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Fisco, la rivoluzione taglia-tasse: ecco quanto pagheremo in meno

di Antonio Rapisarda venerdì 17 marzo 2023

4' di lettura

Il commento a caldo, appena ricevuto l’ok dal Cdm, è il suo: si tratta di «una svolta per l’Italia». Giorgia Meloni è più che soddisfatta per il piatto forte licenziato all’unanimità da uno dei più attesi vertici da quando si è insediata a Palazzo Chigi: la riforma del fisco. Anzi la «rivoluzione fiscale». Una riforma «epocale, strutturale e organica – spiegherà il premier in serata –: una rivoluzione attesa da 50 anni con importanti novità a favore di cittadini, famiglie e imprese». Un tassello che coincide con diversi obiettivi strutturali della missione sua e del centrodestra: la cornice, quella di sempre, è abbassare la tasse; il dispositivo è un fisco “amico”, più equo, il cui corollario sarà «non ostacolare chi produce ricchezza e occupazione». Senza dimenticare la «reale lotta» all’evasione fiscale. Ecco perché con questo «nuovo fisco» Meloni parla di una «nuova idea di Italia». Frutto di un sistema «vicino alle esigenze dei contribuenti e attrattivo per le aziende». Una riforma che contiene «una visione complessiva che premia la lealtà e la responsabilità del contribuente».

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PACCHETTO DI NORME

Con questa “presentazione” si comprende che per parliamo di un pacchetto di norme, suddiviso in 5 parti e 20 articoli, ambizioso: la delega fiscale infatti, come si legge nella nota del Mef, «riscrive completamente l’attuale sistema tributario varato negli anni ‘70». Riforma che non dovrà comportare oneri per le casse dello Stato: ciò significa che si finanzierà in buona parte con la revisione delle tax expenditure che hanno un costo monstre di 165 miliardi di euro. La delega contiene i principi per la riforma: le nuove regole, operative entro 24 mesi dall’entrata in vigore della legge, rispettano in toto i titoli della vigilia. «Vanno nella direzione di semplificare e ridurre la pressione fiscale – spiega il dicastero di cui è titolare Giancarlo Giorgetti –, favorire investimenti e assunzioni e instaurare un rapporto tra contribuenti e amministrazione finanziaria nella logica di un dialogo tra le parti secondo le esigenze di cittadini e imprese».

La prima misura è il passo essenziale in direzione della semplificazione e del taglio delle tasse: parliamo della revisione dell’Irpef con la quale «si garantisce l'equità orizzontale, attraverso la riduzione della pressione fiscale, passando da 4 a 3 aliquote». Una graduale riduzione «nel rispetto del principio di progressività» e nella prospettiva della transizione del sistema verso l’aliquota impositiva unica. Il punto di arrivo è «la flat tax per tutti». Il passaggio a tre aliquote, come ha spiegato a Porta a Porta il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, sarà attivo il prossimo anno: «Da gennaio 2024 entrerà in vigore un modulo di riforma. Abbiamo indicato le priorità e a quelle faremo fede». Lo schema potrebbe essere: 23% (fino a 15mila euro), 27% (tra 15 e 50mila) e 43% (oltre i 50mila) o, in alternativa, 23% (fino a 28mila euro), 33% (tra 28 e 50mila) e 43% (oltre i 50mila).

Strettamente collegato con il taglio delle aliquote è la revisione delle cosiddette tax expenditures, (oggi più di 600 voci di detrazioni) e l'equiparazione della no tax area per lavoratori dipendenti (8.174 euro e pensionati 8.500 euro). Ancora i lavoratori dipendenti potranno dedurre i propri contributi previdenziali e le spese sostenute, come già accade per le partite Iva. Per quanto riguarda le imprese è prevista una riduzione dell’Ires (ora al 24%) per chi investe o assume: l’obiettivo è quello di favorire la capitalizzazione delle imprese e “premiare” chi crea opportunità di lavoro. Sempre sul lato imprese è inserita la graduale eliminazione dell'Irap. La delega interviene anche in materia di accise prevedendo una rimodulazione sui prodotti energetici.

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SANZIONI RIVISTE
Scopo del governo è anche rimettere mano a tutto il sistema sanzionatorio. Promesso un occhio di riguardo per chi si trova impossibilitato a pagare il tributo per fatti a lui non imputabili. Quanto alle procedure di accertamento, la delega punta sul potenziamento della cooperative compliance e sull'istituzione del concordato preventivo biennale per i contribuenti, titolari di reddito di impresa o di lavoro autonomi, di minori dimensioni. Con tutto ciò «si riscrivono le regole della lotta all'evasione fiscale che diventa preventiva e non più repressiva». Tante le reazioni. Per il sottosegretario all’attuazione del programma Giovanbattista Fazzolari «rispettiamo gli impegni presi con gli elettori: meno tasse per tutti e un rapporto più equilibrato tra Stato e contribuenti». Più che d’accordo Forza Italia con il capogruppo alla Camera Alessandro Cattaneo per il quale è arrivato «il fischio di inizio: è un lavoro che ha una prospettiva di legislatura». Di un vero cambio di passo ha parlato il responsabile Fisco della Lega Alberto Gusmeroli: «Si riequilibra finalmente il rapporto cittadino-fisco». 

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