«Con la Schlein, la sinistra perderà femministe e donne come ha già perso lavoratori e operai». Ne è più che convinta Simona Baldassarre, assessore alla Cultura, Pari opportunità, Politiche giovanili e della Famiglia del Lazio e responsabile dell’omonimo dipartimento della Lega. È proprio lei ad aver risposto all’appello delle cento femministe contro l’utero in affitto su cui la segreteria del Pd – la vera destinataria – continua a manifestare un incredibile silenzio.
Baldassarre, ad accogliere l’invito delle femministe ci ha pensato un assessore di centrodestra.
«Certo, perché mi sento femminista, nel senso di essere dalla parte delle donne ma lo faccio da donna conservatrice. C’è un grande paradosso delle femministe storicamente di sinistra, che continuano a guardarla come la loro parte. Allora scrivono, “non lasciamo alla destra questi temi”. Io dico loro: questi sono temi di centrodestra, basta preconcetti, venite a fare politica con noi».
La Schlein ha proprio glissato sull’invito delle sue “compagne”. È l’imbarazzo nel doverle affrontare, dato che è a favore della maternità surrogata?
«A che serve scrivere a Schlein? È da sempre favorevole all’utero in affitto. Lo ha dimostrato già quando era Europarlamentare, votando nel 2018 contro un emendamento che condannava l’utero in affitto per le donne vulnerabili nei Paesi in via di sviluppo, e, più recentemente, ha partecipato convintamente alla manifestazione a Milano delle famiglie omogenitoriali pro-trascrizioni. La Schlein rappresenta questa nuova sinistra gender fluid, liberal-individualista, cosmopolita. Una trasformazione che non rende soltanto obsoleta l’associazione femminismo-sinistra, ma anche lavoro e ceti subalterni e sinistra».
È per questo che ha lanciato lei un appello alle femministe: lasciate stare il Pd?
«Oggi è la destra che difende le donne, non la sinistra, che ha paura di utilizzare il termine, con perifrasi come “persone con mestruazioni”: la celebre neolingua orwelliana da cancel culture che JK Rowling denunciò, a caro prezzo, dato le accuse strampalate che le sono piovute addosso. A destra c’è un femminismo conservatore che oggi non ha paura di rivendicare la splendida unicità della donna. Non è tutto percezione. Chiama le donne, quelle vere in carne e ossa, non le astrazioni dei campus americani, sta a destra».
Una posizione libertaria, quella della segretaria dem, che in realtà è contestata anche dai cattolici del Pd...
«Non voglio esprimermi sui partiti altrui, ma ho la sensazione che le primarie aperte consentano a chiunque di vincere la leadership. Appoggiato da un gruppo esterno, magari in contrapposizione con gli interni che legittimamente hanno dato vita al Pd, i cattolici, e che mi sembra si trovino ora una leader con una linea completamente opposta alla loro cultura. Stranieri in patria. A destra, chi supporta le donne è padrone a casa sua».
Un altro punto su cui siete d’accordo lei e le femministe – come ad esempio Arcilesbica – è che contestate l’ideologia gender: proprio perché banalizza la condizione biologico-simbolica della donna.
«Ma come è possibile sostenere chi vuol mettere la donna nel calderone dei mille generi, affogando la sua specificità? Solo una politica senz’anima e radici, schiava della tecnica. Anzi, le dirò di più, alcune femministe hanno addirittura firmato con noi la Proposta di legge popolare contro l'utero in affitto che lo scorso anno abbiamo presentato in Cassazione insieme a molte organizzazioni che si occupano del tema».
Come si declina nello specifico il femminismo da destra?
«Rivendicare l’unicità delle donne, per aprirsi al futuro. Ribadendo la complementarietà e non la conflittualità con l’altro sesso. Guardando alla famiglia come alleanza tra uomo e donna, e non come sottomissione di classi subalterne. In questo momento dobbiamo proteggere le donne, non nel loro ruolo tradizionale, ma nella loro fisiologia. Solo così potremo immaginare nuovi ruoli. Senza negare la realtà della biologia, che non è un limite, ma un fatto».
Giorgia Meloni, dopo aver rotto personalmente il soffitto di cristallo di Palazzo Chigi, ha appena nominato il primo ad donna di una grande partecipata di Stato: Giuseppina Di Foggia. Le pari opportunità la sinistra le invoca ma la destra le mette in pratica?
«Esatto, quando si dice che il centrodestra pensa ai problemi concreti. È una delle tante contraddizioni di questa sinistra, che a breve non avrà più nessuna donna a supportarla».