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Carlo Rovelli? Contro Occidente, armi a Kiev e Giorgia Meloni: chi è il prof

di Eliana Giusto martedì 2 maggio 2023

4' di lettura

Carlo Rovelli è un fisico che riesce a spiegare cose difficilissime come la teoria dei quanti anche a un asino. Ci ha insegnato pure che il tempo non esiste e che le cose così come appaiono non esistono. A esistere è solo la relazione tra esse, l'influenza che esse hanno l'una sull'altra. Eppure, passando dalle relazioni fisiche a quelle più terra terra, per esempio sul palco del Concertone del Primo maggio, il professore, della relazione fra le cose, sembra piuttosto fregarsene e così si sente libero di attaccare sull’invio di armi all’Ucraina il ministro alla Difesa Guido Crosetto senza che Crosetto possa rispondergli. In questo caso vale la relazione a senso unico.

Tant'è. Non ci voleva una laurea in fisica, e nemmeno una laurea qualsiasi, per sapere che Rovelli su quel palco avrebbe detto più o meno le cose che ha detto. Basta infatti scorrere la sua pagina Twitter per leggere e comprendere, tra un'auto-promozione di un suo libro e l'altro, che lo scienziato autore delle "Sette brevi lezioni di fisica" (per il quale è finito nella lista dei 100 pensatori più influenti al mondo), è contro la guerra in Ucraina - guerra secondo lui scatenata dall'Occidente - e contro Giorgia Meloni. 

Scrive infatti il 5 febbraio scorso: ecco “un buon antidoto alla dilagante propaganda di guerra". Dove l'antidoto è il libro di Benjamin Abelow Come l’Occidente ha provocato la guerra in Ucraina, edito da Fazi Editore con prefazione di Luciano Canfora, che il professore linka nel suo post. Messa così, sembra che non sia stata la Russia a invadere l’Ucraina. Forse ci sfugge qualcosa. Il giorno dopo cinguetta quasi profetico: "The big war is coming? (La grande guerra sta arrivando?)". E prima ancora, il 14 gennaio, afferma: "La guerra si ferma se non la facciamo". Con tanto di link, questa volta, alla raccolta firme di Azione nonviolenta. Ma noi la guerra non la facciamo eppure non si ferma lo stesso, ci verrebbe da ribattere. 

Scorrendo i suoi tweet a ritroso - siamo nel periodo dei Mondiali di calcio - leggiamo che Rovelli difende pure il Qatar e attacca l’Italia sull’immigrazione. Il 22 novembre 2022, infatti, commenta: "La propaganda occidentale scatenata contro il Qatar è disgustosa. Pelosa e ipocrita. La paglia nell'occhio del mio fratello, per non guardare la trave nel mio". Quindi, a chi sensatamente lo critica risponde: "Invece come trattiamo in Italia i braccianti stranieri nei campi è dignitoso?  E i morti sul lavoro in Italia sono un buon motivo per criticare campionati del mondo di calcio in Italia?".

Chiarissimo. Il 28 settembre, tre giorni dopo la vittoria alle urne di Giorgia Meloni, Rovelli posta questo tweet: "Ho una domanda. Giorgia Meloni ha chiuso la sua (bella) dichiarazione la notte della vittoria con 'l'Italia ci dà fiducia, noi non la tradiremo'. Bello. Poi: '...come non l'abbiamo mai tradita'.  Per i suoi amici, questo è un riferimento al 1945?  O me lo immagino io?". 

Sorvoliamo, perché quel giorno, il 28 settembre, Carlo Rovelli doveva essere davvero furibondo. Scrive altri post: "Civili uccisi finora nell'aggressione russa illegale e non provocata in Ucraina: 5.718. Civili uccisi nell'aggressione occidentale illegale e non provocata in Afghanistan: 46.319. Civili uccisi nell'aggressione occidentale illegale e non provocata in Iraq: 113.728". E aggiunge: "Ma ovviamente non è la stessa cosa: la pelle degli ucraini è più chiara e gli assassini non sono i nostri stessi eserciti". 

Per concludere, a luglio dello scorso anno, Rovelli verga sul Corriere della Sera un articolo che è un manifesto contro l'Occidente. "L'Occidente si è lanciato a cantarsi come detentore dei valori, baluardo della libertà, protettore dei deboli, garante della legalità, speranza per la pace. Il peana su quanto siamo buoni e giusti mentre gli 'autocratici' sono infingardi è un coro all’unisono. La ferocia russa e cinese è ostentata, ripetuta, declamata. Mi unirei al coro se fosse sincero”, tuona. “Se condannando un attacco a un Paese sovrano, aggiungessimo che ci impegniamo a non fare più nulla di simile. Non fare quanto l’Occidente ha fatto in Afghanistan, Iraq, Libia, Serbia, Yemen, Grenada, Panama". E ancora: "Mi unirei al coro contro il riconoscimento del Donbass che ha innescato la guerra ucraina, se aggiungessimo che ci siamo sbagliati riconoscendo Slovenia e Croazia, innescando la guerra civile Iugoslava. O per i bombardamenti su Kiev, dove la scusa era che Kiev massacrava il Donbass, se la Nato si impegnasse a non fare più nulla di simile, come ha fatto bombardando Belgrado, dove la scusa era che Belgrado massacrava il Kosovo”.

Questo è Rovelli. Queste sono le cose che dice da tempo. E questo non poteva che dire salendo sul palco del Concertone anziché in cattedra a spiegarci la differenza tra buchi neri e buchi bianchi.  

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