CATEGORIE

Luca Beatrice: Genova, lo stupro messo in mostra fa sbraitare le femministe

di Luca Beatrice domenica 14 gennaio 2024

3' di lettura

L’episodio costituisce un grave precedente, per cui ci auguriamo solo che si ridimensioni il tutto. Almeno il mondo dell’arte, in Italia, ci sembrava immune dal delirio del politicamente corretto proprio perché l’arte, almeno quella vera, è da sempre scorretta, urticante, respingente e gli artisti non sono tutti brave persone. Altrove hanno cacciato Gauguin dai musei perché nella Tahiti di fine ‘800 aveva avuto rapporti con ragazze minorenni, accusato Picasso di aver trattato male le donne, additato Balthus di sguardi pornografici e pedofili. Di questo passo sarà molto difficile continuare a fare il nostro lavoro perché bisognerà pesare ogni singola parola. C’è solo da augurarsi che quelle di una di meno restino comunque meno delle persone ragionevoli, donne e uomini.

Casus belli è la mostra di Artemisia Gentileschi allestita al Palazzo Ducale di Genova, curata da Costantino D’Orazio in collaborazione con Anna Orlando, prodotta da Arthemisia, una società composta da quasi tutte donne, a cominciare dalla presidente Iole Siena. Inaugurata il 16 novembre scorso, siamo già a 30mila presenze e fino a qualche giorno fa nessun lamento né rimostranza.

Però se tocchi certi argomenti oggi è matematico pestare il cosiddetto merdone, bisognerebbe davvero tenersene alla larga perché ci sono in giro parecchie persone che non vedono l’ora di appiopparti epiteti come sessista, patriarcale, discriminatorio.

Il discrimine, invece, andrebbe fatto in un altro senso: conta di più la parola di chi sa, uno storico dell’arte che lavora da trent’anni è più competente di una studentella che smanetta sui social con tono querulo e acido, allo scopo di sollevare inutili e sciocchi polveroni, nonché farsi notare da un ristretto gruppo di fanatiche come lei?

Il mito di Artemisia Gentileschi, peraltro, risale alla triste vicenda di cronaca nera che la coinvolse, lo stupro subito dal collega pittore Agostino Tassi. È diventata un simbolo femminista per questo, mentre meriterebbe più attenzione la qualità pittorica, che non ha sesso, non è maschio e neppure femmina sapere dipingere bene, ma puro talento e capacità.

Ogni lettura critica può essere diversa. Francesca Baldassari, curatrice nel 2016 della mostra Artemisia Gentileschi e il suo tempo al Museo di Roma in Palazzo Braschi (curiosità, anche questa esposizione fu prodotta da Arthemisia) non volle esporre opere di Agostino Tassi per partito preso, decisione rispettabilissima”. A Genova, invece, «vittima e carnefice sono insieme – dice D’Orazio, neodirettore della Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia - volevo infatti spiegare perché Tassi non scontò la pena, era talmente apprezzato come pittore che il suo talento andò oltre la bastardaggine dell’individuo. D’altra parte, fu proprio per la sua bravura che Orazio Gentileschi, padre di Artemisia, gli permise di entrare in casa per dare lezioni di prospettiva alla figlia».

Con Artemisia nasce una figura di artista donna moderna, non sono più le suorine a dilettarsi nella pittura ma vere professioniste come la giovane Gentileschi, capace di esprimere nuove emozioni forti. La mostra, sempre secondo il curatore, ha l’obiettivo di superare la lettura più immediata, quella per cui tanto pubblico ancora si reca in visita, “ah si la pittrice che fu stuprata”, e di restituirla a pieno titolo nella storia dell’arte. Onestamente pare difficile trovare tracce di sessismo e di patriarcato nel percorso, suonano certo banali le accuse sui ritratti di donne eseguite da pittori uomini.

Non ci sarebbe stata alcuna polemica senza la sala immersiva, quel tocco esperienziale allestito per aggiungere pepe alle mostre soprattutto a vantaggio di un pubblico non specialistico. Conservato in una teca c’è il fascicolo originale del processo contro Agostino Tassi, animato dalla voce recitante di un’attrice che racconta la vicenda, denunciando, in maniera esplicita, la grave violenza subita dalla donna. Effetto spettacolare, tra il teatro del Grand Guignol e il cinema di Dario Argento, le riproduzioni dei dipinti e un letto dalle lenzuola bianche si riempiono di sangue. Si punta alla visione forte, allo choc visivo. Giusto o sbagliato che sia, è comunque una scelta, all’unico scopo di empatizzare con la vittima, per un episodio consumatosi nel 1611, quando tante donne venivano stuprate e tutti tacevano, tranne Artemisia che ebbe il coraggio di esporsi pubblicamente. I quadri da soli sarebbero bastati? Certamente si, però ogni mostra ha una sua poetica e comunque le accuse di sessismo non reggono. L’unica lettura corretta è comunque quella di mantenere la distanza dai fatti della storia senza appiattirci sul presente.

tag
genova
artemisia gentileschi
sessismo
patriarcato

L'ultimo delirio ad Arcore Per le femministe Barbie è patriarcato

Incorreggibile Maurizio Landini minimizza gli scontri di Genova: "Solo una tensione sindacale"

Sinceri democratici Giorgia Meloni, l'agghiacciante coro degli operai contro il premier: la sinistra che dice?

Ti potrebbero interessare

Per le femministe Barbie è patriarcato

Annalisa Terranova

Maurizio Landini minimizza gli scontri di Genova: "Solo una tensione sindacale"

Redazione

Giorgia Meloni, l'agghiacciante coro degli operai contro il premier: la sinistra che dice?

Redazione

Genova, la denuncia della Uilm: "Pestati a calci e pugni da quelli della Fiom"

Redazione

Texas, i soccorritori alla ricerca dei superstiti dopo le inondazioni: le immagini dei danni

Il bilancio delle devastanti inondazioni causate dalla tempesta che ha colpito il Texas centrale sale ad almeno 51 morti. Ventisette i dispersi.Il dato ufficiale fornito dalle autorità parla ancora di 43 vittime ed è probabile aumenti nella zona più colpita della contea di Kerr. Sempre le autorità sabato in una conferenza stampa hanno dichiarato che 15 delle vittime erano bambini. Il governatore Greg Abbott ha promesso che le squadre avrebbero lavorato 24 ore su 24 per soccorrere e recuperare le vittime. Ancora da ufficializzare il numero delle persone disperse, a parte 27 bambine che si trovavano in un campo estivo femminile.

Marco Bassani: L'europeismo trasformato in un culto neo-marxista

Infuria la polemica su un documento che credo debba essere posto nella giusta luce. È vero che occorre contestual...
Marco Bassani

Patricelli: La verità nascosta dal Pci su chi uccise il Duce

Un cold case da ottanta anni nella ghiacciaia della storia, con un enigma avvolto da un mistero. In attesa che l’e...
Marco Patricelli

Calessi: Bertinotti e Fini, uniti dalla Lega ma separati sulla guerra

Il rosso e il nero a casa della Lega. Sono stati loro, Fausto Bertinotti e Gianfranco Fini, intervistati dal direttore d...
Elisa Calessi