I migranti? Una risorsa. Dopo la connazionale Laura Boldrini, a sostenere questa tesi ci pensa Paul Krugman, economista statunitense nonché vincitore del Premio Nobel nel 2008. L’esperto analizza gli Stati Uniti arrivando a dire che l’economia sta andando molto meglio di quanto la maggior parte degli analisti si aspettasse. La chiave di successo? "Un'improvvisa e salutare ripresa del saldo migratorio". Quest’ultimo sarebbe salito nel 2022 a oltre 1 milione di persone, il livello più alto dal 2017. Da qui la sua conclusione: "È un’esagerazione, ma in parte vera, dire che gli immigrati stanno salvando l’economia degli Stati Uniti. L'immigrazione ha contribuito a limitare gli effetti negativi a breve termine dell’elevata spesa per la pandemia". A suo dire gli immigrati recenti sono per la maggior parte adulti in età lavorativa e così hanno avuto un ruolo significativo nel permettere all'economia di mantenere una rapida crescita dei posti di lavoro senza suscitare un'mpennata dell'inflazione.Un concetto, il suo, che non poteva che trovare posto sulle colonne di Repubblica.
Ma Krugman e la Boldrini non sono stati gli unici a difendere i continui e illegali arrivi. Basta pensare alle parole di Tito Boeri. Secondo l’ex presidente dell’Inps "gli immigrati ci pagheranno la pensione". Guardando ai suoi calcoli "sin qui gli immigrati ci hanno regalato circa un punto di Pil di contributi sociali a fronte dei quali non sono state loro erogate delle pensioni. Gli immigrati regolari versano ogni anno 8 miliardi in contributi sociali e ne ricevono 3 in termini di pensioni e altre prestazioni sociali, con un saldo netto di circa 5 miliardi per le casse dell’Inps". Un'argomentazione fatta subito sua dalla sinistra che non perde occasione per soffiare sul fuoco dell’emergenza.
Peccato però che ci siano alcune falle nelle parole di Boeri. L’economista italiano ha omesso di calcolare gli immigrati irregolari. Boeri ha fatto riferimento solo ed esclusivamente a quelli regolari che, da tempo in Italia, hanno un lavoro regolare e che dunque pagano tutti i contributi. Non sono stati inclusi neppure i 123mila richiedenti asilo. Svista o furbo escamotage? Beh, i sospetti che propendono per questo secondo non sono pochi.
Prendendo carta e penna è facile smontare, o comunque correggere, Toeri e Krugman. Gli stranieri che arrivano in Italia possono usufruire del welfare per moglie e figli: dalla scuola agli asili nido, fino alla sanità. Ma non solo. Considerando una famiglia tipo, ad esempio un lavoratore straniero con tre figli e con un nucleo familiare di 5 persone, si arriva presto a smentire i due economisti. Tenendo conto dell'assistenza sanitaria gratuita, asili nido, perché no, abitazione del Comune, e scuola pubblica si capisce in fretta che il saldo nei confronti dei migranti non è a favore di questi ultimi. Per non parlare poi dei contributi. Nessuno straniero paga i nostri contributi, bensì i suoi. Come fa ogni lavoratore regolare. Anche nel caso in cui i contributi Inps fossero superiori agli assegni familiari - erogati sempre dall'Inps - ciò non significa che il cittadino straniero stia salvando il sistema, dal momento che sta solo accantonando un credito pensionistico che riscuoterà in futuro. Tradotto: gli stranieri sarebbero una miniera d'oro solo se lavorassero qui tutta la vita e poi, arrivati all'età della pensione, se ne tornassero nel loro Paese senza chiedere all'Inps nemmeno un euro.
Tutto qui? Assolutamente no. A smontare l’entusiasmo di Pd e compagni ci pensano i numeri di Openpolis per cui il numero di stranieri che fanno parte della forza lavoro in Italia negli ultimi anni ha subito una leggera contrazione: da 2,9 a 2,7 milioni nel passaggio dal 2019 al 2020, fino a 2,6 nel 2021, con un calo di circa 271mila persone. A causare questo fenomeno - diversamente da quanto sostenuto da Krugman - è stata la pandemia, che ha portato a una sostanziale ricaduta nell'inattività da parte di lavoratori di tutte le nazionalità, ma soprattutto degli stranieri. Ecco allora che il piano del governo, promuovere i flussi regolari a discapito di quelli illegali, non fa una piega.