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Vittorio Feltri e il 25 Aprile, "liberiamoci anche dal comunismo"

di Vittorio Feltri lunedì 24 aprile 2023

2' di lettura

 Domani ci siamo, puntuale come il destino è arrivato il 25 aprile, festa della Liberazione. Giusto celebrarla, questa data, visto che coincide con un fatto importante, direi decisivo, poiché segna la definitiva sconfitta del fascismo, responsabile di un ventennio oscuro e violen to nonché della Seconda guerra mondiale, che l’Italia irresponsabilmente combatté a fianco di un famoso assassino seriale, cioè Hitler. Ovvio che il Paese esulti ancora per essere stato capace di togliersi dai piedi il Duce e la marmaglia che lo ha sostenuto fino all’ultimo, senza riflettere sulla circostanza che il regime nero era specializzato nello sterminio non solo degli ebrei, colpevoli solo di essere tali, ma di chiunque considerasse nemico dei nazisti. Non può passare sotto silenzio che Mussolini mandò l’esercito straccione in Russia, privo di mezzi bellici all’altezza del compito, provocando una strage di nostri poveri connazionali, ivi compreso un mio parente stretto che non tornò in patria poiché trucidato dai bolscevichi.

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A parte queste ovvie considerazioni storiche, bisogna aggiungere che comunque il 25 aprile, così come concepito è zoppo. Infatti si è trattato e si tratta di una liberazione parziale, incompleta. Si dà il caso che altri nemici della libertà siano ancora molto attivi, in Italia e altrove, per esempio in Cina e in Corea del Nord, paesi lontani che però influenzano di brutto gli squilibri internazionali. Insomma i comunisti non si limitano a esistere sulla faccia della terra, ma sono molto feroci e guastano la vita dell’umanità.

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Sono ancora persuasi che il modello politico adottato da loro sia il più adatto a guidare il mondo. La cosa strana è che anche dalle nostre parti mentre il fascismo è considerato il male assoluto, e lo pensiamo sinceramente anche noi, il collettivismo rosso continua a godere di buona fama e non ha oppositori efficaci. Anche qui nella Penisola i tifosi dei nipotini di Stalin, controfigura di Hitler, sono assai numerosi e nessuno li disturba. Sono accolti anche nei talk show televisivi e hanno diritto di parola come se fossero sinceri democratici. Nessuno li critica e sono tollerati quali interlocutori degni di ascolto. Intervengono nei pubblici dibattiti senza che nessuno sputi loro in faccia, come meriterebbero in quanto predicatori di una ideologia schifosa al pari di quella delle camicie nere.

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Ecco perché il 25 aprile non è digerito da tutti e anziché essere considerato unanimemente una festa che unisce il popolo è ritenuta una ricorrenza divisiva. Molta gente pur amando la libertà ed essendo desiderosa di manifestare soddisfazione per la morte del fascismo, non tollera questa festività essendo stata trasformata in un tripudio della sinistra erede del massimalismo marxista. La libertà è amata da tutti, non esclusivamente dai nipotini dei partigiani che agitavano la falce e martello. Che non sono i padroni della democrazia ma schiavi della dittatura sovietica. Quando il 25 aprile sarà ripulito dalle scorie comuniste, andremo tutti in piazza ad applaudire. Attualmente no.

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