Le cifre sono ballerine, ma tutte le stime sono concordi su un punto: per l’Italia sarà un salasso. Perché ristrutturare circa 2 milioni di edifici entro il 2033 costerà tra i 40 e i 60 miliardi di euro all’anno. E non sarà certo un’impresa semplice. Almeno se la bozza della direttiva Ue sulle case green, nella forma approvata dal Parlamento Ue a marzo, dovesse essere confermata dal negoziato (trilogo) “a oltranza” che partirà stasera tra le istituzioni europee. E questo perché quel testo, oltre a essere peggiorativo rispetto alla proposta della Commissione, non prevede nessuno stanziamento comunitario per incentivare le ristrutturazioni. Mentre nelle bozze circolate negli ultimi giorni è spuntata di nuovo una clausola che era stata depennata: le sanzioni per i proprietari che non si adegueranno.
Insomma, non è un caso che la direttiva per l’efficientamento energetico degli edifici sia stata bollata dal vicepremier Matteo Salvini «una patrimoniale mascherata»: senza incentivi pubblici, infatti, è difficile pensare che i privati decidano di accollarsi tra i 40 o e i 105mila euro - a seconda che sia un appartamento o una villetta - per rendere più “verdi” le proprie abitazioni. Cifre che lievitano fino a 600mila euro per mettere a norma un condominio.
OBBLIGHI - Perché al di là delle buone ragioni dell’ecologia, di questo si tratta: di soldi. La direttiva Ue, infatti, impone agli edifici residenziali il passaggio alla classe energetica E entro il 2030 e a quella D entro il 2033. Secondo le stime dell’associazione dei costruttori edili (Ance), su 12 milioni di case, si dovrebbe intervenire su oltre 9 milioni. Il provvedimento, in realtà, stabilisce che si dovrà ristrutturare subito il 15% degli immobili più energivori, quelli in classe G. Il che significa, calcola Ance, fare lavori, come il cappotto termico, su 1,8 milioni di edifici residenziali in dieci anni, a cui vanno aggiunti 230mila immobili pubblici. Ogni anno, insomma, dovranno essere ristrutturati 215mila stabili, dei quali 180mila di privati, per un costo di 40 miliardi di euro per gli edifici residenziali e di 19 miliardi per le altre tipologie, come i fabbricati. Da qui al 2033, si tratta di 590 miliardi.
La direttiva, insomma, sarà, risorse permettendo, la riedizione del Superbonus 110, questa volta in salsa europea: senza fondi comunitari, e con i proprietari costretti a rifarsi casa in chiave green, qualche incentivo lo Stato dovrà pur riconoscerlo. Del resto, anche il famigerato 110 prevedeva, come condizione per accedere all’agevolazione, il salto di due classi energetiche. Esattamente quanto dovranno fare tutti quei proprietari che hanno un immobile di classe G (tra 1,4 e 1,8 milioni tra condomini e villette), per portarlo appunto alla categoria E entro il 2030.
Va detto che il confronto che inizierà oggi tra Consiglio, Commissione e Parlamento Ue, avrà come fulcro appunto le date a partire dalle quali far scattare l’obbligo. I giochi, dunque, non sono ancora fatti. «Stiamo cercando di capire se c’è una minoranza dei blocco per fermare alcune parti del provvedimento in sede di Consiglio europeo» spiega a Libero l’europarlamentare di FdI, gruppo Ecr, Pietro Fiocchi. «Nel trilogo» aggiunge, «le posizioni sono distanti, c’è una spaccatura tra Stati membri, soprattutto tra Nord e Sud Europa. Mentre la Spagna, che ha la presidenza di turno, non sembra molto interessata a questo provvedimento. Questo ci fa ben sperare che il dossier non venga chiuso e slitti».
La partita, insomma, non è ancora finita. E il tempo gioca a favore dell’Italia. «Se non arriviamo al voto in Parlamento entro la fine di novembre è difficile che si riesca ad approvare la direttiva entro la fine della legislatura» spiega Fiocchi. «E a quel punto, con una maggioranza diversa da quella attuale, più di centrodestra e più pragmatica, le cose potrebbero cambiare».
Il bilancio delle devastanti inondazioni causate dalla tempesta che ha colpito il Texas centrale sale ad almeno 51 morti. Ventisette i dispersi.Il dato ufficiale fornito dalle autorità parla ancora di 43 vittime ed è probabile aumenti nella zona più colpita della contea di Kerr. Sempre le autorità sabato in una conferenza stampa hanno dichiarato che 15 delle vittime erano bambini. Il governatore Greg Abbott ha promesso che le squadre avrebbero lavorato 24 ore su 24 per soccorrere e recuperare le vittime. Ancora da ufficializzare il numero delle persone disperse, a parte 27 bambine che si trovavano in un campo estivo femminile.