innanzitutto, l’agevolazione è scesa dal 110 al 90%. In secondo luogo, soltanto le famiglie con un reddito inferiore ai 15mila euro, calcolato con il meccanismo del quoziente familiare, potranno usufruire dello sconto.
5. A che punto è la situazione dei crediti incagliati?
Il decreto prova anche a risolvere la questione dei crediti di imposta che le imprese non sono riuscite ancora a vendere: le banche, che ne hanno acquistati per svariati miliardi, hanno infatti esaurito la loro capacità fiscale. Un problema rilevante che sta bloccando i cantieri e che rischia di far fallire migliaia di aziende. Secondo le stime dell’Ance, i crediti incagliati sono pari a 15 miliardi. Il provvedimento di giovedì prevede che chi ha già comprato, o chi lo farà in futuro, non debba rispondere di eventuali truffe in solido con chi ha venduto il credito, a patto di possedere una serie di documenti.
6. Quali sono i documenti da presentare?
Nello specifico, le carte da presentare sono: il titolo edilizio abilitativo degli interventi; la notifica preliminare dell'avvio dei lavori all’azienda sanitaria locale; la documentazione fotografica o video geolocalizzata che dimostri l’effettiva realizzazione delle opere; le fatture e le ricevute comprovanti le spese sostenute; le asseverazioni dei requisiti tecnici e della congruità delle spese; il visto di conformità che attesti i presupposti che danno diritto alla detrazione. Per le imprese che vogliono acquistare i crediti fiscali dalle banche, basterà farsi rilasciare un’attestazione del possesso di tutta questa documentazione dallo stesso istituto. Questa misura dovrebbe permettere alle banche di cedere facilmente i crediti alle aziende clienti, liberando spazio per nuove operazioni in modo da far ripartire i cantieri.