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Pd, il "piano R": elezioni e Renzi candidato premier

In Via del Nazareno è sempre più bassa la speranza di formare un governo. Così circola un un "dossier". Che prevede due punti: silurare Bersani, candidare Matteo
di Sebastiano Solano domenica 10 marzo 2013

Matteo Renzi

2' di lettura

"Non parteciperò a caminetti o cose del genere", disse qualche giorno fa Matteo Renzi. Oggi twitta: "Verso Roma per incontri istituzionali", ossia la Direzione del Pd. E poi nella serata di martedì 5 marzo verrà intervistato da Giovanni Floris a Ballarò. La giravolta del sindaco di Firenze è una mossa tutt'altro che imprevedibile. Segnali chiari, seppur meno espliciti, erano già stati lanciati nei due incontri che il rottamatore ha avuto con i "suoi" 51 parlamentari dal post-voto ad oggi. La presenza alla direzione, in un clima da resa dei conti finale, è solo la cofnerma della volontà di Renzi di rientare in campo, di porsi al centro della scena politica. Una volontà confermata anche da un altro particolare, di grande rilievo: Renzi ha colto l'occasione della "scampagnata" romana per incontrare il presidente del Consiglio, Mario Monti. Una sorta di "mini-consultazione" a due, insomma. Un Renzi candidato - Lo sconfitto alle  Primarie Pd era stato il primo, subito dopo il voto, a prendere atto della sconfitta ("Abbiamo perso"), riproponendo alcuni suoi vecchi pallini come l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Non è un caso. Tra i dirigenti del Pd infatti circola un'ipotesi che potrebbe diventare, in breve tempo, realtà: se la situazione precipitasse, se la sinistra non riuscisse a trovare nessun accordo per la formazione di un governo, i democratici potrebbero lasciar perdere, far cadere tutto e tornare al voto. Con Renzi candidato premier. Una tesi tutt'altro che scontata solo fino a poche settimane fa, quando il sindaco di Firenze era considerato da diversi esponenti del partito una sorta di "appestato", un "destroide" che voleva sfasciare il partito e la sinistra.  Le tre strade - Ancora ieri, martedì 4 marzo, Stefano Fassina dichiarava: "Per quanto mi riguarda, Bersani rimane la figura più forte per la campagna elettorale". L'ipotesi elezioni-bis con una guida diversa, però, sembra essere più concreta. Ogni porta sbattuta in faccia al Pd dai grillini avvicina le urne, anche se Giorgio Napolitano ha idee ben diverse. Il Capo dello Stato, spiegano fonti del Pd, vuole formare un governo. Prima affiderà l'incarico a Bersani. Poi, nel caso probabile in cui le prime consultazioni fallissero, si giocherà la mossa di un esecutivo tecnico (magari guidato dal governatore di Bankitalia, Iganzio Visco).  Come la pensa il Pd su un eventuale governo tecnico, però, ce lo spiega sempre Fassina: "Sarebbe una proposta becera, suicida". Entrambe le strade - governo politico o tecnico - potrebbero dunque rivelarsi impercorribili. Così Renzi - forte di un consenso interno che prima non aveva - affila le armi, pronto a fare le scarpe a Bersani, che per contrappasso, nonostante le dichiarazioni di facciata, è sempre più isolato a via del Nazareno.

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