Una delle lezioni più perentorie che arrivano dal turno di ballottaggio alle Amministrative è la consegna al passato dei bastioni rossi del centro Italia. Se già erano stati pesantemente indeboliti dalle scorse tornate, ora sono stati azzerati, con barriere di inviolabilità oramai squarciate. Lo dimostra, senz’altro, il caso Ancona. Unico capoluogo di Regione in cui si votava in questo turno, non è mai stato prima d’ora amministrato dal centrodestra. Lo sarà per i prossimi cinque anni, dopo che Daniele Silvetti, esponente di Forza Italia, ex consigliere regionale, ha vinto con il 51,7% contro Ida Simonella (48,3). Quest’ultima era assessore uscente nella giunta di Valeria Mancinelli, la sindaco che, in sella per un decennio, era stata insignita nel 2018 del “World Mayors Prize 2018”. Silvetti, intervistato a Skytg24, ha sottolineato come dietro la sua vittoria ci sia stata, oltre all’evidente «risposta in termini di discontinuità», anche una spinta civica.
COME NELLE MARCHE
Una propulsione al rinnovamento che ha creato un effetto-rottura per nulla ideologico rispetto ad egemonie politiche radicate in un territorio. Questo esito politico va agganciato con quello di settembre 2020, quando il centrodestra ha conquistato, sempre per la prima volta, la Regione Marche. Il monopolio territoriale del centrosinistra, poi, subisce un altro durissimo colpo anche in Toscana. A testimoniarlo sono tre riconferme importanti, dove il centrodestra già amministrava ed ha ricevuto un rinnovo di mandato. È la chiara dimostrazione di come l’elettorato non abbia alcuna nostalgia del vecchio monopolio politico del centrosinistra.
Probabilmente il caso più lampante di questa tendenza è Siena. La città del Monte dei Paschi, per decenni, fino al crack dell’istituto immagine tangibile di un coagulo di potere politico-finanziario che legava la sinistra al mondo bancario. Qui Nicoletta Fabio raccoglie il testimone da Luigi De Mossi, segnando la continuità tra due giunte di centrodestra. Fabio ha vinto con il 52,16, contro il 47,84 della candidata di centrosinistra Anna Ferretti. È opportuno segnalare che il divario rispetto al primo turno è stato addirittura ampliato.
Questo può spingerci, senza pretesa di scientificità, a dipingere un dato empirico, ossia che anche per molti elettori del centrosinistra e del Pd, la “chiamata alle armi” per bloccare la vittoria del centrodestra non è scattata, e molti hanno preferito fare altro piuttosto che recarsi alle urne. Il tutto acquista maggior peso se consideriamo che la candidatura di Nicoletta Fabio è stata frutto di un cambio in corsa: all’inizio, infatti, il centrodestra stava per puntare su Emanuele Montomoli, professore universitario; poi gli appoggisono venuti meno a seguito di un’intervista in cui dichiarava di appartenere alla massoneria. Da lì, la coalizione ha virato sulla Fabio, nome forte del Palio di Siena (è stata, tra le varie cose, presidente del Consorzio di Tutela e Rettore della Contrada dell’Istrice). Capitolo Pisa. Anche qui, il centrodestra tiene la fascia tricolore, che rimane al collo del sindaco uscente, Michele Conti, eletto con il 52,33% dei voti. Contro di lui, Pd e Movimento 5 Stelle schieravano Paolo Martinelli, arrivato al 47,67.
SCHIAFFI OVUNQUE
Infine, Massa. Altro Comune in cui il centrodestra rimarrà al timone. Anche in questo caso la dinamica è piuttosto eclatante. Vince Francesco Persiani, candidato di Lega, Forza Italia, Partito Liberale Italiano e altre liste civiche, con il 54,36%, margine piuttosto largo rispetto allo sfidante di centrosinistra, Romolo Ricci, che si attesta sul 45,64%. Per comprendere, però, il senso pieno del risultato è necessario ripercorrere la storia cittadina degli ultimi mesi. Persiani, infatti, sindaco agli sgoccioli del mandato, era stato sfiduciato su iniziativa di una parte della maggioranza e dell’opposizione. Il Comune, dunque, per qualche mese era stato affidato ad un commissario. Ai nastri di partenza, però, il centrodestra si presentava spaccato, con Fratelli d’Italia che preferiva puntare su un altro candidato, Marco Guidi, assessore nella passata amministrazione. E tra il primo e il secondo turno non è neanche stato sancito un apparentamento tra i due. Se la sinistra non ce l’ha fatta a vincere neanche in congiunture non certo sfavorevoli, ciò la dice lunga sullo stato in cui versa sui territori, anche quelli in cui ha dilagato per anni. Uno motivo di riflessione senz’altro urgente per Elly Schlein.
Il bilancio delle devastanti inondazioni causate dalla tempesta che ha colpito il Texas centrale sale ad almeno 51 morti. Ventisette i dispersi.Il dato ufficiale fornito dalle autorità parla ancora di 43 vittime ed è probabile aumenti nella zona più colpita della contea di Kerr. Sempre le autorità sabato in una conferenza stampa hanno dichiarato che 15 delle vittime erano bambini. Il governatore Greg Abbott ha promesso che le squadre avrebbero lavorato 24 ore su 24 per soccorrere e recuperare le vittime. Ancora da ufficializzare il numero delle persone disperse, a parte 27 bambine che si trovavano in un campo estivo femminile.