Era chiaro fin dal giorno zero, quello in cui il buonsenso si era fermato ai cancelli di una scuola dell’hinterland milanese (a Pioltello) e la resa, culturale e identitaria, aveva cominciato a farsi contagiosa. Prima la scriteriata circolare anti -merenda in un liceo musicale in provincia di Cremona (poi ritirata) per non urtare la sensibilità degli studenti musulmani a digiuno per il Ramadan e poi la chiusura, perla fine del mese sacro all’islam, dell’Università per stranieri di Siena su diktat del rettore, Tomaso Montanari, anche per dare «un visibile segno di solidarietà con la popolazione palestinese di Gaza».
E ora ecco il rilancio, firmato dall’Associazione studenti musulmani del Politecnico di Milano: «Sospendere le lezioni per le festività musulmane per noi rappresenta un atto di rispetto e inclusione che riconosce e valorizza la diversità culturale e religiosa».
UNA MINORANZA - Gli islamici del Poli, pur rappresentando la minoranza residuale degli iscritti, pretendono lo stop alle lezioni per tutti in occasione delle loro due grandi ricorrenze religiose: la fine del Ramadan, appunto, e pure la “Festa del Sacrificio” (che si terrà a giugno). Il direttivo dell’associazione lo rivendica senza mezzi termini: «Avere un giorno di vacanza ci permette di celebrare le nostre festività in modo adeguato, perché in ogni caso non andiamo a lezione e le classi rimangono vuote dato che ormai la componente musulmana è veramente grande anche negli atenei».
E ancora: «Promuovere la sospensione delle lezioni in queste occasioni non solo favorisce la coesione sociale, ma anche il rispetto reciproco e la comprensione interculturale, pilastri fondamentali di una società democratica e pluralista». Proposte che diventano subito un accorato appello a tutti i fedeli di Allah che frequentano le università italiane: «Sarebbe una richiesta sensata e se arrivasse anche dagli studenti di altri atenei sarebbe ancora meglio», ha spiegato Hanae, una delle responsabili dell’associazione.
Che la decisione del preside e del consiglio d’istituto della scuola Iqbal Masih di Pioltello potesse aprire un pericoloso precedente, del resto, era un po’ come la neve sopra i duemila metri d’inverno: un fatto scontato. E così la profezia dell’imam Ali Abu Shwaima, presidente del Centro Islamico di Milano e Lombardia e tra i maggiori esponenti dell’islam in Italia, rischia di avverarsi ben prima del previsto. Ipse dixit: «Pioltello sarà all’avanguardia tra le città italiane e tra qualche anno vedremo dei Comuni imitarla. La useranno come esempio di città inclusiva che apre a tutti i cittadini. Chi fa polemica vive nel medioevo». Anche la giovane Hanae ha elogiato il modello Pioltello: «Tanto di cappello. Un bel segnale, è un primo passo, siamo molto contenti. Bravo dunque questo preside che ha resistito».
La polemica politica, intanto, monta inesorabile. «Quando qualche insegnante decide di non festeggiare Pasqua ma il Ramadan compie un atto osceno nei confronti della nostra storia e della nostra cultura, della nostra civiltà di libertà e di accoglienza. Quando nei Paesi islamici ci saranno la stesse forme di inclusività ne riparliamo», attacca il leader della Lega, Matteo Salvini. Con un attacco all’Europa e un invito al ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara: «Chiudere le scuole per Ramadan è una resa educativa e culturale. Queste sono tutte follie che partono da Bruxelles. Ministro Valditara, insegniamo a chi viene da lontano chi siamo, perché non puoi integrare qualcuno se cancelli il tuo essere».
SUBDOLI TENTATIVI - «Ci auguriamo che le parole dell’imam non vengano prese alla lettera da altri presidi e rettori. Questo è il momento della verità: riuscirà l’Italia, e più in generale l’Europa, a contrastare questi subdoli tentativi di cancellare le nostre tradizioni, i nostri simboli e le nostre radici in nome dell’islamizzazione crescente? Non è annullando la nostra identità che si fa integrazione, anzi», rincara la dose l’europarlamentare della Lega, Silvia Sardone. Che attacca: «L’appello dei musulmani del Politecnico, per quanto ci riguarda, è irricevibile».
Secondo Riccardo De Corato, deputato milanese di Fratelli d’Italia, «se per assurdo dovessimo mai concedere delle chiusure scolastiche in occasione di feste dei musulmani, perché non dovremmo farlo anche per le altre religioni non cristiane che ne avrebbero lo stesso diritto? L’Ufficio scolastico regionale e il ministro sono stati chiari e bisogna attenersi alle regole in vigore nel nostro Paese».