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Roberto Vecchioni & Co: i prof che rivendicano il diritto di indottrinare

di Alberto Busacca giovedì 2 marzo 2023

Roberto Vecchioni

3' di lettura

Dopo gli attacchi a Valditara, arriva pure la lezione sugli errori di Piantedosi. E viene il sospetto che, più che difendere la loro libertà di espressione, certi prof vogliano rivendicare il diritto di indottrinare gli alunni. Il caso di ieri riguarda Enrico Galiano, docente di Pordenone e scrittore per la casa editrice Garzanti. Che ha voluto dire la sua sulla strage di migranti in Calabria. «Leggerò ai miei studenti», ha scritto su Facebook, «le dichiarazioni del ministro Piantedosi. Hanno dodici anni, i miei studenti. Ed è giusto che sappiano. Lo vedranno da soli che avete fatto arrestare chi voleva salvare delle persone. Poi mandatemi pure la Digos, toglietemi la cattedra». Tranquillo, professore, nessuno manderà la Digos e nessuno le toglierà la cattedra. Ma viene da chiedersi se davvero sia compito dei professori utilizzare le ore di lezione per lanciare accuse a questo o a quel ministro. Viene da chiedersi se sia compito dei professori utilizzare le ore di lezione per fare politica.

A quest’ultima domanda, in particolare, ha risposto martedì sera Roberto Vecchioni, ospite su La7 del programma di Giovanni Floris. Vecchioni, cantautore ma anche docente delle superiori, non ha dubbi. «Ho sessant’anni di scuola sulle spalle», ha spiegato, «e ho sempre insegnato prima di tutto cos’è un uomo, e dopo, ma solo dopo, che cosa può fare un uomo. La politica è fondamentale, la politica a scuola va fatta, bisogna far capire che la politica è pensare agli altri. La politica è stare insieme, magari anche litigare, non in modo violento, ma stare insieme. Sarebbe la prima materia da insegnare a scuola, la politica...».

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Detta così, naturalmente, si intende che la scuola dovrebbe insegnare a confrontarsi con gli altri, a discutere senza prendersi a pugni, ad ascoltare e rispettare le opinioni altrui. Ma poi, nella realtà, questo “fare politica” a scuola si traduce, troppo spesso, solo nel rivendicare il diritto dei professori di fare comizi. E allora ecco gli insegnanti che si mettono la maglietta rossa in sostegno della campagna pro-migranti “restiamo umani” (anno 2018), il docente universitario col cartello anti-Salvini appeso alla porta dell’ufficio (2020) o la prof delle medie che durante la lezione chiama Rai Radio 3 per attaccare in diretta Berlusconi (2022). Fino ad arrivare, naturalmente, alle critiche in aula a Valditara e Piantedosi.

Inutile negarlo, il sospetto che tanti docenti siano “schierati” a sinistra c’è. E di certo questa impressione verrà rafforzata dal corteo di sabato prossimo, quando molti lavoratori della scuola sfileranno a Firenze contro il fascismo e in difesa della Costituzione (ma anche contro il governo e l’autonomia differenziata) al fianco di Pd, Cinque stelle, Sinistra italiana, Potere al popolo, l’immancabile Anpi e i collettivi studenteschi. Certo, l’obiezione è facile: non è mica di parte andare in piazza contro il fascismo e per difendere la Costituzione, sono cose che dovrebbero essere condivise da tutti. Già, dovrebbero. Se non venissero usate in maniera strumentale come nel caso della rissa davanti al liceo Michelangiolo... Difendere la Costituzione, infatti, significa anche difendere il diritto di tutti di poter esprimere liberamente le proprie opinioni. E allora, oltre a condannare i ragazzi che hanno alzato le mani contro dei loro coetanei fuori dalla scuola, bisognerebbe spiegare agli studenti del collettivo che sarebbe ora di finirla di strappare i volantini altrui per fare in modo, come rivendicato su internet, «che nessuno potesse anche solo guardare quello che i fascisti di Azione studentesca provavano a diffondere».

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Così come sarebbe ora di finirla di chiedere l’allontanamento dalla scuola di chi non la pensa come loro. E stendiamo un velo pietoso sui cori pro-foibe, le bandiere sovietiche e i volantini in sostegno di Alfredo Cospito che si sono visti al corteo della scorsa settimana. Di tutto ciò, però, nel dibattito di questi giorni non c’è traccia. Perché la Costituzione, secondo qualcuno, si difende soltanto scrivendo lettere contro un imminente ritorno del fascismo, spiegando ai ragazzi che sui migranti Piantedosi ha sbagliato tutto e facendo finta che gli estremisti di sinistra semplicemente non esistano...

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