Non era facile uscirne bene. Il rischio che il consiglio dei ministri convocato a Cutro si rivelasse un’operazione utile come testimonianza, ma senza conseguenze pratiche di rilievo, era reale. Invece il governo è riuscito trasformare un possibile disastro in un’opportunità. Le norme varate ieri non sono interventi-tampone messi insieme alla carlona, ma l’ossatura di una riforma organica delle regole sull’immigrazione, figlia di una filosofia precisa: l’Italia intende essere generosa con gli immigrati che vengono qui per lavorare e hanno le carte in regola per farlo, e inflessibile con gli scafisti. Così, da un lato si semplifica il sistema di ingresso legale degli stranieri, si assegnano più quote ai Paesi che contrasteranno le partenze irregolari e si prolunga la durata dei permessi di soggiorno per lavoro e ricongiungimento familiare.
Dall’altro, si rende più facile l’allontanamento dello straniero senza permesso, si torna ai criteri della “protezione speciale” introdotta da Matteo Salvini nel 2018, che erano stati allentati da Luciana Lamorgese, e soprattutto si rendono molto più dure le pene per trafficanti e scafisti, innalzandole fino a 30 anni per chi causa morti in mare. Altri interventi saranno necessari, per calibrare queste norme e completarle. Ma il governo, adesso, può dire di avere fatto ciò che doveva. Non c’è da illudersi, ovviamente: tutto ciò servirà ad introdurre un po’ di giustizia e legalità laddove non ce n’erano, ma non sarà sufficiente ad arrestare l’immigrazione irregolare. Per quello sarà necessario l’impegno di Bruxelles e degli altri Stati della Ue, che la loro parte ancora non l’hanno fatta.
Quando si parla di immigrazione, i confini dell’Italia sono anche i confini più importanti dell’Unione. Significa che l’onere della gestione degli immigrati che hanno diritto alla protezione internazionale deve essere condiviso tra tutti i membri. Così come va condiviso il peso – umano ed economico – del controllo di quei confini. Quando la Meloni dice che non ha senso pretendere di risolvere il problema dei movimenti secondari degli immigrati (quelli tra i diversi Stati della Ue) se prima non si è risolto il problema dei movimenti primari (quelli di chi varca le frontiere della Ue per entrarvi), sottolinea una banale verità, che ha conseguenze importanti per tutta l’Unione. Una di queste consiste nel mettere mano al portafogli per assicurarsi la collaborazione del governo di Tunisi, come la Ue fece nel 2016 con quello di Ankara, che ricevette per questo 6 miliardi di euro. Allora fu fatto per venire incontro alla Germania di Angela Merkel: la sicurezza degli italiani vale meno di quella dei tedeschi?
A domande come questa devono rispondere non solo le istituzioni di Bruxelles, ma anche gli altri governi della Ue, sovranisti e sedicenti europeisti. Il prossimo vertice dei capi di Stato e di governo è previsto per il 23 marzo. Lì si capirà se dietro ai sorrisi e alle belle parole per il nuovo premier italiano c’è sostanza, o se stanno provando a replicare il copione già visto quando a palazzo Chigi c’erano Letta, Renzi, Gentiloni e Conte.
Il bilancio delle devastanti inondazioni causate dalla tempesta che ha colpito il Texas centrale sale ad almeno 51 morti. Ventisette i dispersi.Il dato ufficiale fornito dalle autorità parla ancora di 43 vittime ed è probabile aumenti nella zona più colpita della contea di Kerr. Sempre le autorità sabato in una conferenza stampa hanno dichiarato che 15 delle vittime erano bambini. Il governatore Greg Abbott ha promesso che le squadre avrebbero lavorato 24 ore su 24 per soccorrere e recuperare le vittime. Ancora da ufficializzare il numero delle persone disperse, a parte 27 bambine che si trovavano in un campo estivo femminile.