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Tentazione crucca: via il diritto di voto a chi stava col Cavaliere

Il giornalista Udo Gumpel contro l'Italia: niente urne per chi sosteneva un partito in cui c'era la mafia. Ma la speculazione che che ci sta distruggendo è anche colpa loro
di Lucia Esposito domenica 29 luglio 2012

4' di lettura

Franco Bechis Veniva considerato uno delle colombe tedesche. E si capisce anche perché: Udo Gumpel, corrispondente della tv Nt-v del gruppo Bertelsmann in Italia vive da decenni, tanto da avere la cittadinanza tricolore. A Roma ha casa, una cooperativa editoriale-culturale (Blond), insieme alla fotoreporter Patrizia Giancotti ha anche preso seconda casa fin dal 1990 a Palermiti, piccolo paese nella provincia di Catanzaro infestato da anni da una delle faide della ’ndrangheta. Ho incontrato Gumpel ieri a Omnibus La7 nel dibattito mattutino dedicato alla crisi dei mercati e dell’euro. Era lì per dare il punto di vista tedesco, e non si è certo tirato indietro. Veleni La colomba si è fatta falco e ha sfoderato i suoi artigli: «L’Italia? La sua grande zavorra è un misto fra burocrazia e mafia». Gli italiani? Si raccontano favolette e leggende metropolitane sulla crisi dei mercati: «C’è in Italia questa diceria che Bruxelles decide e noi siamo tutte povere vittime. Non è vero naturalmente niente»: Mario Monti? Agli occhi tedeschi è credibile e ha fatto bene, ma «la debolezza del governo Monti è essere sostenuto dal partito di Silvio Berlusconi». Lo scudo anti-spread che era stato deciso dal vertice europeo di fine giugno? «Non puoi chiedere ai tedeschi di finanziare Lombardo o un partito che ha dentro i mafiosi». Quel partito naturalmente è il Pdl, che Gumpel giudica più o meno con gli occhi di Marco Travaglio. Siccome per il corrispondente della tv del principale gruppo editoriale tedesco (storia centenaria e perfino il coraggio di aprire i suoi archivi e mostrare la lunga e terribile compromissione con il nazismo) l’equazione mafia=Berlusconi=berlusconiani ha evidenza solare, ha accompagnato con sorrisini ironici e battute velenose qualsiasi cosa avessimo da dire il sottoscritto (perché è giornalista di Libero) e il collega del Giornale lì presente, Vittorio Macioce (appena un tantino più mafioso di me perché «prende i soldi di Berlusconi»). Finita la trasmissione un terzo giornalista ospite, Roberto Sommella- che lo conosceva da tempo- ha provato a dire: «Guarda Udo che Berlusconi comunque è stato votato da milioni di italiani». La risposta ottenuta ha gelato tutti: «E infatti io credo che debba essere tolto il diritto di voto a quel 25% degli italiani che lo ha scelto e ha scelto un partito in cui stava la mafia, come dimostra Marcello Dell’Utri».  Falsa colomba  Probabile che la falsa colomba nata ad Amburgo abbia messo molto del suo in questa acredine, e che non tutto il suo popolo di origine abbia degli italiani questa immagine, assai simile a una antica e sciagurata copertina di Der Spiegel (con un piatto di spaghetti e una rivoltella che li condiva). Però qualcosa di assai simile e solo un pizzico meno fazioso deve pure esserci, visto l’atteggiamento della Germania nei confronti dell’Italia e della Europa del Sud in queste settimane. Così non fosse stato ieri almeno un esponente di primo piano del governo di Berlino sarebbe intervenuto per rassicurare i mercati che stavano attaccando Spagna e Italia (la Grecia l’avevano già mandata a picco, ma lì ormai c’è poco da spolpare). Sempre più appare probabile che quella speculazione che sta mettendo in gioco l’Europa e sta facendo saltare l’area dell’euro possa avere dietro se non la regia almeno mani tedesche. Così sostengono i gestori dei principali hedge fund americani, che giurano di volersi tenere lontano da questa Europa per il momento. Così forse sta iniziando a sospettare anche Monti, che ieri per la prima volta si è lasciato scappare dichiarazioni stizzite rivolte sia pure indirettamente al governo tedesco.  Smemorati È evidente che la Germania di oggi non abbia alcuna intenzione con una scusa o con l’altra di essere parte in gioco nella solidarietà europea. È disposta a farlo solo se di fatto passano a lei le redini dei governi nazionali di quelli che sono ritenuti «paesi deboli». Quella frase fuori luogo scappata a Gumpel sul diritto di voto che andrebbe tolto a una parte degli italiani nasconde un pensiero che circola con abbondanza in Germania: quel diritto andrebbe tolto non a una parte (lì pesa la faziosità personale del giornalista), ma al popolo italiano in genere, perché non è in grado di scegliere quello che la Germania ritiene il bene dell’Europa (sostanzialmente il suo). Che si comporti così un paese cui furono condonati tutti i debiti nel drammatico dopoguerra (debiti che furono fatti per finanziare l’espansione militare di Hitler in Europa e per eliminare sei milioni di ebrei), lo stesso paese che in tempi più recenti fu aiutato dalla solidarietà europea per unificare Est ed Ovest, è certo indice di una assenza di memoria storica assai più pericolosa di mille deficit pubblici. Invece che inseguirla, sarebbe tempo di stare lontani e isolare in fretta una Germania così…

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