Le italiane hanno di colpo ritrovato competitività in Europa. Potrebbe trattarsi soltanto di un caso, dettato anche da sorteggi che finora sono stati abbastanza favorevoli, o comunque non troppo scomodi, però l’analisi di questo fenomeno può essere più ampia. Innanzitutto va considerato che questa stagione è “anomala” per il fatto che a febbraio il campionato è già chiuso: non c’è una singola squadra che crede davvero di poter rimontare sul Napoli, anzi gli uomini di Spalletti sono diventati l’alibi perfetto per le inseguitrici, che stanno focalizzando la propria attenzione su altro.
D’altronde anche la corsa all’Europa è praticamente chiusa: le milanesi sanno che avranno un posto in Champions League, salvo clamorosi disastri, mentre le romane lotteranno per il quarto posto. In più c’è l’Atalanta che, pur non essendo impegnata in competizioni europee, non sembra avere il passo per puntare alla Champions: in ogni caso a Bergamo si accontenterebbero più che volentieri di un posto in Europa League o in Conference. Siccome il campionato offre poca pressione e ancor meno stimoli, un ragionamento che si può avanzare è che rispetto agli ultimi anni c’è una maggior tendenza a concentrarsi sull’Europa che sul campionato.
Questo perché un exploit nelle Coppe consentirebbe a tante squadre di cambiare completamente il senso di una stagione che, per le milanesi in primis, è stata finora piuttosto avara di soddisfazioni. In questo momento il Napoli appare ingiocabile tra i confini nazionali, ma è bene rammentare che ai blocchi di partenza gli azzurri non erano considerati nemmeno tra i primi quattro, con Inter e Milan che avrebbero dovuto contendersi lo scudetto e con la Juventus a fare da terzo incomodo. Dopo 24 giornate non c’era mai stata una squadra con 18 punti di vantaggio sulla seconda: il Napoli ha quindi sparigliato le carte in tavola, costringendo le rivali a cercare al di fuori del campionato un senso a questi mesi che altrimenti sarebbero privi di quel brivido offerto dalla competizione.
L’ultimo turno europeo è stato un’ubriacatura per il calcio italiano, che aveva dimenticato cosa si provava a vedere tutte le sue squadre passare il turno delle rispettive competizioni. I sorteggi hanno dato una mano, ma anche gli anni scorsi ce ne sono stati tanti favorevoli e non sfruttati a dovere, che anzi si sono trasformati in drammi sportivi. In Champions League il primo giro degli ottavi ha rasentato la perfezione: il Napoli ha esportato una lezione di calcio in Germania, dove sono rimasti tutti sbalorditi dalla facilità con cui gli azzurri hanno demolito l’Eintracht (vincitore della scorsa Europa League), mentre Milan e Inter hanno ottenuto due solide vittorie per 1-0 contro Tottenham e Porto e adesso devono completare il lavoro.
In Europa League la Juventus sta cercando di dare un senso a un finale di stagione che verrà deciso in tribunale e non sul campo: gli uomini di Allegri si sono imposti con un perentorio 3-0 sul campo del Nantes e agli ottavi se la vedranno con il Friburgo. La Roma è invece riuscita a ribaltare la sconfitta dell’andata e ha battuto 2-0 il Salisburgo, meritandosi il prossimo turno contro la Real Sociedad. In questo caso è minore lo stupore nel vedere i giallorossi performare meglio in Europa che in Serie A: è Mourinho che fa valere la sua mentalità e cerca di dare continuità al successo dello scorso anno.
Veniamo infine alla Conference League, dove la Lazio ha finora fatto il minimo indispensabile, battendo il Cluj con un complessivo 1-0. Avanti anche la Fiorentina, che è il caso più particolare di tutti: in campionato non vince dal 7 gennaio (2-1 sul Sassuolo), ma in Conference ha asfaltato una buona squadra come il Braga, vincendo 4-0 all’andata e 3-2 al ritorno. A conti fatti non solo tutte le italiane hanno vinto il primo confronto o superato il turno, ma - esclusa la Fiorentina - nessuna ha subito gol: un chiaro segnale della concentrazione e della determinazione con cui sono state affrontate queste partite rispetto a quelle di campionato. È ovviamente presto per gridare alla rinascita del calcio italiano, anche perché la contingenza della Serie A già chiusa non è da sottovalutare, però i segnali delle ultime settimane sono incoraggianti: solo il campo dirà se sono stati appunto solo dei segnali oppure se si sta per verificare un cambio di tendenza.
Il bilancio delle devastanti inondazioni causate dalla tempesta che ha colpito il Texas centrale sale ad almeno 51 morti. Ventisette i dispersi.Il dato ufficiale fornito dalle autorità parla ancora di 43 vittime ed è probabile aumenti nella zona più colpita della contea di Kerr. Sempre le autorità sabato in una conferenza stampa hanno dichiarato che 15 delle vittime erano bambini. Il governatore Greg Abbott ha promesso che le squadre avrebbero lavorato 24 ore su 24 per soccorrere e recuperare le vittime. Ancora da ufficializzare il numero delle persone disperse, a parte 27 bambine che si trovavano in un campo estivo femminile.