Lo sfogo del Colle

Napolitano: farò del mio meglioma che fatica in questa nebbia

Lucia Esposito

Tutto è (ancora una volta) nelle sue mani. Giorgio Napolitano che nei prossimi giorni avvierà le consultazioni con i partiti, deve decidere come sbrogliare l'intricata matassa uscita dalle urne dopo le elezioni politiche dello scorso 24 febbraio. Intervenuto all'Accademia dei Lincei in una cerimonia di commemorazione di Rita Levi Montalcini, ha usato una metafora metereologica per definire la sua situazione. L'ex presidente della Consulta Giovanni Conso lo ha paragonato a un "faro" in questo momento difficile per il Paese. E il presidente della Repubblica, partendo propio da questa definizione ha detto: "Che io sia un faro o una luce normale o umana, a volte si fa fatica nella nebbia. Cercherò di fare del mio meglio".  La scadenza del mandato - Poi è tornato sulla scandenza del suo settennato ribadendo la sua intenzione di voler lasciare il Colle. "La scadenza dei sette anni del mio mandato presidenziale - ha   aggiunto Napolitano - corrisponde alla concezione che i padri   costituenti ebbero della figura del presidente della Repubblica; corrisponde alla continuità delle nostre istituzioni, ma anche alle   leggi del succedersi delle generazioni. Di certo, farò quello che   debbo fino all’ultimo giorno del mio mandato. Farò quello che devo fare fino all’ultimo giorno del mio mandato".