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Daniele Capezzone, cari ragazzi filopalestinesi: non potete difendere il nazi-islamismo

di Daniele Capezzone giovedì 12 ottobre 2023

4' di lettura

Pare che le lettere non vadano più di moda nell’era Whatsapp. Ma – in una forma o nell’altra – oggi è proprio il caso di indirizzare almeno tre messaggi: agli studenti anti -Israele; agli imam islamici su territorio italiano; al nostro governo. Cari ragazzi, cari studenti che, alla Sapienza e altrove in giro per l’Italia, avete inscenato manifestazioni pro Palestina. Supero la tentazione di farvi osservare che, guardando foto e servizi televisivi, c’è un aspetto abbastanza tragicomico: alcuni di voi sono sempre gli stessi, dei veri e propri piccoli professionisti della protesta. Dall’assedio alla Sapienza nell’ottobre dell’anno scorso contro il “fascista Capezzone” fino alla vicenda Cospito, passando per la cosiddetta iniziativa delle “tende”, molto spesso ritornano le medesime facce e le medesime sigle. Ma su questo, per oggi, sorvolo.

Di certo, siete blanditi, vezzeggiati, coccolati dal grosso dei media e da gran parte dell’arco politico: ormai, siete stati trasformati in piccoli Buddha davanti ai quali ci si può solo inchinare. E invece, è venuto il momento di comunicarvi (con affetto e con vero rispetto: cose che implicano la necessità di dire e dirsi la verità) che avete torto marcio, che vi state comportando da stronzi (come credo si dica a Oxford, o forse a Cambridge), e che molto presto avrete motivo di vergognarvi degli slogan che state pronunciando con tanta leggerezza e presunzione.

CORTOCIRCUITI
Ma vi siete resi conto del fatto che, mentre voi gridavate pro Palestina, l’altra sera sono venuti fuori decine di cadaveri di bimbi israeliani uccisi nei loro lettini e decapitati dalle belve di Hamas? Ripeto il concetto: l’avete capito o no cosa è successo? Delle canaglie terroriste si sono messe a stuprare donne, maciullare bambini, uccidere e rapire indiscriminatamente. Insieme ai loro sponsor di Teheran, vogliono una cosa precisa: l’eliminazione definitiva e totale di Israele, che – nei loro desideri – andrebbe cancellato dalla cartina geografica, con tanto di genocidio delle donne e degli uomini ebrei. Nazi-islamismo allo stato puro. E voi che fate? Srotolate uno striscione con su scritto: «Nessuna condanna assolve Israele, Sapienza stands with Gaza». Ah sì, do you stand with Gaza? E allora sarà il caso di fare un breve ripasso di come sarebbe il mondo se a guidarlo fossero i mandanti dell’operazione contro Israele. Sto parlando – in questo caso – della testa del serpente, cioè del regime degli ayatollah iraniani che sponsorizza e sostiene la rete del terrore di Hamas. Voi, cari studenti, dite di sostenere in massa la libertà sessuale e di genere, e quindi le rivendicazioni lgbtq. Lo sapete come finiscono le persone omosessuali in Iran? Impiccate o gettate dal tetto dei palazzi. Voi dite di sostenere i diritti delle donne. Lo sapete come funziona lì?

Segregazione femminile di massa e lapidazione delle adultere. Voi dite di sostenere il diritto al dissenso politico. Lo sapete che succede lì ai dissidenti? Tortura, galera, morte. Voi dite di contrastare il clericalismo e l’integralismo confessionale. Lo sapete che succede lì a chi si ribella all’orrido clero fondamentalista di Teheran? Persecuzioni terribili. Cari ragazzi, la verità è che ognuno di voi – con le vostre scarpe griffate, la casa di papà e i soldini di mamma – là non ci starebbe nemmeno per due giorni. Lì trovereste la negazione delle nostre società occidentali: piene di difetti, certo, ma nelle quali siete liberi di dire e fare quello che vi pare (pure con telecamere al seguito). E allora pensateci bene prima di fare le involontarie majorettes del terrore, le veline degli ayatollah, le vallette inconsapevoli dei macellai islamisti. Potreste vergognarvene molto presto.

PREDICATORI DI ODIO
Dopo di che, c’è il secondo messaggio da recapitare, quello agli imam e ai predicatori islamici che vivono nelle nostre città. Qui a Libero, da giorni, vi stiamo interpellando. E quella che viene fuori è una realtà che purtroppo non vi fa onore. Dopo i massacri compiuti in nome dell’islam contro vittime innocenti, molti di voi – nella migliore delle ipotesi – state zitti e non condannate, mentre – nella peggiore – state pronunciando parole di fuoco, pericolose, in qualche caso letteralmente indegne. Che intenzioni avete? Volete fare i piromani? Volete incendiare anche le nostre città? Volete fomentare qualche esaltato? Sarà bene fare chiarezza prima, per non piangere dopo: né lacrime vere, né lacrime di coccodrillo.

E qui si arriva anche al governo, che sicuramente sta monitorando la situazione su più piani. Ma è il momento – a me pare – di aprire una discussione pubblica chiara ed esplicita sul tema. Per ciò che riguarda gli imam e i predicatori, non può essere tollerata alcuna semina di odio. Per ciò che riguarda invece gli studenti, va certamente salvaguardato il bene supremo e intangibile della libertà di espressione. Ma – sul piano politico e culturale – si percepisce una certa timidezza nel centrodestra. Non si può continuare a lasciare senza risposta, senza contraddittorio, senza contraltare, una ondata di sciocchezze, di falsificazioni, un mix di analfabetismo e aggressività che intossica scuole e università. Che aspettano voci – giovani e meno giovani – del centrodestra politico e culturale a mobilitarsi, a farsi sentire? In un momento storico in cui tanta parte dell’agenda di governo dipende dalle decisioni di Bruxelles e di Francoforte, e in cui quindi gli italiani capiscono che gli spazi di agibilità ad esempio in campo economico sono ristretti, almeno le battaglie identitarie e culturali non possono essere scansate, abbandonate, o lasciate al monopolio della peggiore sinistra.

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