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Zanon: Un'altra scommessa vinta da Elon Musk "Il super genio"

di Mauro Zanon giovedì 7 novembre 2024

3' di lettura

«Quando chiamate Musk o Vox o questi interlocutori, vuol dire che vivete in un mondo diverso, statevene nel mondo diverso, questo è quello che penso». Hanno un altro sapore da mercoledì le parole che l’ex primo ministro italiano, Romano Prodi, pronunciò nel dicembre dello scorso anno, commentando la presenza di Elon Musk alla tradizionale festa di Fratelli d’Italia, ad Atreju. Hanno un altro sapore perché il trionfo di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane, ai danni della rivale democratica Kamala Harris, è anche il trionfo del patron di Space X, di Tesla e di X (ex Twitter). Del più immaginifico imprenditore del mondo, che ha puntato sul cavallo giusto quando tutti erano convinti che sarebbe stato sconfitto dalla vicepresidente di Joe Biden, dall’icona delle minoranze figlia delle élite. Sono Prodi, Speranza (colui che andò a fare la groupie al meeting di Chicago di Kamala) e gli altri compagni della sinistra provinciale italiana a vivere fuori dal mondo, o meglio in un mondo parallelo, lontano dal Paese profondo, quello cha ha votato in massa The Donald, ma indirettamente anche Elon Musk, l’uomo d’affari simbolo del nuovo corso del trumpismo.

«È il vero vice presidente degli Stati Uniti», dicono tutti di Musk, lui che non ha mai mollato il candidato repubblicano, ed è stato tra i più importanti donatori della campagna del tycoon. Fondamentale per il neopresidente è stato il sostegno che il ceo di Tesla ha garantito senza sosta su X, ma anche la sua presenza fisica negli ultimi meeting, quelli che hanno permesso di spostare i voti decisivi. «Una October surprise umana che può finanziare un suo esercito di volontari, attrarre personalmente l’attenzione dei media e organizzare rally per Trump in uno Stato chiave come la Pennsylvania», ha scritto il Washington Post. Musk, infatti, ha trasferito nello Stato, cruciale per la vittoria della Casa Bianca, il quartier generale di America Pac, il super Pac da lui fondato e finanziato con 118 milioni di dollari in poco più di tre mesi, per lavorare in stretto coordinamento con il team trumpiano. Ieri, subito dopo la vittoria, quando è salito sul palco del Convention Center di Palm Beach per il suo primo discorso da 47esimo presidente degli Stati Uniti, Trump lo ha ringraziato così: «Abbiamo una nuova stella, una stella è nata: Elon. È un uomo straordinario, siamo stati insieme questa notte, ha passato due settimane a Philadelphia, in diverse parti della Pennsylvania, facendo campagna per me». Poi lo ha definito «un super genio», sottolineando che gli Stati Uniti devono «proteggere i propri super geni». La notizia della rielezione di Trump ha avuto subito un impatto positivo sugli affari economici di Musk: le azioni di Tesla hanno registrato un balzo del 12% a Wall Street. Oltra a Tesla, anche Space X avrà benefici dal Trump II.

L’azienda, che ha sviluppato i primi razzi per lanci orbitali in grado di essere riutilizzati, i Falcon 9, e che sta sviluppando per conto della Nasa un nuovo sistema di lancio per far tornare astronauti sulla Luna, ha ottenuto un monopolio di fatto per la sua quota di mercato dominante nell’invio di satelliti commerciali e governativi nello spazio. Un dominio che si estende dal settore privato fino a quello dei contratti pubblici, e che potrebbe ora rafforzarsi. Ma Musk potrebbe anche svolgere un ruolo influente nella seconda amministrazione Trump come consulente sui tagli alla spesa. Intervenendo nel programma online del giornalista di Fox News Tucker Carlson, il miliardario ha sottolineato che sarebbe «felice di aiutare il governo a essere più efficiente». «Penso che dobbiamo tagliare la burocrazia, ridurre la troppa regolamentazione e le agenzie federali. Creiamo nuove agenzie tutto il tempo e questo rappresenta un costo per le persone» ha spiegato Musk, aggiungendo che «l’America è una nazione di costruttori” e “presto sarete liberi di costruire».

Anarchico libertario, Musk non ha mai militato per nessuna delle cause che piacciono alla gente che piace, quelli che l’imprenditore sudafricano con cittadinanza statunitense ha definito gli «enormi cretini che saltano su ogni causa sociale del giorno». Nato a Pretoria, in Sudafrica, Musk è l’erede di Richard Buckminster Fuller, il genio che progettò la cupola geodetica e coniò il termine «Astronave Terra», predicando la tecnologia come via maestra per il benessere dell’umanità. Con un patrimonio stimato di 268,2 miliardi, secondo Forbes, è la persona più ricca del mondo. Ieri, quando l’esito del voto era ormai certo, ha festeggiato con queste parole su X: «The future is gonna be fantastic».

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