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Carlo Nicolato: personale Onu a Gaza, "il 10% è terrorista"

di Carlo Nicolato martedì 30 gennaio 2024

3' di lettura

Il 10% dei dipendenti dell’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) a Gaza ha rapporti con i terroristi di Hamas o della Jihad Islamica. Lo afferma un rapporto israeliano condiviso con il governo statunitense nel quale si rivela con dovizia di particolari e di prove la partecipazione diretta all’attacco del 7 ottobre di almeno 12 di tali dipendenti, già licenziati dall’agenzia. La rivelazione ha convinto diversi Paesi occidentali, Stati Uniti in testa, a sospendere i finanziamenti all’Unrwa.

MANOVALANZA - Sarebbero dunque 1200 su un totale di circa 12mila i dipendenti dell’agenzia dell’Onu ad essere in qualche modo invischiati con l’attività terroristiche nella striscia di Gaza. Il documento riportato dal Wall Street Journal afferma inoltre che circa il 50% dei dipendenti dell'agenzia a Gaza ha almeno un parente con legami nei gruppi terroristici, mentre un altro rapporto visionato da Ap rivela che almeno 190 operatori Unrwa sono essi stessi agenti di Hamas o della Jihad islamica.

SPIONAGGIO - Il rapporto dell'intelligence israeliana è stato costruito tenendo sotto controllo i telefoni di sei persone, monitorando le telefonate di altri che avrebbero discusso del loro coinvolgimento nell’assalto e leggendo messaggi di testo ricevuti da altri tre che ordinavano loro di presentarsi ai punti di raccolta prima dell'attacco. Dei dodici dipendenti dell’agenzia che hanno partecipato all’attacco sette sono insegnanti nelle scuole, due hanno lavorato nelle stesse a vario titolo a vario titolo, mentre gli altri tre sono stati descritti come un impiegato, un assistente sociale e un magazziniere.

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GLI ACCUSATI - Un consulente scolastico dell'Unrwa di Khan Younis, nel sud di Gaza è sospettato di aver collaborato con suo figlio nel rapimento di una donna israeliana, mentre un assistente sociale della città di Nuseirat, nel centro di Gaza, è accusato di aver contribuito a trafugare il corpo un soldato israeliano morto a Gaza. Un terzo dipendente avrebbe preso parte al massacro del kibbutz Be'eri dove sono state uccise 97 persone. Un altro lavoratore Unrwa è stato rintracciato sul luogo del festival musicale Supernova vicino a Re'im, dove sono state massacrate 360 persone, mentre gli altri hanno coordinato la logistica e procurato armi. Un insegnante è accusato di aver procurato un razzo anticarro, un altro di aver filmato un ostaggio. Il direttore di un negozio in una scuola dell'agenzia avrebbe aperto una sala operativa per la Jihad islamica. Un dodicesimo palestinese si sarebbe aggregato alla spedizione in modo indipendente.

OSTAGGI - Il canale israeliano Channel 13 aveva riferito domenica sera che due degli ostaggi israeliani rilasciati da Gaza avevano testimoniato di essere stati tenuti prigionieri separatamente dagli operatori dell'Unrwa, a volte nelle loro case. Un ostaggio ha riferito che la figlia del rapitore gli aveva detto che era un insegnante dell'Unwra, gli aveva dato da mangiare snack etichettati e distribuiti dall'agenzia Onu.

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DONATORI - Le accuse hanno spinto idonatori, tra cui Stati Uniti, Canada, Germania, Gran Bretagna, Italia, Paesi Bassi, Australia, Finlandia e Giappone, a sospendere i finanziamenti all’agenzia in attesa di un'indagine approfondita. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha aggiunto che l’Italia «continuerà a finanziare altre organizzazioni come la Croce rossa e la Mezzaluna rossa».

Nel 2018 l’amministrazione Trump aveva già sospeso i finanziamenti all’agenzia sospettata di fiancheggiare i terroristi, ma il presidente Biden li aveva ripristinati. L’Unrwa ha dichiarato che stando così le cose «non sarà in grado di continuare i suoi servizi e le sue operazioni in tutta la regione oltre la fine di febbraio». 

SOLDI A HAMAS - Secondo l’Israel National Bureau for Counter Terror Financing, l’ufficio israeliano che si occupa di contrastare il finanziamento del terrorismo, Hamas riceverebbe ogni mese da 8 a 12 milioni di dollari di sole donazioni online. La raccolta fondi passerebbe attraverso organizzazioni di altri Paesi non apertamente legate al gruppo attraverso convogli di aiuti o il cosiddetto Trade-Based Terrorist Financing (TBTF), il finanziamento del terrorismo basato sul commercio.  

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