“Cenerentola è nera, queer e lotta con noi”. Questo il titolo della pagina culturale di Repubblica di giovedì scorso. E la reazione del lettore, va detto, non è “mamma mia che scandalo” quanto piuttosto “mamma mia che noia”. Insomma, sempre la solita polemicuccia a temperatura ambiente che ormai non va quasi più bene neanche per una discussione con i colleghi in pausa pranzo...
Il pezzo su Repubblica, di Sara Scarafia, analizza diversi libri “fantasy”, tutti al femminile, tra cui “Cenerentola è morta” di Kalynn Bayron (Fandango). Leggiamo: “Cenerentola è morta. Anzi no, si è trasformata: è nera, queer e lotta contro il patriarcato. L’8 marzo 2024 segna il ritorno delle streghe, che al rogo ci mandano gli stereotipi e usano il fantastico per riscrivere la storia: questo è l’anno del fantasy-femminismo”. Nel libro, spiega la Scarafia, “sono due ragazze, Sophie e Costance, ultima erede di Cenerentola, che demoliscono il patriarcato, innamorandosi l’una dell’altra mentre lo fanno: una riscrittura sorprendente, che ha venduto 500mila copie in lingua inglese. Sophie è lesbica e nera”. Ovviamente... “Che cosa significa”, si chiede l’autrice Kalynn Bayron, riportata da Repubblica, “vivere in una società patriarcale per qualcuno che è black e donna e queer? Cenerentola è una favola così immediatamente riconoscibile. Era il veicolo perfetto per decostruire i concetti di patriarcato, eteronormatività e misoginia”.
Ma davvero questa cosa della Cenerentola nera e lesbica è un modo per “mandare al rogo gli stereotipi”? No, in realtà. Banalmente, è un modo per sostituire vecchi stereotipi con nuovi stereotipi. Tutto qui. E non è neanche più una novità. Negli ultimi tempi, infatti, abbiamo visto una nuova versione di “Biancaneve”, in cui non c’è più né il principe azzurro né i nani, sostituiti da creature di varie etnie e dimensioni. E poi una rivisitazione della “Sirenetta” in cui Ariel è per la prima volta nera. E poi la “Bella addormentata” che non va più bene perché il principe la bacia senza che lei abbia dato il suo consenso. E poi “Il libro della Giungla” che è razzista perché gli oranghi sarebbero una caricatura dei neri. E poi gli “Aristogatti” che discriminano gli asiatici. E via così fino all’ultima sparata di pochi giorni fa, quando abbiamo scoperto che pure “Mary Poppins” è un film pericoloso perché gli spazzacamini vengono chiamati “ottentotti” e pare sia molto grave anche se poi nessuno si ricordava bene chi fossero gli “ottentotti” e tanti sono andati a cercare su Google...
Insomma, la prima volta ci sono stati stupore, indignazione, litigi e contrapposizioni. “Giusto, anche le favole vanno aggiornate”, “No, siamo cresciuti tutti con quelle storie, vanno bene così”, “E allora vogliamo insegnare ancora alle bambine che devono aspettare il principe azzurro che le salvi?”, “Però se togli i nani da Biancaneve finisci per discriminare i nani”. Ecco, ne abbiamo parlato a lungo. Poi, la seconda volta, ne abbiamo parlato un po’ meno. E la terza volta ancora un po’ meno. E alla fine, quando ti trovi davanti a una pagina dedicata a una Cenerentola nera e queer, ti accorgi che nessuno ha più voglia di discuterne. Casomai viene da sbadigliare...
Il bilancio delle devastanti inondazioni causate dalla tempesta che ha colpito il Texas centrale sale ad almeno 51 morti. Ventisette i dispersi.Il dato ufficiale fornito dalle autorità parla ancora di 43 vittime ed è probabile aumenti nella zona più colpita della contea di Kerr. Sempre le autorità sabato in una conferenza stampa hanno dichiarato che 15 delle vittime erano bambini. Il governatore Greg Abbott ha promesso che le squadre avrebbero lavorato 24 ore su 24 per soccorrere e recuperare le vittime. Ancora da ufficializzare il numero delle persone disperse, a parte 27 bambine che si trovavano in un campo estivo femminile.