No, a noi di Libero non sono proprio piaciute le piccole furbizie e le grossolane spacconate di Ryanair, il cui ad Michael O’ Leary rischia di battere svariati record di arroganza. Però, con altrettanta lealtà e franchezza, non ci convincono nemmeno alcune tentazioni dirigiste di quella che – scherzosamente – potremmo chiamare “Ursoair”, cioè la linea eccessivamente interventista del ministro Adolfo Urso. Procediamo con ordine. È venuto il momento di dirlo in modo esplicito: il signor O’ Leary– come direbbero a Oxford, o forse a Cambridge –havera mente stufato. Ieri, in quella che doveva essere una giornata positiva e promozionale rispetto all’Italia (veniva presentata l’offerta invernale della compagnia), il manager ha sparato a palle incatenate contro il governo, contro l’Enac, contro un provvedimento dell’esecutivo certamente discutibile ma che O’ Leary ha messo in burla con forzature e perfino distorsioni della verità che non gli fanno onore.
Gentile signor O’ Leary, è comodo fare i difensori del mercato e contemporaneamente tenersi un bel pacco di aiuti. Dice Ryanair che non si tratta di sussidi (e probabilmente è vero: non sono fondi pubblici), ma di una scontistica che viene applicata dalle società aeroportuali a favore delle compagnie aeree in virtù del traffico che è generato da queste ultime. Tutto vero, e peraltro misure del genere ci sono in tutta Europa: ma allora ci sia piena trasparenza su queste erogazioni. Anche perché pure altre compagnie potrebbero essere interessate a capire meglio sulla base di quali criteri avvengano queste erogazioni (pur da privato a privato), e se le attuali suddivisioni corrispondano davvero alla forza reale di ogni compagnia sul mercato. Non solo: sarà il caso di sapere se vi siano anche altre forme di incentivi. Ed è su questo che il ministero potrebbe condurre opportunamente un’indispensabile operazione-verità.
Non se ne esce. Non si tratta di capire se il manager di Ryanair ci stia simpatico o meno, se ci faremmo o no le vacanze insieme: ma è il caso di pensarci due volte prima di indurlo ad andarsene dall’Italia. Si dice che altre compagnie potrebbero arrivare al posto di Ryanair. E naturalmente sarebbero le benvenute: tra l’altro, molti soggetti hanno effettivamente annunciato intenzioni di sviluppo in questo senso. Occhio, però: spesso sono necessari tempi molto lunghi per la messa a punto di flotte adeguate. E non è proprio il caso di ritrovarci con rotte scoperte o con penuria di offerta. Anche perché nel 2022 Ryanair già rappresentava il 49,7% del mercato italiano: non certo una quota facilmente sostituibile. Da ultimo, dovremmo cercare di essere coerenti con noi stessi. Che facciamo? Da un lato difendiamo uno stabilimento balneare anche quando ci tratta male, magari quando ci fa pagare a peso d’oro una sedia a sdraio, un ombrellone e magari uno spaghetto alle vongole scotto, e poi ci permettiamo il lusso di mandare a quel paese un mega-operatore decisivo per le sorti del turismo in non poche regioni italiane? Morale: O’ Leary razzoli bene, anziché fare comizi sguaiati contro il governo. E il ministro competente per materia resista alla tentazione di voler regolare troppo, pur con buone intenzioni. Se facesse piena trasparenza a favore dei viaggiatori, sarebbe già tantissimo.
Il bilancio delle devastanti inondazioni causate dalla tempesta che ha colpito il Texas centrale sale ad almeno 51 morti. Ventisette i dispersi.Il dato ufficiale fornito dalle autorità parla ancora di 43 vittime ed è probabile aumenti nella zona più colpita della contea di Kerr. Sempre le autorità sabato in una conferenza stampa hanno dichiarato che 15 delle vittime erano bambini. Il governatore Greg Abbott ha promesso che le squadre avrebbero lavorato 24 ore su 24 per soccorrere e recuperare le vittime. Ancora da ufficializzare il numero delle persone disperse, a parte 27 bambine che si trovavano in un campo estivo femminile.