Il pollo sintetico no! Una rivolta pressoché planetaria, in reazione alla notizia che sta per entrare nei supermercati statunitensi, e di conseguenza di buona parte del globo, carne di pollo “coltivata” in laboratorio. Tutti contro: dagli agricoltori agli allevatori, dai consumatori a ministri e responsabili di settore. Dall’intelligenza artificiale che produce a getto continuo libri, discorsi, canzoni, persino la celebrazione della Messa (protestante) e via dicendo, al cibo artificiale il passo non è lungo. Dagli allevamenti intensivi con le povere galline ammucchiate e chiuse in capannoni sporchi e roventi ai laboratori. Saltando campagne e aria aperta.
FRONTE COMUNE
Arriva perciò la prima approvazione per la commercializzazione negli Usa di nuovi alimenti a base di carne di pollo prodotta in laboratorio concessa all’azienda Upside Food da parte del Dipartimento di Stato per l’Agricoltura (Usda) dopo il via libera della Food and Drug Administration (Fda). Il pollo in provetta di Upside Foods diventa così il primo cibo sintetico venduto in supermercati e ristoranti degli Usa, e dovrebbe essere presto seguito anche dalla produzione di Good Meat, che aveva ricevuto l’ approvazione nel marzo scorso ma non l’autorizzazione alla commercializzazione. E però, a questo punto, dovranno vedersela con i mercati contadini di tutto il mondo, che contro il cibo di laboratorio fanno fronte comune, alla faccia delle campagne pubblicitarie promosse dalle grandi multinazionali. Ci sono poi i numerosi dubbi espressi da Fao e Oms, che hanno individuato ben 53 fattori di pericolo potenziali per la salute. Sul piano ambientale, il cibo artificiale può avere un ulteriore impatto negativo: una ricerca realizzata dall’Università della California ha evidenziato che l’elaborazione di carne sintetica produce una quantità di anidride carbonica emessa per ogni chilogrammo prodotto da 4 a 25 volte superiore a quello della carne bovina tradizionale.
Per dire no al pollo sintetico, e al possibile altro cibo artificiale, i mercati contadini siglano dunque una grande alleanza mondiale, così da cercare di fermare quella che viene definita una pericolosa deriva che mette a rischio la sana alimentazione e l’agricoltura di tutti i Paesi. Lo fanno sapere Coldiretti e Campagna Amica in occasione della firma dell’intesa sottoscritta nello storico farmer market Grown Nyc di Union Square a New York, alla presenza del presidente della World Farmers Markets Coalition, Richard McCarthy, del presidente della Coldiretti Ettore Prandini, del segretario generale Vincenzo Gesmundo e del Direttore di Campagna Amica Carmelo Troccoli assieme al ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, che ha voluto dare il suo sostegno all’iniziativa. E contro la carne sintetica si schiera pure uno degli sportivi americani più famosi al mondo, il campione di basket LeBron James. Sul suo profilo Instagram, Kingjames ha postato l’annuncio del via libera al commercio del pollo in laboratorio con un eloquente commento: «Diavolo, nooooo!!!!».
MERCATI UNITI
A rafforzare l’intesa, è stato firmato il gemellaggio tra i mercati contadini di Roma con quelli della rete GrowNYC di New York, con ben 66 punti vendita attivi nella Grande Mela. Si tratta – spiegano Coldiretti e Campagna Amica – del primo atto del programma denominato “Sister Markets”, che punta a favorire la collaborazione fra 25mila mercati contadini riconosciuti e strutturati presenti oggi in quasi 50 Paesi nel mondo, per un bacino di utenza stimato in oltre 300 milioni di consumatori. La World Farmers Markets Coalition è uno dei dieci programmi della Fao selezionati per il progetto di Food Coalition. Le organizzazioni fondatrici sono per l’Italia Coldiretti e Fondazione Campagna Amica, la FMC per gli Usa. Una realtà che coinvolge 250 mila agricoltori e famiglie. Che vorrebbero continuare ad allevare polli veri, razzolanti e liberi. In campagna, non in laboratorio.