I gufi dovranno farsene una ragione. Del resto, come insegnano i maestri del giallo, quando gli indizi aumentano, diventano prove. E qui ormai si è perso il conto. Che le cose in Italia stessero andando molto meglio di quanto previsto più o meno da tutti lo scorso autunno, con gli sconfitti alle urne a sghignazzare, lo si era già capito da qualche mese. L’occupazione da record, la valanga di contratti stabili, la produzione che non si è fermata, l’export che ha continuato a trainare, gli aerei strapieni, il turismo ripartito alla grande, lo spread non esploso malgrado le mazzate di madame Lagarde sui tassi.
Poi sono iniziati ad arrivare i numeri della crescita. Quelli veri, messi nero su bianco da Istat e da Eurostat E anche i più scettici (e menagrami) alla fine hanno dovuto capitolare. Fitch il 12 maggio ha rivisto le stime del pil dallo 0,5 all’1,2%. Un bel salto. Come quello, sorprendente, compiuto da Moody’s, l’agenzia di rating che solo qualche settimana fa vedeva nero sull’economia italiana. La stima è rimasta prudente, ma dallo 0,3% di febbraio si è passati a +0,8%. Pure la Commissione europea si è dovuta ricredere, non più 0,8 ma 1,2% è la previsione per il 2023. Risultato identico a quello cui è giunta ieri la nostra Istat, disegnando un quadro complessivo del Paese che ha del fiabesco se uno si abbevera alle narrazioni post apocalittiche delle Schlein, dei Conte, dei Landini, dei Saviano, delle Murgia e di una sfilza di espertoni che pontificano sulle pagine di alcuni quotidiani, dove il mondo sembra sul punto di crollare, travolto dall’esplosione del precariato, dal caroaffitti, dai rincari della benzina, dal flop del Pnrr e da una svolta autoritaria che porterà il Paese verso l’isolamento e il declino. E invece l’Istat ci spiega che il pil quest’anno crescerà dell’1,2% (diceva lo 0,4% a dicembre), la spesa delle famiglie, grazie alla riduzione dell’inflazione, dello 0,5%, gli investimenti del 3% e l’occupazione dell’1,2%, mentre la disoccupazione scenderà al 7,9%.
SEGNALI DI FIDUCIA - Certo, i numeri non sono scolpiti nella pietra, come non lo erano evidentemente quelli snocciolati qualche mese fa dagli economisti e dagli organismi internazionali. La stessa Istat avverte che l’aumento dei tassi di interesse, un eventuale rallentamento del Pnrr, la guerra in Ucraina e anche l’alluvione in Emilia-Romagna sono incognite con cui l’economia italiana dovrà fare i conti e che potrebbero nei prossimi mesi frenare la crescita (anche se quella acquisita dopo il primo trimestre segna già un rassicurante +0,9%). Ma qui non si tratta solo di prodotto interno lordo. Le assunzioni da parte delle imprese e i consumi da parte delle famiglie sono un segnale di fiducia, quanto meno verso un esecutivo finalmente proiettato verso una prospettiva di legislatura. Così come lo è l’incredibile mole di acquisti che in questi giorni si sta registrando sul nuovo Btp Valore. Sarà un caso, ma nessuno ha avuto il coraggio di ironizzare su quello che un po’ di tempo fa veniva definito il Btp sovranista, perché nato dal tentativo dichiarato di riportare in Italia una parte del nostro debito pubblico. Già dopo aver visto i numeri degli ultimi Btp Italia di novembre e marzo si era intuito che c’è poco da scherzare. Ora c’è da strabuzzare gli occhi, perché il nuovo titolo di Stato dedicato ai risparmiatori in due giorni ha raccolto più di 10 miliardi. Ennesimo record, piaccia o no, collezionato dal governo.
ALLARMISTI SMENTITI - Certo, può trattarsi di un momento, di una congiuntura positiva. Ma di qui a breve, assicurano i gufi, tutto andrà a rotoli. Sì, esattamente come accaduto sulla politica estera e sui rapporti con la Ue. A sentire le balle che Enrico Letta andava a raccontare ai socialisti europei in campagna elettorale il governo sarebbe stato commissariato da Bruxelles dopo un paio di settimane. Poi invece la Commissione europea ci fa i complimenti per la prudenza sui conti pubblici, Ursula Von der Leyen e Giorgia Meloni sembrano due amichette che si scambiano confidenze, Joe Biden la tiene per mano ai vertici internazionali e il segretario di Stato Usa Antony Blinken ci ringrazia per il sostegno dato all’Ucraina. Anche ieri, in occasione della criticata visita lampo del premier in Tunisia, la commissaria Ue, Ylva Johansson, ha definito «cruciale» il ruolo dell’Italia sui migranti. Insomma, rassegnatevi.