«Per costruire “un’Europa del futuro”, la Commissione europea finanzia delle Ong vicine ai Fratelli musulmani per creare una ‘rete europea delle associazioni di giovani musulmani”». È questo il titolo di un’inchiesta esplosiva del sito francese Fdsouche.com, che ha rivelato l’esistenza di un finanziamento, sbloccato dall’istituzione di Ursula von der Leyen a beneficio di un progetto che mira a creare una rete transnazionale di giovani musulmani, favorendo iniziative comuni e mobilità, una sorta di Erasmus islamico.
SIGLE OMOGENEE
Ecco il titolo del nuovo progetto Erasmus+ dell’Ue: «Giovani musulmani per un’Europa del futuro: inclusiva, digitale e sostenibile». Il coordinatore dell’iniziativa è il Centro culturale islamico di Valencia, più volte nel recente passato al centro di dossier per i suoi legami con l’islam separatista, e sono coinvolte una Ong spagnola, l’Asociación de jóvenes musulmanes en Valencia, due Ong belghe, Ligue des Musulmans de Belgique e Lmb-Youth & Students, e una Ong italiana, i Giovani musulmani d’Italia, associazione con sede a Milano che nel 2011 era balzata al centro delle cronache per aver cacciato dal Comitato garanti Khaled Chaouki, il fondatore, perché considerato “troppo moderato”. L’entità del finanziamento? 60mila euro. I temi affrontati? Inclusione, promozione dell’uguaglianza e della non-discriminazione, diritti umani e stato di diritto, identità europea e valori.
“Questo progetto contribuirà alla trasformazione delle entità sociali europee, in particolare le associazioni dei giovani musulmani, rendendole più inclusive, più sostenibili e più digitali, per aiutare a rafforzare l’Europa dinanzi alle terribili sfide che ha dovuto affrontare in questi ultimi anni”, si legge nel capitolo obiettivi. E ancora: “Per riuscirci, proponiamo lo sviluppo degli Oss (Obiettivi di sviluppo sostenibile) dell’agenda 2030 come mezzo per favorire questo cambiamento nel tessuto associativo e per favorire lo sviluppo dell’Ue”. Ma dietro la solita retorica sulla sostenibilità e l’inclusività, si nasconde in realtà un piano per rafforzare i legami tra le Ong vicine ai Fratelli musulmani dei principali Paesi europei e a creare, appunto, un réseau di associazioni giovanili islamiche. Nelle attività indicate nel documento questo aspetto è più esplicito: «Una parte essenziale di questo progetto consiste nel generare delle attività transnazionali e nazionali di portata europea, che permettano alle entità giovanili di ottenere dei risultati, facendo allo stesso tempo evolvere la loro comunità locale e migliorandone l’inclusione. Il progetto, iniziato nel settembre 2022, finirà nell’agosto del 2024. «Durante questi 24 mesi, (le Ong coinvolte, ndr) organizzeranno: attività di gestione, incontri e mobilità transnazionali, attività nazionali a portata europea, attività di diffusione».
TRASFORMAZIONE
Il risultato principale, sostiene il coordinatore del progetto, ossia il Centro culturale islamico di Valencia, sarà «la trasformazione dei giovani partecipanti, sviluppando le loro competenze chiave e la loro inclusione grazie a risultati di apprendimento di alta qualità», ma soprattutto, ed è scritto a chiare lettere, la nascita di una «rete europea delle associazioni di giovani musulmani». Come rivelato da Fdsouche.com, che cita un documento realizzato dagli studiosi di radicalismo Lorenzo Vidino e Sergio Altuna, The Muslim Brotherhood’s. Pan-European Structure, il Centro culturale islamico di Valencia non è altro che una delle più attive e influenti organizzazioni vicine ai Fratelli musulmani di Spagna: tanto per capire a chi la Commissione europea ha consegnato 60mila euro. Il Centro islamico di Valencia, inoltre, è al vertice della Liga islamica de España (Lidcoe), organismo membro del Consiglio dei musulmani europei, i rappresentanti storici dei Fratelli musulmana. Tutti i partner del progetto sono infine affiliati a Femyso (Forum europeo delle organizzazioni giovanili islamiche), organizzazione controversa e considerata la massima espressione dell’islam politico in Europa.