La sinistra è sotto choc per la sentenza delle sezioni unite della Cassazione che ha stabilito che il saluto romano non è reato sempre; anzi, non lo è quasi mai, visto che per i magistrati è perseguibile solo qualora evidenzi un reale pericolo di ricostruzione del partito fascista, eventualità difficile da dimostrare e che comunque si concretizzerebbe in atti meno evocativi e più mirati all’obiettivo. In quarantott’ore i dem hanno subito un pesante uno-due su uno dei loro cavalli di battaglia. Mercoledì l’Europarlamento aveva fissato la discussione sull’allarme democratico in Italia alle 21, che in Belgio sono come le 23 da noi, dopo i titoli di coda della giornata, mandando praticamente deserto l’appuntamento. A testimonianza del livello di preoccupazione suscitato nella Ue dall’interpellanza del Pd. Giovedì gli ermellini hanno spento con una sentenza che sa di doccia gelata le due settimane di polemiche seguite alle duecento braccia tese della commemorazione della strage di Acca Larentia.
Naturalmente, anziché far tesoro della lezione dei loro amici, i tribunali e l’Unione Europea, i progressisti rilanciano. Sono tanti ultimi giapponesi sull’isola. La Schlein annuncia il rilancio del progetto di legge dem per allargare lo spettro dei comportamenti rubricabili ad apologia del fascismo. La Cgil punta allo scioglimento delle organizzazioni di estrema destra.
LEZIONE INUTILE - Gattini ciechi, politici con il pilota automatico vittime di riflessi condizionati. Se a sinistra ci fosse qualcuno intenzionato a fare politica e non polemica, sarebbe il momento di comprendere che la Cassazione non ha fatto un favore alla Meloni, ma a Schlein e soci. Giorgia infatti non ha nulla a che vedere con l’estrema destra neofascista ed extraparlamentare che oggi coltiva ancora il vizietto del braccio teso. E meno braccia si alzano, meglio è per lei e per il centrodestra. Se i giudici avessero messo il saluto fascista fuori legge, avrebbero fatto un favore a Fdi, azzerando ogni pretesto per tirare in ballo la premier tutte le volte che una brigata di nostalgici mette in scena il suo malinconico teatrino. Con la legittimazione del gesto mussoliniano per motivi commemorativi e affini, la magistratura ha invece dato alla sinistra l’occasione definitiva per abbandonare la strada di una propaganda antifascista legittima ma sterile dal punto di vista dei consensi e che sembra tenere inchiodato il Pd a un’opposizione che ha poca presa sull’elettorato. L’antifascismo è un valore della Repubblica, ma è ormai insisto nel dna della nostra popolazione.
Per i progressisti spendere ogni energia nel fare la guerra a trecento esaltati che parlano solo a loro stessi non solo è una perdita di tempo ma li fa sembrare agli occhi della gente normale come sconnessi dalla realtà e dalla storia.
OCCASIONI PERSE - Se la Meloni, a quasi un anno e mezzo dal voto che l’ha incoronata, è ancora decisamente più alta nei sondaggi rispetto al 26% di consensi ottenuto nel settembre 2022 è perché gli italiani, malgrado gli alert quotidiani dei progressisti, non avvertono alcuna minaccia per la democrazia né sentono odore di un ritorno all’autoritarismo. Il sì per sentenza al saluto romano è un’occasione per il Pd per una presa d’atto della realtà che gli consenta di superare gli schemi perdenti e usurati e trovare argomentazioni più moderne di un antifascismo ormai d’antan.
Sul punto, rispetto a Schlein e Bonelli era più avanti perfino Togliatti nell’immediato Dopoguerra, quando firmò l’amnistia per i gerarchi in orbace, gente davvero fascista e che aveva collaborato con il regime. Certo, per cogliere l’opportunità bisognerebbe avere una classe dirigente all’altezza. Per questo, come già si capisce, i dem si apprestano perdere anche questa chance.
Non è solo una questione di antifascismo, è che il Pd è il partito dell’odio, lo ha nel suo dna e lo coltiva con dedizione. Odio verso il nemico, che sia Salvini, Berlusconi o Meloni, ma anche in fondo verso se stesso. Gli analisti spiegano che Elly sarebbe già un morto che cammina. Il gran ritrovo dem è stato disertato da molti, perfino dalla segretaria, che vi si è trattenuta meno di due ore. Nel partito imperversa il dibattito per non farla candidare alle Europee, come è invece suo evidente desiderio che i suoi colleghi non le consentono neppure di manifestare liberamente, pronti a farle la lezioncina democratica. Candidarsi e prendere un sacco di voti è la sola cosa che può salvare la segretaria, almeno per un po’ Ma si consoli ClarabElly, non è la prima e non sarà l’ultima. La storia del Pd è costellata di leader esaltati e subito abbattuti dal partito, che è così antifascista da organizzare un 25 lugliogiorno della deposizione del Duce da parte dei suoi gerarchi - un anno sì e l’altro pure.
Il bilancio delle devastanti inondazioni causate dalla tempesta che ha colpito il Texas centrale sale ad almeno 51 morti. Ventisette i dispersi.Il dato ufficiale fornito dalle autorità parla ancora di 43 vittime ed è probabile aumenti nella zona più colpita della contea di Kerr. Sempre le autorità sabato in una conferenza stampa hanno dichiarato che 15 delle vittime erano bambini. Il governatore Greg Abbott ha promesso che le squadre avrebbero lavorato 24 ore su 24 per soccorrere e recuperare le vittime. Ancora da ufficializzare il numero delle persone disperse, a parte 27 bambine che si trovavano in un campo estivo femminile.