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Superbonus, cosa succede ora alle ristrutturazioni

di Michele Zaccardi domenica 19 febbraio 2023

3' di lettura

Stop immediato alla cessione dei crediti di imposta e allo sconto in fattura per i nuovi lavori. Divieto per regioni ed enti locali di acquistare le agevolazioni. Resta, insomma, solo la possibilità di usare la detrazione in dichiarazione dei redditi. Sono queste le novità più rilevanti contenute nel decreto con cui il governo ha voluto mettere la parola fine al tormentato dossier del Superbonus 110.

Un intervento necessario, ha spiegato il ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, a «mettere in sicurezza i conti pubblici», gravati da una mole di crediti di imposta che è lievitata a 120 miliardi di euro. Il provvedimento, poi, prova a facilitare la vendita dei crediti per i lavori già avviati escludendo (a certe condizioni) la responsabilità del compratore verso detrazioni inesistenti o viziate.

1. Cosa succede adesso alle cessioni dei crediti?
Il decreto blocca le cessioni e gli sconti in fattura per tutte le tipologie di agevolazioni edilizie: Superbonus, ecobonus, bonus ristrutturazioni, facciate, sismabonus, barriere architettoniche. Saranno invece salvi dallo stop, in ambito Superbonus, le abitazioni unifamiliari per le quali sia stata presentata la Comunicazione di inizio lavori asseverata (Cila) prima dell’entrata in vigore del provvedimento.

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2. Qual è la scadenza per validare la Cila ai fini della cessione del credito?
Per i condomini, la scadenza da guardare sarà la data della delibera dell’assemblea (24 novembre scorso) e quella della presentazione della Cila (25 novembre). Se questi termini saranno rispettati, allora il credito di imposta potrà essere ceduto all’impresa che ha effettuato i lavori. Per quanto riguarda invece gli interventi diversi dal Superbonus, occorrerà aver richiesto il titolo abilitativo edilizio (come la Cila) o aver iniziato i lavori sempre prima dell’entrata in vigore del decreto. Per gli acquisti di immobili la data rilevante sarà quella del preliminare o del rogito. Fino ad oggi, erano consentite cinque cessioni del credito di imposta: la prima a chiunque; le altre 3 a favore di banche, assicurazioni e intermediari finanziari; l’ultima dagli istituti di credito ai propri correntisti con partita Iva.

3. Cosa cambia per chi vuole ristrutturare casa?
A parte la fine della possibilità di cedere il credito di imposta, quasi nulla. Il decreto, infatti, non contiene altre modifiche rilevanti. Va tenuto presente, però, che la Legge di Bilancio, che ha prorogato il Superbonus, e il decreto Aiuti Quater hanno anche previsto una progressiva riduzione dell’importo dell’agevolazione. Per i condomini, da gennaio lo sconto è diminuito al 90% (rimane al 110% solo se la Cila è stata presentata entro il 25 novembre 2022 o se la delibera è stata adottata prima del 24 novembre) e scenderà al 70% per le spese sostenute nel 2024 e al 65% nel 2025.

4. I paletti per le unità unifamigliari sono più stringenti?
Sì, da quest’anno i paletti per le villette sono diventati molto più stringenti. Innanzitutto, l’agevolazione è scesa dal 110 al 90%. In secondo luogo, soltanto le famiglie con un reddito inferiore ai 15mila euro, calcolato con il meccanismo del quoziente familiare, potranno usufruire dello sconto.

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5. A che punto è la situazione dei crediti incagliati?
Il decreto prova anche a risolvere la questione dei crediti di imposta che le imprese non sono riuscite ancora a vendere: le banche, che ne hanno acquistati per svariati miliardi, hanno infatti esaurito la loro capacità fiscale. Un problema rilevante che sta bloccando i cantieri e che rischia di far fallire migliaia di aziende. Secondo le stime dell’Ance, i crediti incagliati sono pari a 15 miliardi. Il provvedimento di giovedì prevede che chi ha già comprato, o chi lo farà in futuro, non debba rispondere di eventuali truffe in solido con chi ha venduto il credito, a patto di possedere una serie di documenti.

6. Quali sono i documenti da presentare?
Nello specifico, le carte da presentare sono: il titolo edilizio abilitativo degli interventi; la notifica preliminare dell'avvio dei lavori all’azienda sanitaria locale; la documentazione fotografica o video geolocalizzata che dimostri l’effettiva realizzazione delle opere; le fatture e le ricevute comprovanti le spese sostenute; le asseverazioni dei requisiti tecnici e della congruità delle spese; il visto di conformità che attesti i presupposti che danno diritto alla detrazione. Per le imprese che vogliono acquistare i crediti fiscali dalle banche, basterà farsi rilasciare un’attestazione del possesso di tutta questa documentazione dallo stesso istituto. Questa misura dovrebbe permettere alle banche di cedere facilmente i crediti alle aziende clienti, liberando spazio per nuove operazioni in modo da far ripartire i cantieri.

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