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Dritto e rovescio, Debora Serracchiani: "Non partecipiamo più ai programmi che incitano all'odio"

Cristina Agostini
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È il loro modo di essere democratici: sottrarsi al confronto, rifiutare la dialettica politica, evitare di frequentare luoghi non dichiaratamente schierati a loro favore. In nome di questo principio la deputata dem Debora Serracchiani ha lanciato il suo editto via Twitter con cui chiede «alle colleghe del Pd di disertare le trasmissioni televisive che incitano all' odio e alla violenza»; appello prontamente rilanciato dal segretario del Pd Zingaretti che deve essersi sentito coinvolto in prima persona, chissà se credendosi donna o credendosi leader del partito Il riferimento della Serracchiani era alla trasmissione di due giorni fa "Dritto e rovescio", condotta da Paolo Del Debbio su Rete 4: durante il programma un certo Massimiliano Minocci, detto Er Brasiliano, si è rivolto alla giornalista Francesca Fagnani dicendo frasi tipo «Nella borgata mia devi fare quello che ti dico io. Se vieni nella mia borgata te lo faccio vedere io». Al che il vignettista Vauro si è alzato in piedi, gli è andato incontro a muso duro pronunciando altre frasi amene come «Fascio di merda, vergognati!». Non è stato un momento di tv educativa, siamo d' accordo. Ma perché fare di tutta l' erba un fascio (è il caso di dire)? Perché marchiare a fuoco un programma godibile e seguito dal pubblico per un minuto di cattivo gusto? E perché estendere genericamente questo bando a tutte «le trasmissioni che incitano all' odio»? E, a proposito, quali sarebbero? Lo sono per caso anche "Fuori dal coro" di Mario Giordano o "Quarta Repubblica" di Nicola Porro, solo perché condotte da giornalisti non schierati a sinistra e non facenti capo a salotti graditi a lorosignori? Leggi anche: "Schifo, ma voglio incontrati: se vuoi spaccami la faccia". Vauro, dopo la rissa la pazzesca lettera al Brasile Non sarà mica che incitare all' odio vuol dire banalmente avere idee sovraniste o non conformi al politicamente corretto? Comunque sia, Serracchiani & Co. non si rendono conto che la vera forma di odio è bollare come nemica una trasmissione affibbiandole l' etichetta di "violenta". È un po' lo stesso cortocircuito in cui rischia di cadere la commissione contro l' odio approvata in Senato. E poi: rinunciare a partecipare alle trasmissioni è un' ennesima dimostrazione di snobismo autolesionista, che palesa insieme la presunta superiorità morale e intellettuale della sinistra e la sua pavidità nell' evitare lo scontro dialettico. Così facendo le serracchiani e gli zingaretti non fanno altro che servire un ennesimo assist al centrodestra e ai suoi leader che in tv ci sguazzano. E da oggi in poi potranno partecipare a molti programmi senza più contraddittorio. Ma soprattutto: la Serracchiani ha mai pensato a cosa accadrebbe se la stessa logica valesse al contrario? In questo caso, Salvini, Meloni e i loro affini non dovrebbero più mettere piede in trasmissioni come "Otto e mezzo" della Gruber (da ribattezzare Odio e mezzo) dove gli attacchi e gli insulti gratuiti si sprecano (Salvini panzone, la Meloni spara-sciocchezze ecc.) e un plotone di esecuzione politico è schierato puntualmente contro di loro, con rapporti di forza 3 a 1, quando va bene. Forse però tutto si spiega: il vero intento del Pd è far chiudere le trasmissioni non allineate al soviet giallorosso. Quello sì che sarebbe un gesto molto "democratico". di Gianluca Veneziani

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