Perché gli italiani non votano i progressisti? Forse perché non condividono le loro idee. O forse, invece, perché non capiscono quello che dicono. Già, a sinistra c’è un certo compiacimento a usare parole che la maggioranza degli italiani non sa cosa diavolo significhino. Può servire a sentirsi più colti e intelligenti, certo, ma, più semplicemente, non farsi capire può essere anche un’utile scappatoia quando tu stesso non sei convinto delle cose che stai sostenendo. Meglio nascondersi dietro una serie infinita di termini astrusi, insomma, che spiegare chiaramente quello che si pensa.
Il caso più eclatante, negli ultimi mesi, è stato quello di Elly Schlein e del suo armocromista. Ricordate? Era aprile quando la neo-segretaria del Pd ha rilasciato una lunga intervista a Vogue. Di quelle quasi trentamila battute, ad entrare nella storia è stato un passaggio apparentemente insignificante. Domanda: «Tu credi nel cosiddetto power dressing?». Risposta: «Allora, se sapessi che cos’è, ti potrei rispondere! Scherzi a parte, le mie scelte di abbigliamento dipendono sicuramente dalla situazione in cui mi trovo. A volte sono anticonvenzionale, altre volte più formale. In generale dico sì ai colori e ai consigli di un’armocromista, Enrica Chicchio». Insomma, gli italiani che sono arrivati alla fine dell’intervista non hanno capito qual è il programma della leader del Pd, ma almeno hanno imparato una parola nuova...
Da una donna all’altra, recentemente Michela Murgia ha parlato approfonditamente della sua queer family. Seguita, poco dopo, anche da Victoria Cabello: «Sono zitella ma anch’io ho la mia queer family». Se siete fuori dai giri che contano e non avete idea dell’oggetto della discussione, sappiate che, secondo la Murgia, una «queer family» è un «nucleo familiare atipico in cui le relazioni contano più dei ruoli». Detto ancora più chiaramente, spiega la Stampa, le persone che compongono una queer family «non si conformano alle norme di genere o sessualità tradizionali». Le queer family, in pratica, si distinguono dalle famiglie cis-etero, delle quali parla il documento politico del Roma Pride 2023. «Vogliamo che siano garantiti a tutti i tipi di famiglia», si legge, «gli stessi diritti e le stesse tutele di cui godono le famiglie cis-etero». Ah. Ma cos’è una famiglia cis-etero? A grandi linee, il prefisso «cis», chiarisce Wikipedia, «indica le persone la cui identità di genere corrisponde al genere e al sesso biologico alla nascita».
Attenzione a usare le parole giuste pure quando si parla di ambiente. Le associazioni ecologiste lo hanno spiegato dopo l’alluvione in Emilia-Romagna: non si deve parlare di «maltempo» ma di «malterritorio», perché i problemi sono causati dalla cattiva gestione dell’uomo. Così come è consigliato il termine «climalterante», da usare per riferirsi a sostanze che, appunto, alterano il clima terrestre. Un esempio? Il metano. Avvisa Legambiente: «Bisogna azzerare le emissioni dirette di metano in atmosfera: un gas fossile con un effetto climalterante fino a 86 volte più potente di quello della CO2 e tra i principali responsabili della crisi climatica». Visto che l’estate si avvicina, infine, è meglio capire bene la distinzione tra «vacanza» e «retreat».
Bene, un mesetto fa Giorgia Soleri, ormai ex fidanzata di Damiano dei Maneskin, è andata a Ibiza vantandosi sui social: «La vacanza è un atto politico». Sommersa dalle critiche, Giorgia è stata difesa da due compagne di viaggio, Francesca Fariello e Chiara Ratti, influencer che si occupano di alimentazione vegana e sostenibilità ambientale. A Ibiza, hanno spiegato a Open, «era un retreat, non una vacanza». Non sapete cos’è un retreat? Bisogna proprio spiegarvi tutto. Un retreat, informa Open, «è un incontro tra un numero ristretto di persone, in un luogo fuori dalla quotidianità, volto a smuovere alcune riflessioni interiori». Buono a sapersi. Ma va detto che, dalle parti della sinistra, a molti farebbe bene anche una classica vacanza...