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Intelligenza artificiale, ora i figli si fanno al pc: belli e sintetici

di Melania Rizzoli mercoledì 10 maggio 2023

3' di lettura

Il concepimento naturale che tutti conosciamo, con la casualità, durante l’ovulazione e la fecondazioni, di incrocio dei cromosomi materni e paterni e la prevalenza degli stessi, che produrranno un essere unico e irripetibile, più somigliante alla madre o al padre, e distinto da ogni altro umano, sta per essere superato da un concepimento artificiale, prodotto da un algoritmo creato dall’ Intelligenza Artificiale (AI), il quale, applicato alla Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), selezionerà per i genitori l’embrione più idoneo ed ottimale da trasferire in utero, quello che avrà la percentuale più alta di nascere vivo, sano, a scelta maschio o femmina, con le caratteristiche desiderate, senza la possibilità di errori umani o naturali, e con dati clinici e genetici predefiniti, su un modello predittivo fino ad oggi ignorato o trascurato dall’operatore sanitario.


PRECISIONE
Una vera e propria rivoluzione questa tecnica che, affiancando l’ opera degli embriologi, utilizza l’AI per raggiungere il massimo grado di precisione ed accuratezza nella selezione degli embrioni da impiantare per ottenere il successo assicurato di una gravidanza a termine. Uno dei processi più delicati e importanti della procreazione assistita è infatti quello della coltura e della selezione degli embrioni da introdurre in utero, fino a poco tempo fa una valutazione “manuale” affidata esclusivamente all’esperienza e all’occhio clinico dell’embriologo, il quale, con tecniche invasive, che influenzavano in qualche modo la vitalità dell’embrione, estraeva 5/10 cellule dalla blastocisti (ovulo fecondato) da impiantare per distinguere tra un embrione normale dal punto di vista cromosomico, da uno con alterazioni genetiche da scartare. Questo perché l’embriologo è lo specialista deputato a valutarle lo stato di salute degli embrioni, selezionando, in base alla sua abilità clinica e tecnica, quelli con maggior probabilità di attecchimento, con un elevato livello di discrezionalità, spesso molto variabile da soggetto a soggetto. Con l‘Intelligenza Artificiale invece, è stato creato un algoritmo che analizza le fasi iniziali della fecondazione, dello sviluppo embrionale, il suo contenuto cromosomico, il suo livello di attività cellulare e la sua vitalità, calcolando matematicamente quello con più probabilità di impiantarsi (fono al 90%) e di arrivare senza pericoli al termine di gravidanza. In pratica questo sistema classifica automaticamente gli embrioni più idonei all’impianto in utero, scegliendone anche la morfologia, e a richiesta il sesso, attraverso nuovi e precisi indicatori e protocolli personalizzati, individuando anche il momento migliore, dal punto di vista ormonale, per l’impianto dell’embrione finalizzato ad ottenere una gravidanza sicura.
Lo studio sull’Intelligenza Artificiale applicata alla PMA è stato presentato a Malaga al Congresso Internazionale sulla Medicina Riproduttiva, ed ha rivelato come, attraverso l’uso delle reti neuronali artificiali (ANN), il sistema sia in grado di individuare con precisione gli embrioni che si espandono e crescono più velocemente e precocemente rispetto agli altri, che hanno la migliore morfologia e vitalità, e che hanno la migliore percentuale di successo di evoluzione riproduttiva, evitando così alle madri il rischio di ulteriori iperstimolazioni ovariche. Potenzialmente l’Intelligenza Artificiale applicata alla PMA potrebbe arrivare a sviluppare sistemi di apprendimento di questa tecnica addirittura superiori a quelli predittivi attualmente realizzati dalla mente e dalla scienza umana, al punto da consentire l’interpretazione di elementi tuttora sconosciuti e non diagnosticati dall’uomo, soprattutto per quanto riguarda i casi sempre più frequenti di infertilità.

È bene sottolineare che le nuove tecnologie non sono da criticare o demonizzare a priori, poiché non ostacolano il lavoro dei professionisti della medicina, semmai lo agevolano per ottenere risultati migliori per gli obiettivi prefissati, per rivelare molti aspetti cellulari che l’occhio umano ancora non riesce ad individuare con i metodi tradizionali, ed è evidente che si tratta di grandi opportunità scientifiche per eliminare le inefficienze in termini di valutazione, troppo spesso legate alla soggettività dell’operatore umano.

OBIEZIONI Il progresso scientifico, si sa, è inarrestabile, e ci sarà qualcuno che obietterà che con queste tecniche non nasceranno più bambini con la sindrome di Down o con malattie cromosomiche e genetiche rare, ma è proprio questo il compito della scienza, quello di studiare e possibilmente evitare tutte quelle patologie che possono essere fonte di sofferenza, se non di letalità. Certamente le creature che nascono e nasceranno grazie a queste nuove metodiche non saranno il frutto di una fecondazione naturale spesso sorprendente, in termini di genere e morfologia umana, ma altrettanto certamente l’Intelligenza Artificiale ed i suoi algoritmi, che sono comunque creati, prodotti ed applicati dalla mente umana, aiuteranno ad eliminare negli anni molte malattie contro le quali ancora non esistono terapie per curarle o guarirle. 

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