«Strizzano l’occhio agli evasori» tuona, a giorni alterni, Elly Schlein. A lei si aggiungono commentatori e giornalisti che non si stancano di ricordare quella frase, sia pure un po’ infelice, ma certo riportata sempre fuori contesto, sul «pizzo di Stato» pronunciata dalla premier Meloni qualche mese fa. E, insomma, a qualcuno, visto l’andazzo, il dubbio magari è pure venuto: che il governo si sia schierato dalla parte di chi non paga le tasse? Da ultimo ci si è messo pure Federico Fubini, che sul Corriere della Sera, in piena calura agostana, ha lanciato l’allarme: «Mancano 20 miliardi di euro nei conti delle Entrate». Un buco, anzi una voragine nei conti pubblici che, spiega il giornalista, è stata scavata dagli italiani che «stanno versando meno imposte di quanto uno poteva aspettarsi».
AMMANCO
Di qui a dare la colpa all’esecutivo, il passo è breve. Perché il gettito, stima Fubini, dovrebbe essere più alto di almeno il 10%, e cioè circa 20 miliardi. Un ammanco che, suggerisce la firma del Corriere, potrebbe essere causato da «un ritorno di evasione innescato da alcuni segnali del governo (il “pizzo di Stato”)». Peccato che i dati citati non siano del tutto corretti. Innanzitutto, nei primi sei mesi dell’anno, il gettito tributario non è cresciuto dell’1,92% come riporta il grafico a corredo dell’articolo ma del 3,3% (la discrepanza è dovuta al fatto che, da quest’anno, i ricavi del gioco del Lotto, circa 7 miliardi nel 2022, sono classificati come entrate extra-tributarie). L’incremento, dunque, è molto consistente: si passa dai 239,579 miliardi di euro del primo semestre del 2022 ai 247,551 miliardi nel 2023. In particolare, aumentano gli incassi derivanti dall’Irpef (+6 miliardi, +6,1%) e dall’Ires che grava sulle società (quasi un miliardo in più, +6,9%), mentre va un po’ meno bene l’Iva (+2,2 miliardi, +3%).
Ma c’è dell’altro. Perché le entrate fiscali italiane corrono più di quelle tedesche e francesi, che invece, nei primi sei mesi dell’anno, sono addirittura calate. A riportare i dati è sempre il Ministero dell’Economia. Nel Bollettino sulle Entrate tributarie internazionali, Via XX Settembre raccoglie le statistiche su alcuni Paesi Ue (più il Regno Unito). E così, nel primo semestre dell’anno, mentre il gettito in Italia aumenta, come detto, del 3,3%, in Germania diminuisce del 2% e in Francia del 2,2%. Certo, fanno meglio di noi la Spagna (+3,8%) e il Regno Unito (+9,3%), oltre a Paesi più piccoli come Irlanda e Portogallo. Ma il fatto significativo è che il nostro Paese non è una mosca bianca nel contesto europeo. Anche guardando al gettito Iva relativo ai primi sei mesi del 2023, la situazione non cambia, e sia per la Francia che per la Germania il bilancio con il 2022 risulta negativo. Dall’imposta sui consumi, l’Italia ha incassato 76,5 miliardi di euro (+3%), Berlino, invece, 140,78 miliardi, con un -0,4% sull’anno prima.
Parigi, infine, fa molto peggio, segnando un crollo del 9,3%: il contatore segna 48 miliardi di euro, in calo di quasi 5 miliardi sui 52,9 del primo semestre 2022. Seguendo il ragionamento di Fubini, dunque, le spiegazioni sarebbero due: o l’economia e l’inflazione in quei Paesi non sono cresciute (cosa che è smentita dai dati), oppure tra Parigi e Berlino c’è stata una fiammata di evasione, incoraggiata dal lassismo dei rispettivi governi.
LA RISCOSSIONE
Tornando all’Italia, nell’ultimo bollettino sugli incassi del Fisco pubblicato dalle Finanze si dice che le entrate tributarie «derivanti da attività di accertamento e controllo mostrano una diminuzione pari a 613 milioni di euro, -10,1%» per il crollo delle riscossioni delle imposte dirette, che «si riducono di 750 milioni di euro, -21,3%». Ma spulciando i comunicati del Mef, si scopre che tali cifre sono falsate dal confronto con il 2022, «per il versamento straordinario effettuato nel mese di marzo dello scorso anno da un grande contribuente». Insomma, nessun cedimento sul fronte della lotta all’evasione da parte dell’Agenzia delle Entrate su indicazione del governo. Anzi, la convenzione stipulata di recente con il Ministero dell’Economia alza gli obiettivi del recupero. Tra il 2023 e il 2025, l’ente guidato da Ernesto Maria Ruffini si impegna a portare nelle casse dello Stato 2,8 miliardi di euro in più. Per quest’anno, l'Agenzia punta ad incassare 18,1 miliardi (1,3 in più del 2022), mentre per il prossimo l’obiettivo è salire a 19,3 miliardi (con un incremento di 400 milioni), toccando i 19,6 miliardi nel 2025 (altri 300 milioni in più).
Il bilancio delle devastanti inondazioni causate dalla tempesta che ha colpito il Texas centrale sale ad almeno 51 morti. Ventisette i dispersi.Il dato ufficiale fornito dalle autorità parla ancora di 43 vittime ed è probabile aumenti nella zona più colpita della contea di Kerr. Sempre le autorità sabato in una conferenza stampa hanno dichiarato che 15 delle vittime erano bambini. Il governatore Greg Abbott ha promesso che le squadre avrebbero lavorato 24 ore su 24 per soccorrere e recuperare le vittime. Ancora da ufficializzare il numero delle persone disperse, a parte 27 bambine che si trovavano in un campo estivo femminile.