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Svezia, l'ambasciatore: "Cambiamo linea sui migranti, chi sarà espulso"

di Chiara Pellegrini giovedì 19 ottobre 2023

3' di lettura

«La Svezia ha già preso da tempo una posizione chiara, in passato le politiche migratorie sono state troppo generose nei confronti dell'immigrazione illegale. Le regole si stanno facendo più severe, molti dei rifugiati presenti ora in Svezia rimarranno mentre altri verranno rispediti indietro». Jan Björklund, Ambasciatore svedese in Italia in carica dal settembre del 2020, ricalca la posizione netta espressa ieri da UlfKristersson, primo ministro alla guida di un governo di centro dall’ottobre 2022 con l’appoggio esterno della destra. Kristersson ha chiesto di aumentare i controlli alle frontiere dopo l’attentato di Bruxelles in cui sono morti due tifosi. «In Svezia e nell’Ue dobbiamo controllare meglio le nostre frontiere», ha dichiarato il premier, aggiungendo che il sospetto autore dell’attentato era stato in Svezia di recente. «Tutto indica che si è trattato di un atto terroristico contro la Svezia e i cittadini svedesi solo perché svedesi».

L'ondata terroristica islamica travolge di nuovo l'Europa, il procuratore federale belga Frédéric Van Leeuw confermato l'esistenza di un video in cui l'attentatore allude ai roghi del Corano in Svezia. Nelle immagini il terrorista appare con un volto coperto dal un passamontagna e dichiara che «Il libro di Allah è una linea rossa per la quale si sacrifica».

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Il rogo del Corano a Malmö, nel sud della Svezia, dello scorso settembre ha provocato violente reazioni nella popolazione musulmana della città, simili a quelle di luglio. Si muore a causa di un libro sacro bruciato? 
«È troppo presto per parlare delle ragioni che hanno scatenato l'attacco terrorista di Bruxelles ci sono possono essere innumerevoli motivi, sia conflitto in Medio Oriente che gli episodi in cui sono state bruciate copie del Corano. Le nostre forze di polizia stanno lavorando a stretto contatto con la polizia belga e le agenzie internazionali che si occupano delle indagini per trovare una risposta a tutte queste domande. Ad ogni modo, se è vero che il governo svedese ha condannato immediatamente il gesto come provocatorio, è altrettanto vero che in una democrazia si è liberi di fare ciò che si crede anche se al governo non piace».

Stoccolma nel 2014 ha riconosciuto lo Stato palestinese, scatenando l'irritazione di Gerusalemme. Stando alla situazione politica internazionale a suo giudizio potrebbe esserci un passo indietro a riguardo?
«Beh, la decisione è stata presa dal precedente governo nel 2014. I partiti politici presenti nell'attuale governo si opposero a quella decisione (Björklund è stato leader dei Liberali dal 2007 al 2019 e poi primo viceministro dal 2010 al 2019 ndr). L'esecutivo in carica non ha espresso una posizione né ha ancora ipotizzato un cambiamento in questo senso, tuttavia quel che è certo è che ci sia una discussione in corso». 

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«Per quanto riguarda l'immigrazione io penso che la Svezia viva la stessa situazione dell'Italia. Arrivano rifugiati che hanno certamente buone ragioni per scappare e a cui è permesso di venire ma chiedono ospitalità anche molti migranti che non hanno lo stato formale di rifugiati e la Svezia come l'Italia e il resto d'Europa cerca di trovare soluzioni. Non è una questione degli ultimi mesi ma ormai un problema che si ripropone da anni. Certo la sfida, seppure in misure ridotte, è la stessa del Governo italiano».

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Kristersson ha dato indicazioni chiare ai connazionali che si trovano in queste ore ancora in Belgio, esortandoli a “cautela e attenzione”. Lo stato di allerta si è alzato anche per i circa 15mila svedesi che vivono in Italia?
«La Svezia ha alzato lo stato di allerta dalla scorsa estate, dopo una serie di attacchi alle sedi diplomatiche estere e dopo le minacce ricevute da varie organizzazioni terroristiche islamiche. Non abbiamo una specifica minaccia di allerta esclusivamente destinata all'Italia, l'ambasciata è però in continuo contatto con carabinieri, polizia e tutte le agenzie di sicurezza italiane. Viviamo in un mondo in cui ci sonomolti conflittiela conseguenza è cheil terrorismo sfortunatamente esiste. Non voglio spaventare nessuno ma pensiamo tutti alla nostra sicurezza». 

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