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Fabio Fazio, il leghista Capitanio inchioda la Rai: "Chiarezza sulle società esterne"

di Gino Coala venerdì 31 maggio 2019

3' di lettura

È un Matteo Salvini che va a velocità doppia quello che è uscito galvanizzato dalle elezioni europee e che è ben deciso a prendere in mano il pallino del governo. A partire dal patto con gli alleati a Cinquestelle. Il leader della Lega, stuzzicato sul voto pro o contro Di Maio lancia un salvagente all' amico-nemico: «Io vorrei continuare a lavorare come abbiamo fatto nei primi nove mesi, bene, con questo governo. Certo, se dovesse trascinarsi l' ultima parentesi delle ultime settimane (cioè quella che ha visto prevalere i movimentisti del "no", ndr), valuteremo il da farsi». Anche se Salvini esclude «governi fatti raccattando parlamentari qua e la». Leggi anche: Che tempo che fa, per Fazio un trasferimento punitivo su Rai2: non solo lo stipendio, cosa perde VERTICE ECONOMICO Nel pomeriggio il leader della Lega ha incontrato il premier Giuseppe Conte per spiegargli l' agenda di governo che dovrà mettere in pratica. Due ore di colloquio fitto nel corso del quale il leader della Lega ha ribadito le sue priorità: Flat Tax al 15%, autonomia regionale, grandi opere, decreto sicurezza bis e politiche europee. «Abbiamo parlato di cose da fare - ha spiegato a vertice finito - e l' incontro è stato più che soddisfacente: sull' autonomia c' è sintonia, sul decreto sicurezza siamo ampiamente pronti, sulla riforma fiscale c' è la volontà di andare avanti e c' è il tema Europa...». Proprio questi ultimi due argomenti sono stati centrali nella riunione che Salvini ha avuto con i suoi esperti di economia: Giorgetti, Garavaglia, Siri, Bitonci, Durigon e Borghi. Sul tavolo, come detto, la risposta da dare alla lettera giunta dalla Commissione Ue (oggi è previsto l' incontro col ministro dell' Economia Tria) e le risorse da reperire per attuare la Flat Tax. «Riapriremo la rottamazione delle cartelle estendendole anche alle imprese» ha annunciato Matteo nel corso di una diretta Facebook serale, spiegando che «potremmo recuperare fino a 15 miliardi». Sempre sui social Salvini ha spiegato che nell' incontro con Conte si è parlato anche di gestione del ciclo dei rifiuti «che è un costo solo da noi in Italia»; di infrastrutture: «In Piemonte gli elettori hanno parlato chiaro. Si va avanti con i cantieri perché l' Italia ha bisogno di crescere. A tal proposito lunedì sarò con Zaia ad inaugurare il primo tratto della Pedemontana veneta» e ha attaccato il ministro all' Ambiente Costa («ha provato a rallentare i cantieri. Basta, questo Paese ha bisogno di correre»). A proposito di opere pubbliche, Salvini ha poi spiegato che con Conte si è parlato della proposta da fare a Bruxelles di un «grande piano europeo di opere pubbliche, da finanziare attraverso soldi stampati dalla Bce». E ancora col premier si è discusso di «riforma della giustizia penale, civile e tributaria, che dovrà avere come cardine la certezza della pena: «Chi delinque in Italia - ha spiegato - deve tornare ad avere paura». VIALE MAZZINI NEL MIRINO L' invettiva più dura, però, Salvini l' ha dedicata alla Tv pubblica, la Rai, chiamando in causa direttamente l' amministratore delegato Fabrizio Salini. Nel mirino del leader leghista il ritorno in Tv di Gad Lerner «uno per nulla schierato - ha ironizzato Matteo - che non odia per nulla la Lega». In Rai Lerner farà cinque puntate e, guarda caso, spiega il leghista, «pare che la prima puntata sarà dedicata alla Lega...». Quindi l' attacco a Salini: «Amico amministratore delegato, sarebbe questa la Rai del cambiamento? Allora tanto valeva lasciare Orfeo. Ci sono Lerner, Saviano, Fazio... manca solo Santoro...». Per questo il deputato leghista Massimiliano Capitanio ha depositato un quesito in Vigilanza per conoscere «quante ore di programmazione giornaliera siano affidate a società esterne con la relativa suddivisione per rete». E anche «il numero e l' importo dei contratti con la Stand by me (ex società dello stesso Salini), nonché quelli stipulati negli ultimi 5 anni con quest' ultima». Chiusura di diretta sulla Chiesa: «Monsignor Parolin, bontà sua, ha detto che si deve dialogare "anche" con la Lega. ma io mica ho la peste o la lebbra. Per fortuna ci sono tanti preti e vescovi che stanno dalla nostra parte, perché - ha chiuso Salvini - in democrazia sorrisi, verità e futuro vincono sempre». di Fabio Rubini

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