Andavo a trenta all’ora per trovar la bimba mia, ye -ye -ye -ye; anzi, puf -puf puf -puf. Sono arrivato con due ore di ritardo e l’ho trovata con un altro, cuccucuccu-cuccucuccu... Al bolognese Gianni Morandi toccherà cambiare le parole del suo successo anni Sessanta, se il suo sindaco dem, Matteo Lepore manterrà così basso il limite massimo di velocità malgrado la pioggia di critiche che gli sta piovendo addosso da tutta Italia. L’andatura da lumaca è obbligatoria nel 70% delle strade del capoluogo emiliano, compresi i vialoni a tre corsie della circonvallazione, dove il primo cittadino aspetta per la prossima primavera la nidificazione delle rondini, come lo burla Matteo Salvini, così da allietare con il canto degli uccellini gli automobilisti in coda.
Dalle prese in giro ai fatti, il ministero dei Trasporti ha pronta la direttiva per restringere le aree ad andamento lento, che riduce le deroghe al limite dei 50 all’ora in città a casi rari e motivati, come la prossimità a scuole e ospedali o l’alto numero di incidenti. Il Lepore dicono che in origine all’anagrafe si chiamasse Lepre ma abbia fatto aggiungere la “o” per coerenza- giura che si adeguerà. Al vicepremier leghista quindi non resta che accelerare, perché già fioccano i sindaci emuli di quello bolognese; primo fra tutti, il milanese Beppe Sala, che tanto ormai in quanto a consenso non ha più nulla da perdere e, temendo di essere inseguito da qualche cittadino con il mattarello in mano, sogna di rallentare tutti per aumentare le proprie chance di fuga. Non è ideologia, giurano a sinistra, dove hanno fatto infuriare perfino i vigili urbani, che sostengono che il limite dei trenta all’ora congestiona il traffico e non si riesce a far rispettare. Infatti, è “odiologia”, odio puro verso le automobili e i motocicli, ma forse anche nei confronti degli extracomunitari che sfrecciano nel buio della sera più veloci di ciclomotori per consegnare pasti a domicilio.
Parliamoci chiaro. Ormai per ampia parte del mondo progressista possedere una macchina e provare a usarla è una colpa, da sanzionare ogni volta che uno si mette al volante. Bisognerebbe acquistarla, per far contenti gli Elkann e gli altri produttori stranieri di vetture, e poi lasciarla in garage, in modo da contribuire a rimpinguare le casse dello Stato con l’Imu e il bollo di finta circolazione, ma guai a girare la chiave d’accensione. L’alternativa sarebbe ripiegare sull’auto elettrica, la sola politicamente corretta, ma in tal caso, finché non ci saranno sufficienti colonnine di ricarica e l’autonomia del pieno - che richiede un paio d’ore di sosta - non arriverà almeno ai cinquecento chilometri, significherebbe passare direttamente alla condanna. Aumenta il lavoro per Fleximen, il misterioso antieroe popolare che fa delirare mezza Italia andando in giro a spaccare autovelox. È un reato, ma gli vanno riconosciute le attenuanti. Dovrà darsi da fare anche per aiutare chi guida a sfuggire alla mannaia dei trenta allora. Viola la legge, giova ripeterlo, ma è evidente che se si candidasse alle Europee sarebbe primo degli eletti in qualsiasi schieramento. Perfino la Schlein, se aggiungesse in lista accanto al nome che le è toccato in sorte “detta Fleximen”, forse riuscirebbe a superare Giorgia Meloni in quanto a preferenze. Alcuni sindaci che si sono visti ridotti in poltiglia l’orrida macchinetta hanno dichiarato che non la ripristineranno, perché stavolta a distruggerla sarebbero i cittadini, che sarebbe meglio ascoltare prima di multare.
Paradossi del progresso. Le vetture hanno dimensioni triple rispetto a trent’anni fa e motori di potenza doppia però possono andare a metà della velocità. Se investi uno a trenta all’ora, otto-nove volte su dieci sopravvive; se lo investi a cinquanta, otto-nove volte crepa, dicono i rallentantori. È la solita mezza verità. Ovvio che la velocità uccide, ma essa è la terza causa di incidenti, dopo distrazione- favorita anche dalla lenta andatura- e mancato rispetto della precedenza e della distanza di sicurezza. Nella statistica peraltro non si parla di incidenti a 50 all’ora bensì a cinquanta e oltre, quindi la categoria racchiude anche quelli a cento e passa. E poi che vuol dire? Anche se precipiti dall’ottavo piano ti ammazzi, mentre se cadi dal primo no, però continuiamo a costruire condomini sempre più alti. Già, ma quando vuoi imporre una legge punti alla pancia, mica alla testa, e più scriteriata è, più avanzi argomentazioni terroristiche per sostenerla. Il codice della strada, se lo si rispettasse, ridurrebbe di oltre il 50% i 1.400 morti della strada che si registrano in media negli ultimi anni.
Vane argomentazioni, il vento soffia contro le auto, anche se in Italia ce ne sono quaranta milioni; il che significa che, minorenni e ultranovantenni a parte, ce l’hanno quasi tutti. Però, siccome gli automobilisti sono anche autolesionisti, si può sparargli addosso. Il guidatore ormai non è una persona ma una categoria e lo Stato lo tratta come tale. Se una delinquente ubriaca esce di strada a tutta velocità e investe e uccide un ragazzo sul marciapiede o un giovane tira sotto due adolescenti che attraversano la via di corsa fuori dalle strisce nella notte, vanno puniti tutti gli automobilisti, costretti a girare a trenta all’ora. E il lavoro, la scuola, il medico, i genitori o i figli da accompagnare? Basta uscire un quarto d’ora prima, che con il ritorno fa mezz’ora di tempo in più, ma se i viaggi sono due siamo all’ora al giorno, nella migliore delle ipotesi. Tanto stare in macchina nel traffico fa bene allo spirito: se non vuoi impazzire sei costretto a diventare buddista, ma occhio a non addormentarti, altrimenti l’incidente lo fai anche a trenta all’ora. E quando arriva la multa, guai a non pagare entro sessanta giorni o l’ammenda si moltiplica per venti e si trasforma in cartella esattoriale. Primo bastonare, quindi vedere se per caso non si ha torto: questa la regola dello Stato, per il quale il cittadino motorizzato è da trattare come un potenziale assassino e usare come un bancomat.
Il bilancio delle devastanti inondazioni causate dalla tempesta che ha colpito il Texas centrale sale ad almeno 51 morti. Ventisette i dispersi.Il dato ufficiale fornito dalle autorità parla ancora di 43 vittime ed è probabile aumenti nella zona più colpita della contea di Kerr. Sempre le autorità sabato in una conferenza stampa hanno dichiarato che 15 delle vittime erano bambini. Il governatore Greg Abbott ha promesso che le squadre avrebbero lavorato 24 ore su 24 per soccorrere e recuperare le vittime. Ancora da ufficializzare il numero delle persone disperse, a parte 27 bambine che si trovavano in un campo estivo femminile.